Politici quando uscirete da Babele?

Linguaggio oscuro, burocratico e retorico: ci sono segni di miglioramento, ma... Linguaggio oscuro, burocratico e retorico: ci sono segni di miglioramento, ma... Politici, quando uscirete da Babele? Politichese con effetto boomerang «La gente vuole più fatti e meno retorica», dice il filosofo Abbagnano «Invecchia il modo di fare politica» «Puntate sul look vincente» Non si riflette abbastanza al fatto che è difficile parlare e scrivere di politica. Lo è soprattutto in un paese come l'Italia dove coesistono molte tradizioni politiche e la democrazia ha lunghe radici solo in poche zone. L'esistenza di molti partiti, a loro volta frazionati in correnti nazionali e in gruppi e frazioni a insediamento locale, complica ancora di.più il problema della comunicazione politica, soprattutto di quella a livello nazionale che si esprime attraverso i massmedia: la televisione, la radio, i giornali. Lo stesso discorso politico deve poter comunicare a una pluralità molto diversa di interlocutori: gli altri partiti, gli elettori del collegio e quelli del partito, i giornalisti e la più generale opinione pubblica. La via più breve per costruire un messaggio capace di parlare a interlocutori tanto diversi è quella di scegliere il gergo, la frase enigmatica a effetto. Non a caso 1 giornali sono stati definiti per •millecinquecento lettori- (Forcella) o > Lettera privata tra gli uomini del potere- (Eco) per significare tale scelta comunicativa riduttiva che ha portato alla nascita del politichese, cosi criticato da tutti. Solo da poco alcuni grandi leader hanno imparato a usare un linguaggio più sintetico, diretto e immediato, capace di semplificare efficacemente la complessità della politica senza cadere nel gergo povero, inelegante e rozzo, che la maggior parte dei politici usa quando parla nelle aule parlamentari o nel proprio collegio. Parlare e scrivere di politica è difficile perché la politica è, di tutte le attività umane, la più complessa: quella che più di altre contribuisce a costruire il senso degli eventi e della storia ma anche quella che è a contatto quotidiano con i giochi della frode e della violenza, dell'intrallazzo e dell'imbroglio. L'immagine popolare qualunquistica della politica è legata soprattutto agli aspetti bassi dell'agire politico e si riflette nel giudizio negativo che generalmente si esprime sulle prose politiche, spesso costruite da persone che condividono tale immagine bassa della politica che contribuiscono cosi a riprodurre. La dimensione alta della politica — quella connessa all'etica, al sentimento forte dei fini, al senso delle vicende storiche — è patrimonio di pochi e talora essa stessa si svilisce nell'uso strumentale che i paladini della questione morale ne hanno fatto. Di politichese si è discusso in un interessante colloquio tenutosi presso il Centro culturale di Saint-Vincent intorno al tema: .Dove va la lingua italiana? E va lasciata andare?». Storici della lin gua italiana e glottologi, studiosi e giornalisti hanno cercato di rispondere alle due domande del titolo proposte da Jader Jacobelli, garbato animatore del colloquio. E' stato detto che i politici stanno imparando a usare meglio la lingua come strumento di comunicazione ma anche che, fatte salve poche eccezioni, la maggior parte dei politici usa un linguaggio burocratico-retorico, con forti presenze dialettali, infarcito di due tipi di citazioni: quelle classiche e quelle tecnico-scientifiche. In entrambi i casi si tratta di citazioni di seconda mano, spesso usate a sproposito in modo che producono un effetto-boomerang. Diventano la spia più evidente di una doppia legittimazione mancata: quella nei riguardi della tradizione colta e umanìstica e quella nei riguardi del mondo nuovo delle professioni nate dal progresso tecnico e scientifico. In una democrazia, è stato detto a Saint-Vincent, il parlare e lo scrivere chiaro da parte del politici, oltre a essere il risultato di una solida formazione culturale, dovrebbe essere anche un dovere civico da perseguire con determinazione. Giovanni Bechelloni a DAL NOSTRO INVIATO MILANO — Nicola Abbagnano non la più l'assessore (pli) alla Cultura La lettera è arrivata al sindaco Tognoli un paio di settimane ta. Stile misurato, concetti essenziali l'incarico era diventato troppo gravoso, certo l'esperienza era stata interessante, ma la stanchezza, l'età (il 15 luglio il lilosoto compie 85 anni), la necessità di coltivare gli studi, hanno avuto il sopravvento Nel lasciare, lei ha parlato di stanchezza, ma anche di delusione. E' stati! la politica a deluderla? "Non è stala la politica in sé: quest'esperienza mi è servita e mi ha tatto capire tante cose. Ciò che mi ha sfavorevolmente impressionato è stata la complessità della legislazione, una montagna di decreti, disposizioni, leggi e leggine, che oltre a imporre una quantità enorme di controlli che alla prova dei fatti non funzionano, impacciano inesorabilmente l'attività amministrativa di un grosso Comune come Milano-. La gente si allontana dalla politica: I politici parlano, urlano, e la gente non II sta a sentire. Perché? •Perché le parole sono sempre quelle, e la gente, ormai, guarda ai latti. Più che grandi discorsi, la gente vuole latti, anche modesti, di cui possa godere l'utilità. Inutile parlare dei doveri dello Stato, dei suoi compiti e cosi via. vediamo come lo Stato esercita in concreto questi compiti, come