La Coppa sfugge al Novara

Hockey a rotelle: il titolo continentale conquistato dal Porto Hockey a rotelle: il titolo continentale conquistato dal Porto La Coppa sfugge al Novara Una città delusa La vittoria ai poa 4' dalla fine: ciando carta e NOVARA — Neppure al terzo assalto l'Hockey Novara è riuscito a far sua la coppa dei campioni. Sabato sera, sulla sua pista, com'era successo una settimana prima in Portogallo, il Novara è stato nuovamente sconfitto dal Porto (7-5) che ha conquistato cosi il titolo continentale avendo vinto all'andata per 5-3. La partita di ritorno è stata sospesa dall'arbitro, con gli ospiti in vantaggio, quando mancavano 4' e 12" al termine, in occasione della settima rete portoghese. Allora i tifosi novaresi più giovani hanno sfogato tutta la rabbia e la delusione lanciando in pista una quantità di rotoli di carta e coriandoli che hanno reso impossibile la ripresa del gioco. Dopo aver atteso 10', come da regolamento, l'arbitro svizzero Brulhart ha decretato la fine dell'incontro sancendo il successo dei lusitani. Il pubblico si è sentito tradito dai suoi giocatori che. dopo essere riusciti a chiudere il primo tempo in vantaggio per 5-1. nella ripresa sono letteralmente crollati. Si sono fatti rimontare e surclassare da avversari dimostratisi atleticamente superiori, meglio preparati e più esperti. Sembra inconcepibile che giocatori esperti come quelli novaresi, tutti nazionali, si siano lasciati schiacciare nella ripresa quando sarebbe stato sufficente controllare partita e gioco per mantenere il vantaggio amministrandolo con un minimo di giudizio. I novaresi, invece, sono parsi come svuotati, hanno perso alcune palle decisive a metà campo facendosi infilare in contropiede da avversari che nel confronto fisico-atletico sembravano mostri. E pensare che gli ex campioni d'Italia avevano iniziato assai bene portandosi rapidamente sul 3-0 con una doppietta di Bernardini e portoghesi per 7-5 - La partita sospesa si scatena la rabbia dei tifosi che, lan coriandoli, ne impediscono la ripresa gol di Dal Lago in meno di due minuti. Questo anche se le azioni non erano fluide e risultavano più frutto di iniziative personali che il coronamento di un efficace gioco di squadra. Victor Hugo accorciava le distanze, ma ci pensavano ancora Bernardini e Dal Lago, prima del riposo, ad aumentare il vantaggio. Nella ripresa, la metamorfosi. Il Novara si piazzava in posizione d'attesa quasi invitando gli avversari ad attaccare per colpirli poi in contropiede. Tattica anche logica, se vogliamo, ma gli azzurri dimostravano di non avere la forza per far partire il contropiede: le gambe non rispondevano al cervello. Cosi il povero Piemontesi si trovava ad opporsi da solo agli scatenati portoghesi che si presentavano da¬ vanti a lui scaricando poderose bordate. Con una progressione disarmante un po' tutti i portoghesi riuscivano ad andare a segno. In dieci minuti pareggiavano il conto totale, poi allungavano decisamente il passo portandosi in vantaggio. Questo fino a quando, al settimo gol, il pubblico reagiva e la partita doveva essere sospesa. Non è stata certo, quella del pubblico novarese, una dimostrazione di sportività al cospetto di un avversario che, tutto sommato, ha dimostrato l'altra sera di essere superiore ad una squadra spenta, crollata nella ripresa a livello psicofisico. Una situazione che si era già verificata quest'anno in altre importanti occasioni come nella partita decisiva dei «play-off» contro il Vercelli. L'altra sera è mancato, in particolare, l'apporto di Mariotti, più abulico e assente dei compagni, ma sarebbe ingeneroso fare una classifica di demeriti. Visto come sono andate le cose si può dire che tutta la squadra è mancata e magari è stata sbagliata anche la preparazione* atletica. Per l'hockey Novara, che inseguiva l'unico trofeo