A Montpellier c'è danza per tutti i gusti di Sergio Trombetta

15 compagnie in 21 giorni propongono classica, flamenco e molte novità 15 compagnie in 21 giorni propongono classica, flamenco e molte novità A Montpellier c'è danza per tutti i gusti Nella bella città del Midi il direttore Jean-Paul Montanari è riuscito ad allineare varie e interessanti proposte NOSTRO SERVIZIO titiva (Steve Reich, Glenn Branca) che mescolano l'attenzione per le forme complesse di Pilobolus (con cui Monte ha danzato) con l'emozionalità della Graham (di cui è stata solista). Due le novità per l'Europa: Dreamtime e VII for Vili, entrambi su musica di David Van Tieghem. Il secondo è una coreografia realizzata per il Boston Ballet e denuncia la sua nascita per un corpo di ballo di impianto classico, zeppo com'è'di jeté, giri e piccole batterie, ma pieno anche di divertita e allegra voglia di ballare. A Montpellier gli onori di casa li fa Dominique Bagouet che con la sua compagnia è a capo del Centro Coreografico Nazionale di Montpellier, uno dei molti regolarmente sovvenzionati dal governo che sino ad oggi ha generosamente sostenuto finanziariamente la giovane danza d'oltralpe. Danzatore di nascita accademica, un passato con Béjart, Bagouet ha creato alcuni titoli che sono già diventati un classico della nouvelle danse; come per esempio Deserts d'Amour, anche questo in giro in questi giorni in Italia: a Roma e Firenze. L'anno scorso per Montpellier Danse Bagouet ha creato Le crawl de Lucien. Quest'anno, impegnato a realizzare una nuova coreografia per il corpo di ballo dell'Opera di Parigi (Fantasia semplice), ha lasciato a un suo ballerino di talento, Michel Kelemenis, il compito di montare la novità per il festival. Si chiama Crème de jour la creazione di Kelemenis per Montpellier ed è andata in scena insieme ad Aujourd'hui Simon, un altro titolo di Keleme¬ nis. In Crème de jour la colonna sonora mescola Wagner a Josephine Baker a musica concreta di Marc Khanne. Ma in contrasto con le note sciroppose della Baker, con la soprannaturale rarefazione del preludio del Parsifal o con l'allegria del Lohengrin, la coreografia non concede nulla, non si lascia coinvolgere, resta fredda e distante. Sono gesti rigidi, movimenti bruschi, disarticolati, delle braccia e delle gambe, la cifra della gestualità di Kelemenis che in larga parte rifà Bagouet. E' una danza tutta di testa, senza abbandoni, razionale e fredda come un calcolo matematico eppure sottilmente affascinante. Nel succedersi e nell'lntrecciarsi dei gruppi (sono tre ragazzi e cinque ragazze) si intuisce lo sviluppo, l'accenno a piccole, quotidiane storie d'amore che non emergono chiaramente che nel finale con il lungo abbraccio di due coppie. Trentanove anni, una faccia tutta naso e occhiali, Jean-Paul Montanari da tre anni è a capo di questo Festival che, sostiene lui, «é il più importante di Francia» ed ha un bilancio globale, per quest'anno, di 5 milioni di franchi (circa un miliardo di lire). Responsabile delle scelte varie e intelligenti della rassegna, Montanari annuncia per l'edizione '87 di Montpellier Danse una forte presenza americana,un match Francia-Usa, che sarà aperto all'Opera di Montpellier da Trisha Brown. Una vera sfida alla moda che vede oggi nell'Europa il centro delle novità in fatto di danza. O forse un gioco d'anticipo. MONTPELLIER — .E' un festival per tutti» dice Jean-Paul Montanari, che da tre anni ne è il direttore. Montpellier Dan se, cioè 15 compagnie per 21 giorni dal 23 giugno al 12 luglio, è un festival che certamente accontenta ogni gusto: ecco la Giselle del Ballet di Montecarlo e gli olandesi del Nederlands per chi ama il classico e il contemporaneo; il flamenco di Manuela Vargas o i gruppi cinesi e giapponesi per chi preferisce il folklore. Senza dimenticare però che il ruolo di un festival è di presentare novità. Ecco allora tanta nouvelle danse francese con molte creazioni assolute. Il tutto in due spazi all'aperto (più un teatro, una grande discoteca e l'Opera locale) nel centro storico di Montpellier, dove i profili degli antichi palazzi ritagliano brandelli azzurri di cielo del Midi, a dieci chilometri dal mare e a un tiro di schioppo da Nlmes e da Avignone, sede di un altro festival prestigioso. il via alla manifestazione l'ha dato quello che oramai è diventato un classico della genialità effimera francese: Le defilé, un balletto di Regine Ch opino t che altro non è che l'occcr sione di mostrare gli incredibili, geniali, pazzi costumi di Jean-Paul Oaultier. E' uno spettacolo già visto, anche da noi, e in questi giorni è a Roma a Villa Medici Ecco allora, subito dopo, qualche novità dall'America con la Elisa Monte Dance Company. Sono otto danzatori dalla tecnica molto forte per i quali Elisa Monte (dal nome italiano, ma dallo snob newyorchese) costruisce coreografie su musica ripe¬ Sergio Trombetta