fa funzionare la sanità, i servizi, le pensioni, i trasporti. E' a questo che la gente pensa. E non solo perché tocca direttamente i suoi interessi, ma perché influisce sulla vita di tutti, giorno per giorno-. Più latti e meno chiacchiere... •Meno retorica. Gli anni della retorica sono finiti. Gli italiani mirano al sodo e giudicano i partiti e le personalità in base a quello che effettivamente fanno. O non tanno- E' la politica che invecchia, o sono vecchi I sistemi usati dal politici? •La politica non invecchia è l'arie di governare, di saper capire i bisogni della gente e far funzionare la macchina dello Stato. Ciò che invecchia sono i modi di tare politica. Invecchiano i discorsi "sui massimi sistemi", le abitudini di parlare di grandi ideali perdendo di vista le cose vere, pratiche, che si affrontano nella vita di tutti i giorni- Nolle elezioni siciliane, Il partito del «non voto» è risultato secondo, dopo la de. Tutta colpa dei politici? «Non direi, ha pesato l'atmosfera propria della realtà siciliana, dove agiscono elementi locali, condizionamenti, interessi particolari più o meno leciti. E' chiaro che la politica vera, quella seria, ne ha risentitoSe Giolitti tornasse oggi a far politica, saprebbe parlare agli elettori? •Aveva un tondo pratico torse sì» E Mussolini? •Parlava, per quel che ricordo, di grandezza dello Stato, dell'Italia al primo posto nel mondo Non credo che oggi avrebbe molti ascoltatori- Che cosa dice ai politici che partano difficile? • Che questo loro linguaggio astruso serve solo a escluderli da¬ gli interessi della gente » Perché In molti ambienti di lavoro la politica ha soppiantato la professionalità? •Il modo partitico di tare politica ha preterito le tessere alle competenze e ai meriti: i guasti sono sotto gli occhi di tutti». Nella società dello spettacolo, basta un'Immagine diversa, un nuovo «look» per rendere la politica più presentabile? •No, non basta il look Bisogna che la politica scenda dalle nuvole e metta i piedi per terra. Non sono necessarie nuove teorie: le teorie sono sempre quelle. La politica deve servire a far stare insieme i cittadini nel modo migliore possibile: con sicurezza, libertà, tutela dei loro interessi-. Che cosa deve dire un politico alla gente? • Signori, ora vi spiego la mia ricetta per risolvere i vostri problemi» Mauro Anselmo Non è più la politica a interessare la gente, ma l'immagine della politica «Piaccio, dunque esisto, il leader degli Anni Ottanta tralascia i contenuti e si contempla allo specchio Carisma, magnetismo, fascino Una logica da società dello spettacolo, dove anche i discorsi, i programmi, i messaggi diventano estetica, e l estetica obbedisce a proprie leggi, si trasmette attraverso nuovi canali Fi'O a qualche anno fa potevano anche essere decisivi gli studi universitari: oggi il leader deve puntare prima di tutto su un look vincente Profilo televisivo, sorriso accattivante, scuola di dizione per correggere il tono e la pronuncia Servono nuovi stratagemmi per sedurre le folle Reagan insegna I partiti, più che con programmi e ideologie, si identificano con i propri leader il campo d'azione e il palcoscenico dei mass-media, e per non finire fra le comparse, i leader devono adeguare continuamente abito, trucco e immagine E la tesi di Roberto D'Agostino, esperto di moae e di look, ultimo libro uscito da poco. Come vivere — e bene — senza i comunisti Siamo nell'età della post-politica, assicura D'Agostino, e anche i politici, se non vogliono soccombere, devono adeguarsi alle nuove regole del gioco «La politica é un prodotto che essendo smerciato nella società di mercato, obbedisce alle regole del mercato. Le formule di ieri non interessano più Occorrono nuove formule, nuovi metodi di seduzione» La politica «da vendere, come un dentifricio o una saponetta? •Proprio cosi i parliti sono le aziende, gli elettori la massa dei consumatori E ci vuole professionalità anche nel vendere la propria immagine Quando ti arriva la troupe televisiva per concederli mezzo minuto di primo piano al telegiornale, non puoi trovarti impreparato, impacciato, emozionato o sudato Devi saper affrontare le telecamere, devi ottenere il massimo risultato e sfruttare a fondo l'occasione Reagan lo ha capito benissimo sorride, seduce e, senza drammatizzare, parla soavemente di ordigni nucleari e di corsa agli armamenti- Il mondo della politica si è «hollywoodizzato». e nel rapporto tra il leader e le masse domina una sottile torma di erotismo Come interpretano gli uomini politici italiani il nuovo look della politica? -Maio — risponde D'Agostino — E nel giudizio comprendo anche Craxi troppo corrucciato, troppo austero- Ecco una serie di definizioni (scherzose), dei nostri leader Craxi •idraulico-solidoSpadolini .looklardoFalcucci -look pancera gialla» Altissimo -Blaser RunnerSilvia Costa «9 settimane e mezzo- Nicolazzi •look ragioniere si cambi- Andreotli -look vero cuoio(dura da quarantanni) Longo -look longoioide- Nilde Jotti -Speriamo che sia femmina- Tina Anselmi -look Inps- Fanfani «bonsai. Natta -blu noia» Mastella •blu tosto- Formigoni -look chierico-vergine- Goria -pelo-capitonnet» De Michelis -formula uno anti- fortora» Occhetto -look ombre rosseNino Gullotti •look la mia Atri- ca» Martelli -post-panmaroCosstga -sardo muto» Mammì •nano-cune» Gava. 'Corto tripolino» Nicoltni -look intimo di carisma» m. a.

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