Nella pagina il passato va da destra a sinistra
Nella pagina il passato va da destra a sinistra Nella pagina il passato va da destra a sinistra E, da quasi 50 anni che Stephen Spender tiene un diario — non proprio nel senso italiano della parola ma un «Journal» — nel quale ha trascritto le sue osservazioni, le sue riflessioni dal '39, quando la presenza di Hitler condizionava la scena politica ed intellettuale, fino agli Anni 80. In effetti questi «.Journals■> si chiudono con il 1983: 44 anni di osservazioni. John Goldsmith, il redattore (il libro è edito da Faber & Faber) ha scelto un quinto del materiale al quale Spender ha aggiunto «riassunti» tra una decade e l'altra, che spiegano eventi: i matrimoni, le nascite, i decessi ed anche gli eventi politici e culturali. In questo grande arco di tempo si incontrano protagonisti della cultura come Auden, Christopher Isherwood, Ignazio Silone, Moravia, T. S. Eliot, Virginia Woolf, Igor Stravinski, Cyril Connolly, Henry Moore, Francis Bacon, Ezra Pound. Giancarlo Menotti, Arthur Koestler. Tenere un diario è un problema: lo si fa in genere o per una eventuale pubblicazione o per bruciarlo nel segreto della propria camera. O forse per conoscere meglio se stessi. Il 20 ottobre 1939, per esempio, Spender ne parla con Virginia Woolf. (Lei stessa riferirà la conversazione avuta con Spender nel proprio diario, in modo diverso e ironico). «Devono essere passati tre weekend da quando sono stato dai Woolf. Vivono in una piacevolissima casa a Rodnell, vicino a Lewes. dal giardino guarda sulle colline Il panorama dal giardino guarda sulle colline vicino a Newhaven... Arrivai in tempo per il tè. Dopo, giocammo a bocce. Vinsi subito come, penso, succede sempre ai principianti nonostante non riuscissi a vincere una partita, dopo. Virginia ed io facemmo una passeggiata per il giardino, parlando dello scrivere; cosa che, disse, faceva sempre con altri scrittori. Le piacque l'idea che io tenessi un diario perché — disse — era l'unica cosa che riusciva a fare. Secondo lei, in ogni giornata, c'era una occasione che le mostrava le cose in modo totalmente diverso, che questi momenti di trasformazione sono il nostro modo di affermare la realtà. Questa è l'esperienza che lei stessa cerca di afferrare nei propri diari. Parlò anche del pericolo del creare le personalità letterarie....Disse che l'errore che fanno le donne ambiziose è quello di competere con gli uomini sullo stesso terreno, di diventare uomini. Le donne avevano un loro tipo di vita da sviluppare senza essere umiliate dagli uomini». Nel 1941 Spender sposò la pianista Natasha Litvin e andò a vivere ad Hampstead diventando un vicino della famiglia Freud. Conosceva Anna Freud, naturalmente. «Benjamin Britten venne a trovarci al ritorno dall'America e ven¬ Adesso c'è il vade ne a vedere i suoi vecchi amici, Forst ne a vedere i suoi vecchi amici, Forster, Eliot, Elizabeth Bowen». Spender cominciò a collaborare con Cyril Connolly che aveva fondato il famoso mensile letterario «Horizon». Una sera (1951) a cena venne T. S. Eliot che citò un giornale sovietico a proposito di sé stesso «sono reazionario, unti-semita, una Jena pornografica». Parlando della moglie di Orwell, Spender scrive: «Arrivò alle 6 circa (in ospedale) e trovò che George ed io stavamo parlando della morte di D. H. Lawrence. George disse che Lawrence era morto perché la sua filosofia di vita era diventata assolutamente impossibile». E più avanti: «Non penso che Ezra Pound sia un uomo intelligentissimo. Ha un atteggiamento serio nei confronti della poesia, da artigiano...». Nel giugno del '54: «Auden è stato ospite nostro per 3 giorni dalla fine di maggio fino al 2 giugno. L'effetto di tornare in Inghilterra per prendere la sua cattedra di poesia a Oxford è stato di farlo tornare indietro ai suoi manierismi di quando era srudente». Per Spender, il suo amico poeta era diventato difficile. Nel 1956: «Ho portato Eliot al Savoy (per incontrare Stravinski). Era di ottimo umore. La conversazione andò avanti soprat¬ dal giardino guarda sulle colline ndal giardino guarda sulle colline n mecum dell'arte di vi vere da soli
Luoghi citati: America, Inghilterra, Newhaven, Oxford, Virginia
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