Giudici polemici su Saint-Vincent « Ripuliti casinò e Val d'Aosta

Giudici polemici su Saint-Vincent « Ripuliti casinò e Val d'Aosta » Giudici polemici su Saint-Vincent « Ripuliti casinò e Val d'Aosta » Un ordine del giorn TORINO — .La Val d'Aosta protesta per le lungaggini nell'inchiesta sul casinò di Saint-Vincent? Noi pensiamo, invece, che i valdostani dovrebbero dire grazie alla magistratura torinese per aver scoperto un bubbone infetto.. La polemica, contenuta ma -'ecisa, arriva dal palazzo di giustizia torinese ed è la replica dei giudici, che dall'11 novembre '83 (la «notte di San Martino») indagano sulla casa da gioco, ad un ordine del giorno unanime del Consiglio regionale valdostano. Inviato al presidente del Consiglio Craxi, al ministro di Grazia e Giustizia, al Consiglio Superiore deiia Magistratura e alle Procure di Tarino ed Aosta, sollecita la conclusione di un'indagine •efie ha sconvolto l'intera comunità valdostana e dura ormai da tre anni.. Temi ripresi anche da 10 deputati una rno del Consiglio regio interpellanza. I magistrati torinesi rispondono sottolineando la gravità delle accuse che costituiscono i tanti capitoli dello «scandalo del Casinò». Nella «notte di San Martino», l'operazione della Guardia di Finanza scattò a Saint Vincent, Sanremo e Campione d'Italia. Il sospetto era di un controllo mafioso sui casinò. II colpo più duro toccò alla Valle d'Aosta: Saint Vincent, infatti, con la percentuale sugli incassi riservata alla Regione, costituisce la spina dorsale del bilancio valdostano. La scure di mandati di cattura si abbattè implacabile sulla casa da gioco e sull'amministrazione regionale. I dirigenti del casinò. Franco Chamonal, Bruno Masi e Paolo Giovannini (latitante nelle Antille) sono imputati di associazione per delinquere di stampo mafioso. L'ex nale sollecita la concl presidente della Regione, Mario Andrione (Union Valdotaine) è latitante da due, accusato di associazione per delinquere, estorsione, peculato, malversazione e falso. E non è tutto. Le tappe dello «scandalo» sono' tante, fissate nelle carte processuali. Man mano che i giudici procedeva nelle indagini emergevano nuovi illeciti. Dalle tangenti sui lavori dì ristrutturazione del casinò, agli arresti dei controllori di sala, alle slot machine truccate. In Val d'Aosta, però, protestano per il prolungarsi dell'istruttoria. «E allora va detto che non è mai stata un'indagine facile — ribatte Maurizio Laudi, uno dei giudici istruttori — Occorrevano controlli societari e sulle bancarotte, rogatorie internazionali. Tutto questo affidato a magistrati che non si occupavano solo del casinò, ma di al- usione delle indagini tre inchieste sulla mafia sulla criminalità organizzata. Entro la fine dell'anno, comunque, sarà conclusa.. Nell'ordine del giorno si parla anche di ripercussioni negative per l'immagine della Val d'Aosta. Come rispondono i magistrati? Nessuno di loro vuole alimentare la pole mica. Tutti si limitano a indicare i «risultati» del blitz: la constatazione che in questi tre anni il Casinò è stato ripulito, insieme alla Regione. La quota della società di gestione Sitav, in mano a Chamonal, Giovannini e Masi (il 21 per cento), è sotto sequestro. La Saiset, la società che gestiva i giochi americani per conto di Chamonal e dei suoi due soci, ha perso la concessione. Andrione, infine, con tinua a restare latitante, «< dimostrazione di quanto era no fondate le accuse.. Ettore Boffano