Dagli anni di piombo una cella piena di libri

Esame di maturità anche per due detenuti di «Prima Linea» Esame di maturità anche per due detenuti di «Prima Linea» Dagli anni di piombo una cella piena di libri Non è la prima volta che la commissione va alle «Nuove» per incontrare i candidati - Un questionario sui consumi culturali nel carcere elaborato da Sergio Segio e altri ex leader del terrorismo Il 3 e 4 luglio si svolgeranno le prove scritte della sessione di «riserva, degli «esami di maturità. Vi prenderà parte una dozzina di candidati, fra cui due detenuti delle «Nuoce». Paolo Zambianchi e Federico Alfieri, in carcere, con pesantissime condanne da scontare, per aver partecipato ad omicidi e rapine come esponenti di Prima Linea. Il primo «presenta» il programma del quarto e quinto anno della maturità scientifica. La commissione lascerà per l'occasione le aule del Liceo Galileo Ferraris per recarsi in carcere (sino a qualche anno fa accadeva 11 contrario e il detenuto finiva In catene davanti ai professori). Zambianchi — assicura il direttore Suraci — si è preparato con scrupolo. «Non ha voluto che nessuno l'aiutasse', aggiunge un assistente volontario che gli ha procurato «un lunghissimo elenco di libri*. Anche Alfieri ha un programma di esame molto Impegnativo, con più di un anno di scuola da 'recuperare». La sua «maturità* è quella di «arte applicata*. Non è la prima volta che dei detenuti sostengono gli esami di maturità. In sé, quindi, la notizia è «piccola». Potrebbe essere intesa come una curiosità, niente di più. Ma, se il carcere non deve essere un luogo di afflizione, di giornate vuote che diventano mesi, anni, una vita; se non deve, metaforicamente, « tagliare le mani a chi vi entra», secondo una felice definizione di mons Antonio Ribollii dell'ozio forzato in cui sprofonda la condizione del detenuto, la -piccola notizia» diventa invece l'occasione per parlare di quanto si sta facendo e si vuol fare per trasformare celle e bracci in luoghi di studio, di lavoro, di consumi culturali. Alle «Nuove si svolgono da anni corsi completi di scuola media, gestiti dagli insegnanti della «Verga». Negli ultimi dodici mesi vi hanno partecipato una quarantina di detenuti. L'Istituto professionale Plana organizza a sua volta in carcere, con propri professori, corsi triennali per congegnalo!-! meccanici, con la possibilità di proseguire sino al quinto anno e al diploma. La Regione Piemonte vi attua un progetto-pilota in Italia per la formazione di montatori radio-tv, floricoltori, giardinieri, ebanisti-mobilieri. Un corso di inglese è riservato alle detenute dell'«area omogenea: Per le «comuni» sono stati allestiti laboratori di acconciatura e per la confezione di maschere. Un terzo, di iniziazione al teatro, è in preparazione per l'autunno. Infine, da qualche mese si svolge alle «Nuove» anche un seminario universitario, diretto dal prof. Neppi Modona, su «Riforma del diritto di famiglia e delitti contro la libertà sessuale», cui partecipano anche studenti esterni. Oli «interni», sulla base delle cifre fornite dalla direzione delle «Nuove», sono 150 per tutte le attività di formazione, esclusi i corsi di scuola media. Di primo acchito, l'elenco delle iniziative impressiona, soprattutto chi è abituato a pensare al carcere come ad un luogo di immobilità asso- luta, fisica ed intellettuale. Ma c'è il problema degli spazi, «anche se ci arrangiamo e riusciamo a garantirne per tutto», aggiunge il dott. Suraci. La speranza generale si spende tutta sul futuro, in vista del trasferimento nel nuovo carcere delle Vallette. C'è soprattutto «grande voglia di fare qualcosa»: corsi di lingue straniere, di alfabetizzazione informatica, psicosomatica, artigianato, musica, yoga. Lo conferma un'indagine sugli interessi culturali sportivi e professionali svolta in carcere per iniziativa di alcuni detenuti «politici»: Daniele Gatto, Carlo Molinero, Guido Manina, Ermanno Faggiani, Claudio Waccher, Sergio Segio, Susanna Ronconi, Liviana Tosi. Barbara Graglia, Nadia Mantovani e Rosaria Roppoli. Ne dà notizia 1 Vispe, l'agenzia di stampa del Gruppo Abele. Elevatissima la percentuale dei detenuti (1.127 sono stati i questionari distribuiti) che hanno risposto: il 74.4 degl: uomini, l'87 per cento delle donne. La fotografia del detenuto è giovane: la stragrande maggioranza ha meno di 35 anni, i due terzi sono in attesa di giudizio o «appellanti: l'84,9 per cento degli uomini è in prigione da meno di tre anni, n carcere vi appare come un luogo che vive a stretto contatto con la città, «L'attenzione è grande per ciò che anima la vita sociale: le mode, le frustrazioni, i fermenti, raramente la politica, la cultura percepita dalla musica, dagli spettacoli scrivono gli autori dell'indagine. E su tutto emerge il «bisogno» di lavorare. Alle «Nuove» solo il 20 per cento ha piccole occupazioni «di tipo domestico». Dopo 9 anni, tornano da privatisti

Luoghi citati: Italia, Piemonte