Le morbide curve vestite di jersey

Le morbide curve vestite di jersey Le morbide curve vestite di jersey PRENDE il nome da un'isola della Manica, nasce dalle mani delle donne e dai loro aghi da calza, il punto più semplice, tutto diritto e poi tutto rovescio, la maglia rasa come il mare quando è calmo. L'avvento dei telai a metà Seicento fa del Jersey un tessuto, il più povero. E proprio perché è ancora povero, grigio, bianco, beige, lo sceglie Coco Chanel. negli Anni Venti per la sua linea spoglia e rivoluzionaria, la giacca lunga, la gonna breve, cancellata la vita, assicurata la disinvoltura della futura garconne. ' • i Tessuto antico, comodo, la libertà di movimento che concede diventa una caratteristica mai dimenticata: negli anni del primo «made in Italy». il jersey di seta meravigliosamente stampato da Emilio Pucci, fu 11 primo ambasciatore della moda italiana nel mondo in abiti diritti, semplicissimi, senza peso, adatti al viaggio, mai da stirare. E' forse la suggestione de¬ gli Anni Cinquanta a riportare ora in scena il jersey, a farne il protagonista della moda più esclusiva del 1986. Il jersey si lega al ritorno della linea aderente al corpo e al drappeggio per sottolinearne la femminilità. Il tunisino Azzedine Alata si presenta come l'antesignano a Parigi del jersey sottile come una buccia sulle forme accarezzate, c'è Tarlazzl con le sue tuniche e l'esplosiva, seducente maglieria di Sonia Rychiel. Ma altri più profondi motivi fanno concentrare sul jersey l'interesse degli stilisti: il diffuso desiderio di un ritorno al «vestir bene», al classico sia pure rivisitato, la riscoperta dell'abito, della redingote, sono difficili da realizzare con piena aderenza alla vita attuale, dopo anni di moda in maglia, di cardigan al posto della giacca maschile. Il jersey, elastico per struttura, costituisce una risposta risolvente. Perché intanto il jersey è cambiato: di lana, di seta, di cachemire e seta, pronto a tutti gli avvolgimenti, è spesso un cocktail di fibre nobili e fibre chimiche. Accentua la propria elasticità con nuove cadenze, soprattutto accresce il suo spessore e invece della stampa, presenta prodigi jacquard, anche monocromi, tornando alle origini fino a simulare 1 punti tradizionali della maglia, trecce a torciglioni, losanghe e riquadri. Ecco allora le tuniche estive di Ungaro, in Jersey di seta, fluide dall'arricciatura del carré, splendide di colore; ma anche, per il prossimo autunno, gli statuari abiti In Jersey grigio di Montana, le giacche da uomo e i pantaloni in jersey nero di Coveri, mentre Ferré taglia nel Jersey i suoi mantelli. Se prima il jersey aveva In se stesso la sua forza, Tshirt o abito fiorito dalla linea senza storia, ora concede e accoglie la ricerca del taglio, con effetti tutti diversi da quelli raggiungibili dal tessuto-tessuto. E' inte¬ ressante notare che i giovani stilisti fanno del jersey il loro cavallo di battaglia: Romeo Gigli per la limpida semplicità della sua linea, Dolce & Gabbana per costruire abiti «in progress» da allungare, scorciare e spezzare secondo la volontà di chi li indossa. Se il jersey può rispondere alle più diverse esigenze

Persone citate: Azzedine, Coco Chanel, Coveri, Dolce & Gabbana, Emilio Pucci, Ferré, Romeo Gigli, Ungaro

Luoghi citati: Jersey, Montana, Parigi