Maradona rischia la vita

Nell'assalto del dopopartita da parte di giornalisti e fotografi Nell'assalto del dopopartita da parte di giornalisti e fotografi Maradona rischia la vita Mea culpa dei tedeschi «Siamo stati stupidi» è dovuto ricorrere alle mani per non essere travolto - Ha dichiarato: «Abbiamo dimostrato di ti. La nostra vittoria è stata un'operazione di giustizia. Mi sono sentito figlio di Bilardo» più pietà, che applausi. Rimessosi in parziale ordine fisico, con sul volto i segni della paura a cancellare anche quelli della gioia, Maradona ha finalmente potuto sintetizzare la partita. Ha detto: -Mi sembra che tutti noi abbiamo dimostrato di essere i più forti. Personalmente, neanche quando i tedeschi ci hanno raggiunti ho avuto qualche dubbio: avevano segnato con due cross, non con un volume di gioco pari al nostro, e c'era ancora qualche minuto per quell'operatone di giustizia che è stata la nostra vittoria. Una vittoria, ho detto e ripeto, di una squadra intera e non di un solo giocatore-. Di fronte alla domanda relativa alla vittoria dell'Argentina su una squadra europea ritenuta superiore, Maradona si è quasi infuriato: 'Chi ha mai detto che la scuola europea è superiore? Non accetto di seguirvi su questo ragionamento. L'Argentina è stata grandissima, a tutti i livelli, sema nessuna limitazione'. Allora, quasi per compiacerlo, gli è stato chiesto se ritiene finito un determinato ciclo europeo, quello dell'Italia, della Francia, della Germania... Macché. Forse sono finiti alcuni giocatori, si volta pagina, il football riprende, le nazionali di questi Paesi ritorneranno grandi e la Germania, comunque, lo è stata anche qui in Messico. Tengo a dire che non ritengo assolutamente finito il football brasiliano: ha perduto soltanto una partita, forse ha già pronti gli uomini di ricambio'. Il resto della conferenza stampa di Maradona è stato praticamente dedicato, oltre che ai ringraziamenti a Napoli e ai napoletani («Devo anche a questo mondo de1 calcio italiano se sono qui, campione del mondo»), a operazioni di vendetta contro la stampa, specialmente quella argentina, ipercritica nei riguardi di Bilardo, della squadra: 'Certa gente — ha detto Diego — dovrebbe guardarsi allo specchio, ricordarsi gli sguardi sdegnosi che ci rivolgeva, invece di farsi adesso bella di una Coppa del Mondo che abbiamo vinto nonostan te le cattiverie. La squadra argentina ha tratto la sua forza proprio dal fatto di non essere data per favorita neppure da chi le stava intorno e doveva esserle amico. Ci è ve nuta dentro una voglia furiosa di lottare contro la critica che ci voleva male, che sembrava tesa ad aspettare una nostra sconfitta. Ripeto: un gravissimo fatto di costume, anche e soprattutto della gente del mio Paese'. Cos'è stato Bilardo per Ma¬ radona? «Cosi com« Passarella nel 1978 era stato il figlio adottivo di Menotti, io qui mi sono sentito figlio adottivo di Bilardo, che ringrazio anche per avermi dato i gradi di capitano'. E' stata l'unica volta in cui Maradona ha nominato Menotti, l'obiettivo principale delle sue critiche da quando l'ex et, trasformatosi in giornalista, ha buttato ve¬ leno sulla squadra argentina e sullo stesso calciatore per il quale, nel 1978, non trovò posto, con la scusa della giovane età. Per Passarella, invece, ha avuto magnifiche parole Brown, il libero che l'ha sostituito, giocando metà partita col braccio dolente: •Sono entrato in prima squadra per sostituire un mostro, un grande giocatore. Ho vinto la diffidenza di chi diceva che non avevo né talento, né forza, né esperienza per questo compito. Però tengo a dire che- Passarella era presente con noi, sempre sul campo'. E Maradona ha concluso: «E io tengo a dire che sono Brown, non Maradona, sono cioè uno della squadra argentina Campione del mondo, e basta». dal nostro inviato CITTA' DEL MESSICO — Sconcerto, delusione, aria pesantissima nello spogliatoio della Germania dopo la sconfitta con l'Argentina. E la sensazione che l'ingenuità sia