Ragazzo assolto poi condannato per omicidio da Padova un appello della madre al mondo

Ragazzo assolto poi condannato per omicidio da Padova un appello della madre al mondo Ragazzo assolto poi condannato per omicidio da Padova un appello della madre al mondo Diciotto anni, è accus PADOVA — «Noi vogliamo che si rifaccia il processo, non chiediamo la riduzione della pena, ma solo giustizia perché Massimo è innocente, tutto quello che ha detto corrisponde al vero, la storia di cui è accusato ingiustamente è contro il suo carattere: Massimo è un ragazzo dolce, anche in carcere aiuta tutti e tutti gli vogliono bene. E' una storia che non ci appartiene, che riguarda altre persone. Il lavoro che stanno facendo in Francia in questi giorni è davvero grande e tra non molto sarà interessata anche l'Inghilterra-. Sono queste le parole della madre di Massimo, Lelia Carlotto che aggiunge: «Massimo è un ragazzo che ha una grande forza d'animo. L'ultima volta che sono stata a trovarlo alla casa di pena di piazza Castello è stato proprio lui a dare coraggio a me e a mio marito. Forse in settembre chiederemo la riapertura del proces- CHE TEMPO FARA' ato della morte di una stude La vicenda di Massimo Carlotto risale al 20 gennaio del 1976 quando in una villa di via Faggin, alla periferia di Padova, viene trovata assassinata da una cinquantina di coltellate Margherita Magello, una bella universitaria ventiquattrenne laureanda in lingue. La scoperta viene fatta dalla madre al suo rientro a casa: cancello e porta d'ingresso spalancati, luci accese e poi l'agghiacciante realtà, il corpo completamente nudo della figlia orribilmente martoriato giaceva sul pavimento di un ripostiglio dove probabilmente Margherita aveva cercato invano un riparo. Dopo alcune ore dalla scoperta il colpo di scena: al comando del gruppo dei carabinieri di Prato della Valle si presenta un giovane. Massimo Carlotto, 18 anni, il quale riferisce che transitando in bicicletta per via ntessa - A Parigi raccolta di Faggin aveva sentito una voce che invocava aiuto provenire dall'appartamento sopra il quale abitava la sorella Antonella, sposata a un ufficiale dell'Aeronautica. Carlotto appoggia la bicicletta alla recinzione esterna, il cancello del giardino è aperto, entra in casa della Magello dove trova Margherita agonizzante. Cerca di prestarle aiuto, si sporca anche i vestiti di sangue, ma poi impaurito e scioccato si allontana. Proprio questa versione ha sollevato dubbi sia tra gli inquirenti sia tra i giudici del tribunale di Padova che nel processo di primo grado prosciolgono il giovane per insufficienza di prove. Il 19 dicembre del 1979 la Corte d'appello di Venezia ritiene colpevole Carlotto e lo condanna a 18 anni di carcere, pena che diventa definitiva con la sentenza della Corte di cassazione del 19 novembre del 1982. firme su «Le Monde» La vicenda intanto divide la città in due fronti: innocentisti e colpevolisti. Massimo espatria in Messico dove trova lavoro come traduttore, ma il 31 gennaio dell'85 viene espulso e all'aeroporto di Milano arrestato dall'Interpol. Il 1° febbraio dell'85 viene associato alla casa di pena di piazza Castello a Padova dove tuttora sta scontando la pena. Su «Le Monde» un centinaio di personalità del mondo della politica, della cultura e dell'arte ha firmato un appello in cui si chiede giustizia per Carlotto. «La sola speranza per Massimo — si legge — è una grossa mobilitazione in Italia e all'estero per obbligare la giustizia italiana, già molto criticata dagli organismi di difesa dei diritti dell'uomo, a riparare t propri errori, a dare più peso alle argomentazioni della difesa e ad agire con più equità.. Antonio Trivellato

Persone citate: Carlotto, Faggin, Lelia Carlotto, Massimo Carlotto