Le vecchiette uccise, un giallo dimenticato di Enrico Singer

Le vecchiette uccise/ un giallo dimenticata Trentun delitti misteriosi in due anni: prima delle elezioni di marzo erano un cavallo di battaglia dei giornali anti-mitterrandiani Le vecchiette uccise/ un giallo dimenticata PARIGI — Ormai sono trentuno. Trentuno anziane , signore uccise a Parigi in poco meno di due anni. Tutte con una stessa, feroce, tecnica: aggredite in casa e strangolate. Quattordici soltanto dall'Inizio dell'86, con una progressione impressionan- ., te: quattro nel mese di giugno, l'ultima appena una settimana fa. Quando, nell'otto- •• bre dell'84, la polizia scopri i primi delitti si parlò di un .assassino delle vecchiette», j| di un .mostro». Adesso l'im- ■ pressione è che i «mostri» i siano tanti: le piste si intrecciano e si confondono. La Ijaura tra le 120 mila donne di oltre settant'annl che vivono sole nel centro della metropoli (non c'è stato alcun omicidio di questo tipo nella sterminata periferia parigi«-j na) cresce. Sfiora la psicosi. _ ., Alla fine dello scorso anno, con la campagna elettorale già Innescata, 1 misteriosi «assassini delle vecchiette» erano diventati uno dei temi caldi del dibattito sulla sicu- ■ rezza nelle città, e soprattutI io a Parigi. Dalla destra allo- ra all'opposizione (e In particolare dai grandi giornali conservatori come il Figaro) l'impotenza della polizia era attribuita alle direttive troppo .molli» del governo socialista. I ministri dell'Interno, Joxe, e della Giustizia, Badinter, reagirono lanciando delle nuove iniziative. Fu anche creato un servizio di allarme telefonico con operatori sempre in ascolto, riservato alle persone anziane. Senza aumento del canone, gli apparecchi telefonici potevano essere modificati in modo da trasmettere dagli appartamenti in Bocciali sale d'Intervento tutti i rumori e le voci. Era il dicembre dell'85: l'operazione Sos-telefono fu reclamizzata con servizi in televisione e sui giornali ma, concretamente, ha avuto risultati minimi: qualche centinaio di impianti sperimentali e poi il silenzio. I delitti, sono continuati. Adesso, nel mirino di una polemica che cresce assieme con la paura, ci sono gli accusatori di ieri. Altri giornali mettono in dubbio l'efficacia delle misure di sicurezza del nuovo governo e notano (Liberation) come la stampa di destra minimizzi gli ultimi casi dì una vicenda che aveva imposto per mesi e mesi sulle sue prime pagine. Ma, al di là delle polemiche, resta il mistero. Il copione dei delitti si ripete in modo quasi maniacale. La vittima è seguita In strada. Spesso durante gli acquisti nei mercatini di zona, di mattina o nel primo pomeriggio; non c'è mai stata un'aggressione notturna. L'assassino controlla che il palazzo nel quale colpirà sia senza portineria. Per questo ha sempre scello quartieri piccolo borghesi e popolari: dal 15° al 14°, all'll° o all'8°. Sono le zone attorno alla stazione di Saint-Lazare, o quelle oltre Montparnasse o Montmartre che, sulle carte della polizia, formano una specie di macabra «V», la mappa del trentuno delitti. La vittima è seguita Un sul pianerottolo, spinta dentro casa quando ha già aperto la porta. Poi è derubata e uccisa. Negli archivi della Brigade Criminelle le storie di questi delitti formano un unico, grande dossier nel quale cercano di vedere chiaro non soltanto gli ispettori ma anche gli psicologi. E la prima domanda è perché: perché quella che potrebbe essere una piccola rapina da banditi di strada diventa un assassinio. E' un interrogativo senza risposta che, lo scorso anno, ha fatto nascere la tesi del •mostro»: il maniaco che