stata la colpa più grossa dopo il gol del pareggio che poteva aprire alla squadra di Beckenbauer la strada della gloria Mundial. Jakobs e Brehme sono usciti dallo stanzone senza parlare, quasi prendendo a calci la porta, sembra che ci sia stata baruffa, quasi una rissa nello spogliatoio tedesco. Ma il più arrabbiato era Hans Peter Briegel: «Abbiamo perso perché ci siamo aperti in difesa, molto aperti. Non abbiamo capito la partita, abbiamo voluto vincere con la forza e invece dovevamo arrivare ai supplementari perché avevamo più condizione atletica degli argentini. La colpa di tutto è stata dei difensori che si sono lanciati all'attacco lasciando me e Jakobs completamente soli. Sul gol di Burruchaga siamo stati infilati in maniera molto ingenua». Dello stesso parere è Dieter Hoeness, entrato nella ripresa al posto di Magath, il quale ha concluso la sua carriera agonistica giocando una partita sconcertante. Evidentemente al centrocampista mancava il solito appoggio di Matthaeus destinato da Beckenbauer al controllo di Maradona. «Abbiamo commesso un gravissimo errore di inge nuità — ha detto Hoeness —, abbiamo perso una partita da stupidi. Sono sicuro che nei supplementari avremmo vinto, perché avevamo più fiato da spendere e gli argentini mi parevano ormai senza forze. Nel primo tempo la Germania ha giocato abbastanza male, con troppa paura. Nel secondo tempo invece le cose sono andate meglio proprio perché ci siamo liberati da ogni problema e timore». «Sono stato sicuro di vincere per due volte il mondiale — ha detto Karl Heinz Rummenigge —: prima della partita e dopo il pareggio del 2-2. Potevamo farcela, eravamo più preparati dal punto di vi- Delusione in Germania BONN — Delusione nella Germania federale dopo la sconfitta nella finale messicana, anche se per pochi minuti (dopo il secondo gol, di Voeller) tutti si erano illusi di riuscire a conquistare la Coppa di campioni del mondo. L'entusiasmo per il Mundial è scoppiato in ritardo, dopo la vittoria sulla Francia nella semifinale. Purtroppo non è andata come I tedeschi in cuor loro speravano. I cortei di macchine per i centri cittadini e i fuochi d'artificio ordinati da un giorno all'altro non hanno potuto prendere il via. Male è andata anche per i clienti del .Laierkasten» di Monaco di Baviera, una casa di tolleranza dove le 47 signorine ieri hanno fatto sapere, secondo quanto ha scritto «Bild am Sontag» di ieri, che avrebbero praticato uno sconto del 50 per cento (da 100 a SO marchi) per le loro prestazioni in caso di una vittoria tedesca. sta fisico, soltanto un'ingenuità nel finale, sul 2-2, ci ha puniti proprio nel momento in cui speravamo di conquistare il titolo. Schumacher ha commesso un errore sul primo gol, è vero, però non bisogna dimenticare che il portiere ci ha portati in finale. Per quanto riguarda Maradona, io lo rispetto, è sicuramente il miglior giocatore del mondo; però non ci ha preoccupati. Noi abbiamo affrontato l'Argentina con Maradona, non solo Maradona. Comunque devo fare le mie congratulazioni alla squadra di Bilardo campione del mondo». Un altro problema, nello spogliatoio aella Germania, era costituito dal terzo gol segnato in contropiede e nel finale da Burruchaga. Secondo Herbert Neuberger, presidente della federazione tedesca, il gol era in netto fuorigioco. «Comunque la squadra ha sbagliato a buttarsi troppo in avanti» ha continuato il dirigente tedesco, e i suoi giudizi sono stati condivisi anche da Karl Heinz Foerster il quale, sul gol argentino, non si è sentito di dare giudizi: .Ero troppo sconvolto da quello che è successo per dire se si trattava o no di fuorigioco». Idem Hoeness: «Ero troppo lontano per dire se era o no fuorigioco, comunque io credo di si». «Non ho visto se era fuorigioco — ha commentato a sua volta Voeller, autore del gol del 2-2 —. Può darsi che nei supplementari avremmo vinto noi. però devo ammettere che l'Argentina si è comportata molto bene in questo Mundial vincendo le partite precedenti». c. co.