Bella rincorsa del Monza

Bella rincorsa del Monza Bella rincorsa del Monza LaSainbdibga e i |talèriitftaiii «vedono» la € Ultimo harakiri per il Catanzaro SAN BENEDETTO DEL il TRONTO — La Sambenedettese ha raggiunto l'obiettivo: battere il Palermo. Il risultato è vistoso, poteva essere anche eclatante se le punte della Samb non avessero sprecato occasioni clamorose, ma non rispecchia i valori espressi in campo. In effetti c'è stato un perfetto equilibrio tra le due squadre, con il solito tran tran: la Samb attaccava con continuità ma con un gioco monotono e prevedibile. Il Palermo controllava. L'incontro sembrava avviato allo 0-0 quando il caso ci metteva lo zampino al 66*. Il Palermo pasticciava al limite della sua area, Turrini (forse in fuorigioco) recuperava un pallone destinato al fondo e serviva Di Fabio che tirava, Di Nicola deviava in porta. Il Palermo tentava il recupero e scopriva il fianco ai contropiedi della Sambenedettese. Cinque minuti dopo in uno di queste azioni Di Fabio centrava l'angolo basso con un tiro da fuori area e raddoppiava. Replica palermitana al 77' con Figa. Il Palermo tentava il recupero ma veniva «gelato» da una punizione di Manfrin all'82' e Turrìno all'89" completava I l'opera per I marchigiani ni. II! di GIANCARLO NAVA MONZA — Dalla classica partita di fine stagione tra È due squadre completamente É prive di stimoli, poiché dal I\ destino ormai certo seppure |1 assai diverso, scaturiscono .quattro segnature di discreta Rifattura, un penalty non tra|| sformato, un livello di gioco Il tutto sommato accettabile in ; anche se non proprio accattili vante. Il che è esito sostanlijii zialmente equo, specchio fe"\dele dell'andamento delle ■ cose in campo, m Dopo un primo tempo di IH chiara marca ospite, il Monza |Ì fa sua la ripresa, raggiungenti do il pareggio nel giro di una || manciata di minuti e mante11 nendo le redini del gioco. jjl L'Ascoli si adegua, cerca di |i|i vivere di rendita su quanto ||jj raccolto nei primi 45 minuti p di gioco: controlla il predomini nio monzese fino alla concludi sione delle ostilità incameII rando cosi quel punto che i|| può consentirgli, a meno di Ili clamorose sorprese, la conqui|| sta del primo posto finale in Hi graduatoria, e la conseguente Ip possibilità di disputare la Afilli tropa Cup. il L'indisponibilità di diversi pili uomini-chiave nei due schiell! ramenti non ha influito più jjjìj di tanto sul rendimento delle jfj contendenti, che, come già ili sottolineato, hanno onorato con impegno un incontro ormai privo di un qualunque significato. Fin dal via biancorossi lombardi e bianconeri marchigia¬ SCO q^..j _. ni creano numerose occasioni per. passare: ma i- tiri di Incocciati, Vincenzi,-Monguzzi ed una pericolosa incursione di Ambu dall'estrema destra non sortiscono nulla di concreto. L'Ascoli va in vantaggio al 25': Vincenzi s'incarica di calciare una punizione dal limite, concessa per fallo di Saini ai danni di Perrone. Il centravanti ospite riesce a collocare la sfera sulla sinistra di Totresin, parso nell'occasione poco preciso nel predisporre la barriera. Dieci minuti più tardi il raddoppio degli ascolani: Barbuti si fa luce di testa ed infila nuovamente Torresin, sfruttando al meglio un calcio di punizione di Marchetti. Al 41'il Monza fruisce di un calcio di rigore, decretato per una spinta di Dell'Oglio ai danni di Fontanini: Ambu calcia con poca convinzione e Corti può deviare in angolo senza eccessive difficoltà. Il Monza parte forte nella ripresa ed in pochi minuti agguanta il pareggio. Al 48' t Saini a realizzare con un preciso sinistro dalla media distanza, dopo una lunga mischia in area ospite. Al 54 Ambu si fa perdonare l'errore dal dischetto del primo tempo: l'attaccante monzese colpisce al volo su traversone dalla destra di Monguzzi, tra figgendo Corti nell'angolo basso di destra. Il risultato di 2-2 è cosi definitivamente si stilato: di FABIO BLASCO CATANZARO" labresi sono matematicamente in C. All'ultimo appuntamento con tenui speranze, il Catanzaro si presentava in formazione da «kamikaze»: un solo terzino marcatore ed un incredibile numero di centrocampisti e punte. Era il classico schieramento di quel sognatore di Veselinovic, l'allenatore slavo del Catanzaro. Il tecnico dimostrava di infischiarsene a tal punto della squalifica del terzino Logozzo, che lasciava in panchina anche lo stopper Imborgia. La Lazio, invece, guidata da un tecnico «di casa nostra: si schierava, cosciente dei propri limiti di stagione, in maniera più tradizionale. Quello che è accaduto dopo, comunque, non è da ascrivere né a meriti di Simoni e tantomeno a quelli eventuali dei suoi giocatori, ma piuttosto alla pietosa prestazione della squadra di casa: per la maniera di stare in campo, i calabresi hanno mortificato i loro tifosi e anche un po' lo sport. Alla fine senza assolutamente far nulla e fra ombrosi sospetti, la Lazio ritrovava a sorpresa i suoi punti-salvezza a Catanzaro. Iniziava in maniera assurda la squadra di casa, che era attesa ad una prova gagliarda e che invece pareva giocare a perdere. Dopo aver regalato nelle prime azioni un in¬ q^..j _.^ e e i e a i i o i a a a ¬ credibile numero di palle agli avversari, li spingeva al van^taggio'■ al '4\ quando su una palla stagnante sulla linea di porta irrompeva 11 terzino Podavini che entrava dentro alla rete insieme alla sfera. Ma In realtà si trattava di un autogol di Guida. Appena prima, lo svagato Iacobelli aveva offerto su un piatto d'argento l'occasione del vantaggio a Garlini. Anzi, 11 mediano Iacobelli appariva il più approssimativo, fuori partita e posizione. Il Catanzaro, sulla sua prima vera azione pareggiava: lungo cross dalla sinistra, al 5'. su cui Coppella non poteva fare a meno di insaccare. I padroni di casa continuavano a mantenere un atteggiamento da -calcio di spiaggia- ed al 18' i bianco-celesti, senza meriti particolari, ritornavano in vantaggio: dopo un'azione partita da calcio d'angolo, Caso, tutto solo in piena area, si ritrovava una palla che scagliava di prepotenza alle spalle di Di Fusco. La compagine capitolina che prima di Catanzaro pareva avesse perso l'abitudine a far gol, al 28' andava ancora una volta a segno con Podavini, diventato in Calabria una specie di Pelè. In segno di protesta gli -ul tras» della curva ritiravano i loro striscioni. Al 65' accorciava Panerò grande azione dalla sinistra del bravo Bagnato ed incornata vincente del liberissimo attaccante giallorosso.

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