uccide e che simula la rapina per confondere le Indagini. La cronaca dei delitti è allucinante. Una delle tante: Ludmilla Lamon, 85. anni, cittadina americana trapiantata a Parigi da più di trent'anni, è uscita di casa alle 10 del mattino per fare la spesa nel mercato dell'avenue du General Ledere, lo stesso grande viale lungo 11 quale abita, al numero 61. L'avenue du General Ledere taglia il 14" arrondissement, alle spalle, del Quartiere Latino, e si inoltra in una zona popolare verso la Porte d'Italie. E' fitta di negozi, il mercato è a metà strada, sempre affollato. Ludmilla acquista poche cose: del pane, della frutta, una scatola di surgelati. Il suo assassino la sta già pedinando. La aggredisce sulle scale del palazzo, al quarto piano. La costringe ad aprire la porta di casa. L'allarme scatta soltanto 11 giorno dopo, tra i vicini preoccupati di non vederla come sempre con il suo carrellino per la spesa. Nel¬ l'appartamento, la polizia trova tutto sottosopra: cassetti in terra, svuotati anche i mobili di cucina. Ludmilla Lamon è nella sua camera da letto, soffocata sotto 1 due materassi. Il bottino irrisorio. Le testimonianze scarse e contraddittorie: chi parla di un giovane con i baffi visto uscire di corsa, chi di un nordafricano. E la fine della signora Lamon somiglia a molte altre. Ma quando i delitti hanno superato, nella primavara dell'85. la soglia già allarmante di dieci, la polizia ha cominciato a dubitare dell'esistenza di un solo maniaco. Il mosaico degli indizi si è scomposto, la meccanica degli assassinil ha mostrato alcune differenze. In qualche caso le anziane donne sono state soffocate, ma finite a colpi di coltello. In altri sono state legate ad una sedia prima di essere uccise. Uniche costanti, l'età avanzata delle vittime e il furto dei loro risparmi. Cosi si è fatta strada la seconda ipotesi: quella del delitto compiuto da giovani eroinomani alla ricerca disperata di soldi per comprare la droga. Seguendo la nuova pista, sono arrivati i primi arresti di persone «sospette» (in carcere ce ne sono quattro) in un clima di polemiche. Due soli assassini sono stati finora individuati. Sono i responsabili del delitti commessi il 16 e 11 23 giugno scorsi: uno era l'amico della giovane dama di compagnia dell'uccisa (Germalne Charbonnier, 87 anni), l'altro un protetto della stessa vittima, Alfreda Sarna, di 74 anni. Due delitti che hanno ancor più confuso le piste, Perché hanno dimostrato che il presunto «mostro» ha ormai degli emuli-apprendisti che cercano di mascherare con il marchio deU'«ossas- sino delle vecchiette» omicidi con moventi precisi. Ecco perché l'ultima tesi della polizia parigina e di alcuni psicologi è che i «mostri» siano tanti. Che alcuni assassinii siano stati commessi effettivamente da un maniaco (ancora libero), altri da tossicomani o forse soltanto da «ladri di quartiere» che hanno ucciso perché riconosiuti. E che tutti ricerchino una specie di immunità dietro la maschera del misterioso -assassin des vieilles dames». Dopo gli ultimi quattro delitti nel mese di giugno, la Prefettura di Parigi ha mobilitato una intera compagnia di Crs (la polizia di pronto intervento) inviando pattuglie davanti agli uffici postali, le casse di risparmio, i mercati: i luoghi In cui finora è stata •agganciata» la maggior parte delle vittime. Uno stato d'assedio visibile per le strade dei quartieri più colpiti che dovrebbe rassicurare le anziane signore e scoraggiare gli aggressori. Ma la chiave del giallo sembra ancora lontana. Enrico Singer

Persone citate: Badinter, Charbonnier, Joxe, Lamon, Ludmilla Lamon, Sarna

Luoghi citati: Parigi