Ragione e mistero quale significato assumono nelle «visioni» dei poeti

A San Miniato grande incontro per la poesia: voci da tutto il mondo A San Miniato grande incontro per la poesia: voci da tutto il mondo Ragione e mistero, quale significato assumono nelle «visioni» dei poeti? Mario Luzi nella prolusione affronta che aveva promesso di venire al co A San Miniato Mario Luzi ha tenuto sabato la prolusione inaugurale al congresso dei poeti. Per sua gentile concessione la pubblichiamo integralmente. Un pensiero di Leopardi asserisce che la pura ragione non mescolala con niente altro condurrebbe l'uomo alla follia. Dicendo queste parole aveva in mente, è da credere, i disastri del trionfante razionalismo scientista e nel cuore le <■ Favole antiche» ovvero l'immaginoso rimpianto di epoche dominate dulia forza e dalla dolcezza mitopoietica dell'uomo. Questo pensiero di Leopardi credo possa essere assunto come verità profonda e fondamentale. Personalmente lo trovo di una semplicità e di una .sapienza degne di quei filosofi luminosi anteriori alla filosofìa. Il pensiero leopardiano resta inatlacabile. lo sfondo su cui il suo enuncialo si staglia è invece molto cambiato. L'opposizione che uno spirilo lucido e impavido come il suo poteva al suo tempo cogliere tra la razionalità melodica e finalistica della sua mente moderna e una ragione più integra e più misericordiosa nei riguardi delle alogiche ma vitali ed essenziali richieste della natura umana; quel contrasto insomma da lui riconosciuto ira il mito della onnipotenza scientifica e lo staio intimamente mitico in cui l'umanità si era sviluppala per drammi e con armonia senza tradirsi: quell'opposizione, quel contrasto oggi non hanno più la slessa consistenza, anzi continuano a diventare sempre meno comprensivi alla nostra coscienza. Sono caduti forse i termini concreti, se non anche le loro denominazioni, di quella che con parola patristica o cristiana toni court si potrebbe chiamare agonia. Qu ■ preciso patrimonio di sensi e significali circoscrive oggi la parola ragiono? Qual è oggi il posto della parola mistero nel vocabolario lessicale e in quello filosofico dei nostri giorni.' ■ Il tema proposto per questa commissione appunto ripresenta questi concetti, nomina lealmente queste nozioni o presunzioni, rimosse durame molli anni e ora riaffiorami in una luce nuova, per imposizione dello stalo attuale della crisi e della ripresa speculativa. Qualunque sia l'orientamento delle riflessioni che seguiranno durante i lavori credo non mancherà di venire tu piena luce questo preliminare della massima importanza: che cioè le nozioni di ragione e di misterioso non agiscono ormai per nulla ai danni gli uni degli altri e neppure si contendono lo spazio della loro giurisdizione. L'orgoglio e la sufficienza uniti agli innegabili meriti di fede scientifica positiva che ebbero le così dette teste forti dell'Ottocento tendevano a svalutare il mistero vedendovi soprattutto una sterminata riserva dell'ignoranza da cui fiorisce la superstizione; e usavano ogni energia a strappargli delle province come a un impero nemico. Ragione e mistero erano due polarità antitetiche in permanerne conflitto. La battaglia della scienza era per restringere il territorio del mistero e ancora più per demolire la forma mentis che gli era omogenea e che, ferita, si ricomponeva dopo i colpi, assorbendo le lacerazioni prodotte. Protagonista confesso era quella specie di protomuierialismo che oggi appare così lontano che già alcuni anni or sono a I.ovanio si potè immaginare e attuare un convegno dal tìtolo Maticre et mystère. In effetti la scienza nei suoi sviluppi odierni è e accetta di essere una moltiplicatrice di mistero nello stesso tempo che sposta in avanti, accumulando cognizioni e dati, la frontiera del conosciuto. La frontiera del conosciuto, spostandosi in avanti misteriosamente non limila lo spazio del conoscibile, voglio dire dì ciò alcuni interrogativi nvegno e di aprire Il ricordo di Joi lavori con un la storia dell'Occidente. Sono mutati dunque i termini della contesa o è mutata solo l'accezione di ciascuno di quei termini? La storia delle parole è d'ultra parte la storia interna delle trasformazioni sostanziali che l'ordine concettuale tarda molto spesso a registrare. Non è il momento, non spetta a me, quand'anche ne fossi capace, anticipare alcuna conclusione. Mi limilo a osservare che se il mistero rientra dal suo ostracismo filosofico nella cultura presente come una dimensione propria e profonda del rapporto ira l'uomo e il tulio, ira l'uomo e se stesso, e se la sua parte di lemma negativo e inconciliabile con il discorso della ricerca è finito, resta da domandarci qual è il vero significato della sua ricomparsa all'interno della nostra speculazione. Mistero t- per noi il luogo dove si rifugiano le nostre .onfitte e si risarciscono le nostre impotenze o è il luogo da cui provengono messaggi, quei messaggi che nutrono la mente come tali o che invitano la ragione a superarsi, a spingere più in là e altrove la linea della sua razionatila? Dal momento che. come sappiamo. razionale è un termine variabile e molto relativo olire che ridut¬ Mario Luzi che resta non conosciuto. La scienza non ripugna alla nozione di mistero, mi pare piuttosto tenda oggi a includerla. Lo slesso fa la ragione se riesce a distaccarsi dall'abuso della razionalità che fu prevalentemente utilitaria nel¬ rge Luis Borges a sua relazione tivo nei riguardi della ragione, della ragion d'essere; e follia lo è altrettanto secondo la fortuna accidentata che segue il percorso dei vocaboli dalle direzioni incrociate, testimoniando, come dicevo, i mutamenti latenti nella nostra mentalità storica e civile. Alla confluenza di queste mobili e cangianti prospettive della mente umana sia la poesia, cangiante anch'essa e sempre uguale al suo principio. Sta a legiferare, a decidere, a ordinare? O sta a interpretare una inesauribile e interminabile fatica di metamorfosi a cui il mondo della natura è sottoposto o chiamato, essendone a sua volta la storia niente altro che uno strumento? Questo io non so e se anche presumessi di saperlo non lo direi quando invece è il tempo di lasciare la parola a Chouraqui che entrerà nel tema. Ma concentriamoci prima per un momento nel ricordo di Borges e sarà un modo anche questo di prendere di petto l'assunto, tanto l'opera del grande argentino è intrinseca e consustanziale con questo genere di interrogazioni e di problemi. /Von per mente avrebbe infatti aperto lui con la sua relazione il nostro lavoro. Mario Luzi

Persone citate: Borges, Chouraqui, Leopardi, Luis Borges, Mario Luzi

Luoghi citati: San Miniato