che gli mancava per completare il suo ricco albo d'oro, quella di sabato resterà forse un'occasione irripetibile. Certamente più ghiotta delle altre due finali che gli azzurri hanno perduto contro il Reus Deportivo. Per il Porto, finalista nelle due ultime edizioni e sempre sconfitto dal Barcellona, questo è un grande exploit al quale, in verità, non credevano neppure i campioni lusitani. Al termine del primo tempo, in ritardo di quattro gol consideravano ormai persa quella coppa che il Novara doveva offrire loro, invece, su un piatto d'argento con un secondo tempo tanto dissennato. Renato Ambiei NOVARA — La finale di coppa dei campioni di hockey a rotelle con il Porto, a Novara era stata definita l'avvenimento sportivo dell'anno. Si è risolto con una cocente delusione. Con la sconfitta della squadra in pista, del pubblico sugli spalti e il rammarico di una città che aspettava questo trofeo da 14 anni, invano. I tifosi si erano mobilitati da settimane per preparare la serata: il colore dentro il palazzotto, i festeggiamenti in piazza Martiri. Si doveva andare avanti tutta la notte. E' scattata invece la contestazione, pacifica, per fortuna, ma che ha provocato la sospensione della partita. I tifosi insomma hanno voluto dimostrare di non accettare il verdetto del campo e questo non è certo un atteggiamento sportivo. Ma si sono sentiti -traditi dalla squadra- ammette Vincenzo Fasoli, il capo dei Commandos. Aggiunge: -Slamo passati dall'esaltazione del primo tempo alla delusione del secondo, quando i giocatori hanno dimostrato di non possedere nò la forza né la volontà di reagire. Dopo tanti sforzi per organizzare la grande festa ci siamo sentiti ingannati. Così è maturata quella pacìfica contestazione-. Mino Battistella, l'allenatore è distrutto. Cerca di analizzare gli errori commessi, si rammarica per la delusione riservata ai tifosi. Poi lo sfogo: «Con questa sera ho chiuso con l'hockey. Quando un allenatore si accorge che i giocatori non eseguono le disposizioni che si sono Impartite loro, i casi sono due: o non ci si riesce a spiegare o quel che si dice non conta niente; e allora deve lasciare. Questi ragazzi avevano forse bisogno di qualcuno che li trat¬ tasse peggio. (£' chiaro che posso aver sbagliato anch'io, ma questi sono giocatori nazionali che dovrebbero saper eseguire le disposizioni, Invece...-. Tra i giocatori, che hanno assistito allo sfogo del loro allenatore, nessuno vuol replicare. Il presidente Luciano Ubezlo ammette: -E' necessario lare delle verìfiche perchè questi episodi si ripetono troppo dì frequènte. Non possono essere accettati da una società come la nostra che ha latto tanti sterzi per allineare in pista la nazionale italiana. Forse la colpa è anche mia che non ho saputo usare la scopa quand'era necessario-, In tema di autocritica registriamo anche quella del preparatore atletico Andrea Volpe .chiamato direttamente in causa dal crollo fisico accusato dalla squadra nel secondo tempo. -Bisognerà rivedere II dosaggio delle preparazione perchè quest'anno ci siamo allenati poco durante la settimana, le sedute sono state torse troppo leggere. E' chiaro che se ogni volta in pista un giocatore deve partire da fermo fatica assai di più che non a far scorrere sempre I pattini. Questo succede quando la condizione fisica non è ottimale. Dal punto di vista della preparazione atletica questi portoghesi si sono dimostrati superiori. Non mi sottraggo alle mie responsabilità anche se, in Muro, chiederò più potere nei confronti dei giocatori.-. In tribuna erano presenti le massime autorità dell'hockeysmo internazionale e nazionale. Fra gli altri, il dott. Gianni Mariggi, vice presidente della federazione internazionale piuttosto amareggiato, come novarese, per l'insuccesso degli azzurri r. amb,

Luoghi citati: Barcellona, Italia, Novara, Portogallo