De Vito agli operatori turistici meridionali «Datemi idee per spendere mille miliardi»

«Forum» a Capri coi rappresentanti di sette Regioni sui problemi del settore «Forum» a Capri coi rappresentanti di sette Regioni sui problemi del settore De Vito agli operatori turistici meridionali «Datemi idee per spendere mille miliardi» Attenti a miele e polline sono di marca Cernobil Sono i fondi - ha dettosole nel Sud Italia - ROMA — H turismo nelle regioni meridionali non si è ancora ripreso dalla flessione subita nei primi Anni Ottanta, anche se le ultimissime cifre fanno bene sperare. Ma gli incrementi annui positivi, aggravati da una crisi generale del settore, sono quasi sempre inferiori a quelli registrati a livello nazionale. Il turismo estero, poi, incide solo per l'I 1,5 per cento sul totale del Paese. La struttura ricettiva è ferma da anni al 12.9 per cento: pochi alberghi, anche se qualitativamente più avanzati rispetto a quelli del Centro-Nord. Qual è, dunque, il male oscuro che impedisce all'industria del sole meridionale di decollare? to il ministro del Mezzogiorno - messi a disposizione dal governo per far decollare l'industria del Tra i problemi da affrontare, quello dei trasporti e della concorrenza dei Paesi mediterranei Quali i punti deboli e quali le soluzioni da adottare? Una prima risposta alle tante domande è scaturita dal primo forum del turismo meridionale, svoltosi a Capri, con la partecipazione degli assessori al Turismo di sette regioni del Sud, Sardegna compresa. Un appuntamento che si ripeterà con cadenza semestrale per permettere ai responsabili pubblici del settore di adottare strategie comuni nella ricerca di obiettivi sovraregionali. Si è parlato cosi di trasporti, primo grosso handicap per un maggiore sviluppo dell'industria turistica nel Mezzogiorno, di itinerari turisticoculturali. di coordinamento degli investimenti. Ma si è discusso soprattutto, approfittando della presenza al convegno del ministro per il Mezzogiorno, Saiverino De Vito, dell'impiego e delle destinazioni da assegnare ai fondi previsti dal piano triennale d'intervento straordinario dello Stato nel Mezzogiorno: mille miliardi da spendere nel solo settore turistico, a partire dal 1985. Da qui l'esigenza di coordinare gli sforzi e programmare le necessità e il bisogno, quindi, d'incontrarsi per sfruttare al massimo questa possibilità dinanzi ad una concorrenza che. nel Mediterraneo, diventa sempre più agguerrita. Ad opera, soprat¬ Nessun pericolo per chi andrà in vacanza sulla costa adriatica: nella sabbia delle spiagge non ci sono scorie radioattive tutto, di Paesi dalle caratteristiche analoghe alle nostre e da quasi identiche condizioni climatiche, come la Grecia, la Spagna ed ora anche i Paesi del Nord Africa, dove i servizi costano di meno e dove si possono praticare prezzi abbondantemente competitivi. • Un'efficace politica dei trasporti ed una campagna promozionale più intelligente — ha osservato, in proposito, Stefano Della Pietra, presidente degli albergatori campani —, ci permetterebbero di contenere i prezzi ed affrontare la concorrenza. Il vero ostacolo allo sviluppo del turismo nel Sud è comunque la stagionalità esasperata. Nessuna impresa potrà, a queste condizioni, promettere professionalità e sviluppo-. Per superare l'ostacolo — ha aggiunto — occorrerà, nei prossimi dieci anni, fare riferimento ai mercati esteri. Mercati die distano per lo meno mille chilometri dal Mezzogiorno d'Italia e che quindi presuppongono l'uso di un solo mezzo: quello aereo. Al primo punto, c'è dunque un problema di trasporti, quello aereo innanzitutto. Subilo dopo — ha concluso Stefano Della Pietra — c'è l'attività promozionale, la cosiddetta immagine: la bellezza paesaggistica ed il clima propizio coincidono frequentemente nel Sud con suggestioni culturali che spingono a puntare su una clientela più selezionata-, ' D'accordo su queste tesi si sono dichiarati sia il presidente deU'Enit. Gabriele Moretti, che istituzionalmente cura all'estero l'immagine Italia, sia Giovanni Ruffini, assessore regionale al Turismo della Lombardia, presente a Capri come osservatore. -Il