I «segreti» di Paolo VI di Marco Tosatti

In un libro il ricco epistolario tra Giovanni Battista Montini e i suoi familiari In un libro il ricco epistolario tra Giovanni Battista Montini e i suoi familiari I «segreti» di Paolo VI Le lettere (1098 in tutto), scrìtte tra il 1919 e il 1943, gettano una luce nuova, e in parte inedita, sulla formazione del Pontefice - Un excursus «privato» su tutti i momenti centrali della vita del Paese in uno squarcio drammatico di secolo: dall'avvento del fascismo alle dimissioni di don Sturzo da segretario del Partito popolare italiano CITTA- DEL VATICANO — Un aspetto inedito di un Papa complesso, e forse ancora non completamente compreso: il ricco epistolario che Giovanni Battista Montini, poi Paolo VI, ha indirizzato ai familiari dal 1919 al 1943. pubblicato in questi giorni dall'Istituto Paolo VI di Brescia, getta una luce nuova, e in parte inedita, su quella che è stata la sua formazione. La pubblicazione ha suscitato qualche interrogativo. Le disposizioni testamentarie di Paolo VI raccomandavano la distruzione di tutti i manoscritti privati. Probabilmente il Pontefice era mosso dal timore che accenni e fatti raccontati potessero ferire la sensibilità di qualcuno. Le lettere non sono nominate espressamente nel te- ndpdqrfppMfPfllfCsqstamento. ma secondo alcuni l'iter che hanno percorso potrebbe farle rientrare nella categoria a cui accennava Paolo VI. Dopo l'elezione al Soglio di Pietro, le lettere che Montini aveva scritto ai familiari, soprattutto ai genitori, furono consegnate da suo fratello Ludovico alla segreteria particolare del Papa, che ne aveva fatto richiesta. Paolo VI dunque potrebbe averle rilette. Il segretario dell'Istituto Paolo VI, il prof. Nello Vian. ha ricordato però che l'epistolario è stato consegnato all'ente che ne ha curato la pubblicazione dal segretario del Papa. mons. Angelo Macchi, che lo portò con sé a Varese. «JVot le abbiamo avute da lui — ha dichiarato il prof. Nello Vian nei giorni scorsi — e mi risulta che non abbia distrutto nessun manoscritto. Prima di pubblicarle abbiamo chiesto il permesso al fratello Ludovico, perché in alcune si trattano delicati affari di famiglia'. E il fratello del Papa ha dato il nulla osta necessario, senza problemi. L'opinione del prof. Vian e che le 1098 lettere, alcune di poche righe, altre decisamente più lunghe e articolate, non ricadessero sotto le disposizioni testamentarie di Paolo VI. Da un punto di vista storico, l'unico fatto realmente inedito della vita del predecessore di Giovanni Paolo II riguarda una missione — rimasta segreta fino ad ora — a Berna e Monaco, nel 1931. per recare alle nunziature l'Enciclica antinazista -Non abbiamo bisogno-, di cui si temeva venisse impedita la pubblicazione in Italia. Per il resto, in tutta la sua carriera, da minutante fino al vertice della Segreteria di Stato. Montini mantenne rigidamente la regola del riserbo, per ciò che andava oltrela sua vita personale, anche con i familiari: era presente, e forse anche giustificato, il sospetto di una vigilanza politica. A dispetto di questo, la lettura offre scorci interessanti dell'atteggiamento del futuro Papa verso momenti centrali della vita del Paese. — e della Chiesa — nella prima metà del secolo. E' il caso del Concordato, verso cui Giovanni Battista Montini nutriva perplessità e timori. «Si fa un gran discorrere — scriveva l'allora assistente ecclesiastico degli universitari cattolici, e "minutante" alla Segreteria di Stato — su una cosiddetta imminente soluzione della questione roma- «Stampa Sera» dè uscita in 5 STAMPA SERA Michel* Torre direttore responsabile