Tutto il Messico minuto per minuto

Tutto il Messico minuto per minuto Tutto il Messico minuto per minuto PROBABILMENTE alla De Agostini avevano pensato a un libro sul Messico già anni addietro, in previsione dei campionati mondiali di calcio, quando migliaia di italiani si sarebbero recati là con il pretesto delle gare calcistiche, ma anche con la non celata intenzione di dare un'occhiata un po' ampia a questo Paese che. per certi aspetti è un continente, tanto è varia e complessa la sua composizione geologica e sociale. Il volume era cosi in anticipo sui tempi che del terremoto che sconvolse Città del Messico, la città più grande del mondo, e rovinò i suoi più superbi edifici nel settembre 1985, c'è appena un accenno nelle pagine di presentazione dì «Viaggio nel Messico millenario» che non voleva, è evidente, essere una 'Storia totale* del Messico, ma una guida di ciò che è stato, ed è tuttora, questo Paese definito genericamente, ma erroneamente, degli aztechi. * * Perché, e ben lo illustra il volume, gli aztechi furono soltanto gli ultimi di una infinita serie di popolazioni, civiltà, culture, religioni, che si sono sovrapposte durante le furenti guerre tra i vari clan fino alla dominazione quasi totale degli aztechi, apparsi tardi all'orizzonte della storia del Messico precolombiano e la conclusero, sconfitti più col tradimento e l'inganno che dalle armi di Hernan Cortes. Quando il Messico ha incominciato a esistere con una fisionomia propria? Angelo Conterio, autore del testo, prende per buona la teoria della poussée asiatica attraverso lo stretto di Behring GLI stranieri che imparano l'italiano apprendono l'uso dei pronomi tonici (io/me, tutte, lui. lei, noi, voi, loro) prima e meglio dell'uso dei pronomi atoni (mi, ti, si, ci, ce, lo, la, gli, le, ne ecc.). proprio come i bambini italiani quando imparano a parlare. I lavoratori immigrati in Germania in un primo tempo usano frasi con un verbo semplice o con il verbo essere seguito da aggettivo, poi gradualmente usano ausiliari e modali, passano cioè attraverso «interlingue», varietà ridotte di tedesco, tendenti ad avvicinarsi sempre di più alla lingua del parlanti nativi. Spesso questo processo di avvicinamento è ostacolato da usi intorno al sessantamila avanti Cristo. I predecessori di Gengis Khan avrebbero quindi camminato molto, addirittura per millenni, per arrivare dall'Alaska al Messico fino alla Terra del Fuoco, Ma il libro della De Agostini, fatto a più mani, tralascia tutto il resto per interessarsi soltanto al Messico, Paese su cui sono state scritte migliaia di opere e non soltanto perché fu l'avamposto dell'impero spagnolo in America Latina, ma perché, mentre in Europa fioriva la civiltà rinascimentale, in Messico la cultura e l'arte raggiungevano, specie nello Yucatan, dominio dei Maya, gli cileni d'America, livelli incrediWH di raffinatezza. li succedersi delle varie ztme, dagli olmechi ai mixtechi, huitzechi, totonachl, zapotechi, ed infine aztechi, complica con un groviglio quasi inestricabile la lunga storia antica del Messico, non sempre decifrabile nonostante le infinite vestigia lasciate dalle popolazioni che hanno abitato le vaste regioni messicane, fino alla conquista spagnola nel 1519. Ma il dominio coloniale, la isliglone cattolica che si sovrappose al complicato empireo del Messico antico, non hanno mutato molto le condizioni di un Paese che è riuscito, in politica e nella religione, a formare un sincretismo non riscontrabile altrove. I nomi di Emiliano Zapata, di Poncho Villa, di Porfirio Diaz ci portano all'epoca della guerra d'indipendenza, infine alla rivoluzione del 1910, rivoluzione socialista, atea, cruenta, con sette anni di anticipo su quella russa. Ma il Messico ha poi saputo conciliare socialismo e capitalismo. ateismo e religiosità. Questa lunga storia, fino ai giorni nostri, col boom del petrolio e la conseguente crisi, è raccontata con lineare competenza, il ritratto del Messico balza vivo, pieno di interesse, dalla narrazione, dalle molte schede esplicative, carte geografiche e, soprattutto, dalla quasi fastosa iconografia, centinaia di fotografie che illustrano Città del Messico a 2277 metri sul livello del mare coi suoi 18 milioni di abitanti, i ruderi della civiltà azteco, il modernismo affannoso, lusso e miseria e l'intero Paese, dall'altopiano su cui gli aztechi costruirono Tenochtitlan, la chimerica capitale che sorgeva splendente nelle lagune limpide, e le molte altre città che hanno fatto la storia del Messico. Nulla è stato dimenticato, i luoghi dell'antica civiltà sono illustrati come meglio non si potrebbe; una completa panoramica che parte dal Rio Grande e arriva alle misteriose foreste dell'Honduras, dall'Atlantico al Pacifico, tutto il Messico è stato arato da osservatori attenti e coltissimi. SI parla delle grandi città e dei monumenti, ma anche dei luoghi in cui è piacevolmente costoso trascorrere il tempo libero. Da Acapulco, naturalmente, ormai inquinata anch'essa, dai voli charters alle limpide, incontaminate spiagge del Golfo del Messico, dinanzi alle isole caribiche. E' un libro-guida di lusso che offre al visitatore una approfondita conoscenza del Messico. f, r> Autori Vari: «Viaggio nel Messico millenario», De Agostini, 240 pagine, 55.000 lire. PREMIO SELEZIONeri Pozza tivi, senza studiare. Alcuni dei saggi (quelli di Melsel, Clahsen, Klein) oltre a sostenere l'universalità del processi d'apprendimento delle lingue, cercano di dimostrare che l'acquisizione spontanea di una lingua straniera ha punti in comune col formarsi di pidgin e creoli, lingue miste nate da parlate africane e asiatiche e da inglesi o francesi o da altre lingue di colonizzatori. Una sezione, col contributi di Dittmar e von Stutterheim, Protano Biggs, Heredia e Noyau. Giacobbe e Cammarota. Py, tratta dei problemi comunicativi fra etnie differenti, di domande di chiarimento di strategie discorsive negli Immigrati. * * ONE CAMPIELLO