punto — ha detto Ruffini — è che anche gl'istituti pubblici dovrebbero agire con gli stessi criteri d'imprenditorialità dei privati. Alle scuole per l'avvio alle professioni di camerieri e cuochi bisogna affiancare quelle per veri e propri managers di settore, con capacità di prevedere esigenze e sviluppi da qui a dieci anni-. In sostanza, è ciò che già si sta facendo nella Regione Puglia, la più avanzata di tutto il Mezzogiorno in questo campo, come ha fatto rilevare l'assessore Affatato. Il punto, allora, è di fare prima un confronto fra le varie regioni sui programmi e sulle cose già realizzate, per azzerare eventuali «gap» e procedere unitariamente verso obiettivi comuni, attingendo ai mille miliardi messi a disposizione dal governo. Ma senza perdere altro tempo: un primo incontro fra assessori meridionali e ministro è già stato fissato, infatti, per la prima metà di luglio, -Datemi suggerimenti concreti — ha esortato il ministro De Vito —. Utilizzeremo questi soldi assieme. In un'u nica direzione: quella dello sviluppo-. sciamo davvero. Dobbiamo ancora studiare però il tempo che si Impiega per eliminarlo». Lo iodio si dimezza da solo ogni sette giorni, il cesio si può togliere. Qualche dato confortante c'è, e tanto meglio se lo fornisce una voce senz'altro più indipendente di altre, come quella di un istituto universitario. Oggi quasi nessun pericolo viene dalle verdure. Nei primi giorni di maggio, sulla lattuga c'erano duecento nanocurie di iodio 131 a Bologna, 295 a Vicenza, 38 a Faenza, e niente a Forlì dove non aveva piovuto. Nuovi controlli il 22 maggio, e stavolta non c'era quasi più niente dappertutto. Altre analisi riguarda- BOLOGNA — Si può eliminare il cesio dal latte, si può ancora ridurre l'effetto Cernobil sulle nostre abitudini alimentari. Dal 30 aprile, all'Istituto di Radiochimica e Fotochimica della Facoltà di Farmacia dell'Università di Bologna, diretto dal professor Breccia Fratadocchi, studiano e analizzano tutto quello che la nube maledetta ci ha mandato. Adesso, in collaborazione con l'Istituto di zoocultura, hanno provato trattamenti speciali per togliere dal latte un radionuclide che altrimenti dovremmo portarci dietro per trentanni. Spiega Domenica Tornili, ricercatrice: «I primi risultati sono positivi, sembra che ci riu¬ no le ciliegie: .Non sono state tanto inquinate». E le fragole: «Quelle che ci sono arrivate dalla Maremma non sono cifre pericolose». Certo, non sono soltanto rose e fiori. Il pericolo oggi, piuttosto, continua a venire dal latte, dove gli indici si mantengono abbastanza costanti (-E' meglio non darlo ancora ai bambini»/ anche se in molti casi sotto la soglia di rischio fissata dal ministro Degan in sei-sette nanocurie per litro. E arriva dal miele. Ecco i valori in un campione di Udine, analizzato al Centro di studi fotochimici del prof. Fratadocchi: oscillano fra i sei-sette nanocurie di iodio, da 2,5 a cinque di rutenio 103, da tre a cinque di cesio 137. Nel polline, poi, ce n *BHkg cora di più. Niente latte, dunque. ■ e niente miele per i bambini. Ed è meglio, inoltre, tenerli ancora lontani dai prati, perché i radionuclidi si sono fissati sul terreno e non sono stati lavati dalle piogge. Nessuna paura, invece, sulla sabbia, dove, gli isotopi sembrano essere spariti o comunque aver mai raggiunto limiti di pericolo. Domenica Tonelli e due suoi colleghi, Severino Ghini ed Enrico Gattavecchia, hanno studiato campioni di tutta la Riviera, in nessuno hanno trovato valori preoccupanti. Motivi di apprensione, invece, arrivano dallo stronzio. Fra qualche giorno, avvertono al Centro di studi fotochimici -sapremo se ne è piovuto e quanto ne é arrivato». Lo stronzio è uno dei radionuclidi più pericolosi, perché si concentra nelle ossa e ha un tempo di vita molto lungo. p. s. uM HtuiM EluoM IV Melloni H*ji«t Elude* IV» ■tX.lKXI] sieda (I) I* nuda dM Haula* Eludi* IV III* dòdo (11) Saint Francois de Sala* mori et I* materiaJlame |i) t la mori el I* matérial lama (II) a Ciarmonlt equHHJ al l'Iti** d* revolution (I) G Lcrbnlx et Plerr* le Grand ne! ni) o. Diderot et Catherine de It PU-ìtDtSTt AVV. Gerardo MarOtt*