Carlo Bramante vicedirettore Editrice LA STAMPA SpA. Presidente Giovanni Agnelli Vicepresidente Vittorio Caissotti di Chiosano Amministratore Delegato e Direttore Generalo Paolo Paloschi Amministratori Enrico Auteri Luca Corderò di Montezemolo Umberto Cuttica Giovanni Giovannini Carlo Masseroni Francesco Paolo Mattioli Sindaci Alfonso Ferrerò (presid ) Luigi Demartini Giovanni Peradotto * Slatalimanto tipografico La Stampa Via Marenco i2 Torino Stampa m lac armile GEC SpA via Tiburtina 1009. Roma Stampa in tao-umile. S T s SpA Quinta «rada 35. Catania © 1886 Editrice LA STAMPA SpA Registrazione Tribunale di Tonno n 613' 1926 CERTIFICATO N. «61 DEL 12-12-1985 na... Sembra non esser prira di un certo aspetto ridicolo per entrambi. Valeva la pena di protestare sessant'anni a quel modo per così esiguo... risultato? E valeva la pena di far tanta professione dindipendenza per poi cedere sul principio territoriale?'. Delle sue riserve mons. Montini faceva partecipi i familiari: -Se la libertà del Papa non è garantita dalla forte e libera fede del popolo... quale territorio e trattato lo potrà?'. Il suo timore, sul futuro della situazione della Chiesa, era preciso: non desiderava che la Conciliazione •permetta al Suo Capo di acquistare una terrena libertà con la perdita di quella spirituale, sua e dei suoi figli-. Questa lettera fu scritta il 19 gennaio 1929. L'11 febbraio, la firma. E la gente. scriveva ai suoi il giovane Montini, era più curiosa di vedere finalmente il Papa uscire dalla sua volontaria prigionia in Vaticano, che degli aspetti diplomatici e istituzionali dell'accordo. Il futuro Paolo VI aveva delle perplessità, come abbiamo visto: ma dopo 1*11 febbraio, probabilmente in segno di rispetto e lealtà verso la decisione del Papa, ogni accenno critico scompare. Due anni più tardi i fatti daranno parzialmente ragione al .minutante'-, ma delle riserve non si può percepire un'eco che fra le righe: «Come già saprete, tutte le nostre associazioni giovanili cattoliche sono state sciolte... — scriveva Montini amareggiato —. Rovistarono ogni cosa per una perquisizione della polizia: ma che cosa possono trovare di cattivo fra le nostre povere carte?-. Sono poche parole, che tratteggiano un quadro vivo del giovane Montini e del presidente della Fuci Igino Righetti -sorpresi, nella sede. «Poi ì-iamo andati a San Pietro, noi due soli... A Roma ce una cclma pesante e diplomatica... Quanta pena! Quale umiliazione per il nostro Paese.''. E' un Montini molto spontaneo e naturale: riservato, certamente, ma non distante o freddo. In certi punti l'epistolario offre un Montini .intimo- sconosciuto. Un esemplo, il suo primo viaggio in aeroplano, nel 1932: •Deliziosamente stupito della semplicità e sicurezza del nuovo comodissimo mezzo di trasporto'. Le lettere pubblicate fino¬ ra sono 1098: una parte importante delle oltre 5000 che si ritiene che Paolo VI abbia scritto in diversi momenti della sua vita. Papa Montini non ha mai tenuto un diario, ma la raccolta presentata dall'Istituto bresciano può aiutare a ricomporlo, almeno indirettamente. In certi punti le lettere si animano, si infiammano addirittura. Per esempio-quando Giovanni Battista Montini commenta le dimissioni di don Luigi Sturzo da segretario del Partito Popolare Italiano, un avvenimento che l'ha colpito profondamente: ■ Un'infelice situazione, peggiorata dall'ostinazione fascista nel convertire in partigiana dittatura la propria vittoria, che poteva essere vittoria nazionale-. Marco Tosatti Paolo VI, nel giorno della s ua ordinazione sacerdotale

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