Sturzo, Turati parlavano chiaro

Sturzo, Turati parlavano chiaro Sturzo, Turati parlavano chiaro ROMA — Gabriele De Rosa si dice convinto che la gente non abbia capito un granché del voto di fiducia dato al governo dal Parlamento e poi subito ritirato, dei giochi segreti dei franchi tiratori, delle manovre tra le segreterie di partito. Ma lo storico afferma che • questi episodi, anche se stigmatizzabili, si ripetono da semprenella storia politica italiana. De Rosa può considerarsi un allievo di Luigi Sturzo, e ricorda come il fondatore del partito dei cattolici abbia dato battaglie tremende contro il voto segreto -Rileggendo alcuni scritti di Sturzo su questo argomento, si rimane stupiti dalla sua preveggenza- Crcsce la distanza tra I politici • la gente. Qual è II male più grande della nostra politica? • C'è un'anomalia di fondo nella storia della politica italiana: è come se ci fossero due maniere di condurre . • vita politica. Una è quella che merge formalmente, e che è data dalle elezioni, dal Parlamento e dalle istituzioni Poi c'è un'altra vita politica, dove si rifugiano sempre certe torme di esercizio del potere, quelle delle cospirazioni, delle sette Queste appartengono a una storia in cui l'Italia è stata sempre bravissima,. C'è un gusto storico per la trama nascosta- Insomma, non c'è nulla di nuovo, è una caratteristica storica della nostra politica? •Più che di caratteristica, parlerei di ambivalenza della vita politica italiana. Certamente da criticare, perché tutti ne siamo sconvolti e ogni volta ci meravigliamo. A mio avviso dovremmo smetterla di meravigliarci e deciderci finalmente a metterla sotto processo, per cercare di eliminare questo costume ormai secolare della nostra vita politica-. Ma Giolitti, Sturzo, Turati, erano più comprensibili per I loro elettori, di quanto to siano Crini, De Mita e gli arai politici di oggi? •A mio parere si, erano molto più comprensibili, innanzi tutto perché conoscevano bene la lingua italiana. Erano personaggi cresciuti a esercizi di vita umanistica, anche se con grandi differenze tra loro. Uri linguaggio più rotto, più nervoso quello di Sturzo, più solenne e oratorio quello di Turati, legato alla tradizione del socialismo italiano Ma non c'è dubbio che si tacessero comprendere con chiarezza- E non è dato sparare In un ritorno a quegli esempi? •Probabilmente si tratta di stagioni irripetibili, legate a una visione della vita pubblica sostanzialmente ristretta. Il suffragio universale esteso anche alle donne risale soltanto al 1946. e nel 1913 il diritto di voto spettata a meno di tre milioni di cittadini La formazione della classe dirigente era dunque legata agli ambienti intel¬ lettuali, e i leader politici avevano tutti grandi studi alle spalle. Oggi siamo in tutt'altra situazione, e nella politica c'è di tutto un po'-. Nelle recenti elezioni siciliane parò, quasi II trento per canto non ha votato. Non si tratta di un dato preoccupante? •E' senz'altro preoccupante, anche se resta da vedere se questo dato è solo siciliano o si rifletterà su scala nazionale. E' in ogni caso preoccupante, perché non si può dire che questa astensione colpisca il tale o l'altro partito: li colpisce tutti insieme. Sembra quasi un attacco al sistema della partitocrazia, alla gestione del potere da parte dei paniti. Si tratta di un'indubbia manifestazione di insofferenza, che in Sicilia può assumere anche contorni particolari, date certe tradizioni di sfiducia verso la capitale centrale-. Roma, capitale di tutu i mali? • Questo motivo, di Roma sentina di ogni male e pregiudizio, è diffuso sì in Sicilia, ma se si va in Veneto non è che sia diverso. Sarà un luogo comune, ma concentra su un» città la degradazione che appartiene ormai al mondo politico uscito dalla Resistenza. La sua colpa sta nell'aver monopolizzato i meccanismi di formazione della volontà politica, determinando torme di canalizzazione del consenso che sono ormai precarie» Quaie rimedio occorrerebbe? • Quel che si può desiderare, è che i paniti riescano a parlare un linguaggio che appartiene agli interessi generali di tutto il popolo, e che sia un linguaggio comprensibile. E' l'aspirazione che stiamo inseguendo dal 1946, dalla formazione della Repubblica. Quella esistente, è una gestione politica che conserva ancora qualche carattere ciellenistico; e da questo punto di vista, ancora non apertamente fiduciosa nell'estrinsecazione di autentiche torme di democrazia e di libertà per il nostro Paese» Ma la colpa principale non è dalla de, che dal 1946 gestisce II potere? «Non si venga a dire che è colpa dei cattolici Hanno anch'essi alle spalle una tradizione ricca di fermenti e apenure democratiche. Quei discoi si sul senso dello Stato che mancherebbe ai cattolici, sono vecchi La realtà è che il senso dello Stato è carente un po' in tutti I partiti, in questa fase che stiamo attraversando E questo Stato oltretutto, ha a che fare con problemi alla luce dei quali, quelli che dovette affrontare la classe dirigente pretascista avevano tutt'altra dimensione I problemi di oggi sono molto più complessi, non riguardano soltanto la nostra politica interna ma più in generale lo sviluppo economico e tecnologico proprio dei Paesi nella fase postindustriale- Gianni Pennacchi

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