La modella colpita al cuore

La modella colpita al cuore Roma, dall'autopsia la verità sulla morte della giovane Elisabetta La modella colpita al cuore L'uccisore prima ha tentato dì strangolarla con la catenina, che si è spezzata; poi le sette coltellate Nell'agenda si cerca il filo del delitto: può portare al mondo della droga o ai margini di Cinecittà ROMA — Sono state tre coltellate al cuore a uccidere Elisabetta Di Leonardo. La morte, a questo punto, è stata immediata. Ma 1 momenti precedenti, l'impatto con la violenza dell'aggressore, lo sconforto, i vani tentativi di difendersi e cercare scampo, devono essere stati terribili per la giovane cagliaritana venuta a Roma per cercare la notorietà nel campo del cinema e della moda, e finita negli ultimi tempi nel giri della droga. I periti che ieri mattina hanno eseguito l'autopsia, hanno ricostruito in parte la dinamica dell'omicidio. Dietro la freddezza e l'essenzialità dei termini scientifici, è tracciata là sequenza di questa morte violenta e misteriosa che ha avuto per teatro un appartamento in subaffitto in un vecchio palazzo alle spalle di Montecitorio. C'era caldo martedì sera, quando Elisabetta Di Leonardo ha ricevuto 1 suoi ospiti o quello che poi l'avrebbe uccisa. Vestiva un leggero abito nero, scollato, con le ore telline. Al collo portava una catena di bigiotteria. Quando il diverbio è scoppiato — una dose di eroina non pagata? Un cliente del piccolo spaccio che la giovane svolgeva, il quale ha trovato cosi il modo per svignarsela senza pagare? Uno sgarro compiuto da Elisabetta e punito senza pietà? — l'aggressore ha afferrato la giovane per la gola, tentando di strangolarla proprio con quella catena. Ma la catena s'è spezzata, e la giovane ha guadagnato di nuovo padro- nanza di sé, forse la speranza di raggiungere la porta e di chiamare aiuto. Le forze della giovane erano poche. Era provata dalla lunga esperienza di droga, dalla cattiva alimentazione, dalla solitudine in cui consumava i giorni senza un lavoro e senza prospettive. -Era diventata irriconoscibile — raccontano alcune persone, che la frequentavano quando faceva coppia con Ubaldo Cosentino, il suo compagno fino ad alcuni mesi fa, e che l'avevano incontrata di recente. — Era di un pallore impressionante, con l'incarnato senea luce. Magra, lo sguardo perso, i gesti lenti. Una persona che aveva tagliato i ponti con la realtà. Anche se parlava di lavoro, delle occasioni che l'attendevano. Non negava la sua condizione di tossicodipendente. E mitizzava il processo di disintossicazione cui aveva incominciato a sottoporsi. Ma si contraddiceva. Diceva che stava per sfondare. Si rifiutava di entrare in una comunità per tossicodi| pendenti. Quando i temi af¬ frontati assumevano contorni precisi e concreti — to sfratto dall'appartamento che occupava e che avrebbe dovuto presto lasciare, i soldi, le bollette da pagare — allora divagava, riusciva a non dire niente di concreto*. Nel piccolo soggiorno dell'appartamento che Ubaldo Cosentino le aveva lasciato occupare, quando lui mesi fa è andato per lavoro in Nigeria, l'assassino ha estratto un coltello a serramanico che poi ha abbandonato su un mobile, pieno di sangue. Non gli deve essere stato difficile, a questo punto, avere la meglio sulla giovane terrorizzata. L'ha raggiunta con sette colpi al busto e al ventre. Tre queili mortali. La •firma* che l'assassino ha lasciato è solo in questi elementi. Una fila di persone passa adesso davanti ai funzionari della mobile che cercano di risolvere il caso. Sono tutte persone rintracciate attraverso l'agenda telefonica di Elisabetta Di Leonardo. E' la vita stessa della giovane che viene setacciata. C'è il filone delle persone che avrebbero dovuto introdurla nel mondo della moda, del fotoromanzo e del cinema: dove lei voleva approdare e dove è riuscita solo a rimanere ai margini. C'è il giro delle persone che ha frequentato negli anni in cui viveva con 11 figlio dell'ex segretario della Camera del deputati, Francesco Cosentino: giovani con bei nomi e famiglie importanti alle spai le, molti senza una precisa collocazione professionale ma con soldi, disponibilità di fare belle vacanze, andare in belle case, essere invitati nelle feste dove sembra che pas si il mondo che conta; ma anche in questo ambiente Elisa betta Di Leonardo era un'estranea, con un diritto d'accesso che è durato finché era bella ed aveva a fianco un partner che l'imponeva. C'è poi il giro della droga, che occupa l'ultime fase della sua vita, la più oscura, in cui — forse — c'è anche la chiave per far luce sulla sua fine. 1. m. Roma. Una recente immagine di Elisabetta Di Leonardo, la fotomodella assassinata (Tel.)

Persone citate: Di Leonardo, Elisabetta Di Leonardo, Francesco Cosentino, Magra, Ubaldo Cosentino

Luoghi citati: Nigeria, Roma