Vorrei super-giocatori Se ci fosse stato Zoff sarebbe stato diverso di Milena Milani

Ho visto le tv accese regalare ore di pace alle notti di Beirut Ho visto le tv accese regalare ore di pace alle notti di Beirut Vorrei super-giocatori Se ci fosse stato Zoff sarebbe stato diverso Io giocavo al pallone con lui: l'ho sposato Fu una buona partita «Sto vedendo tutte le partite» confida Margherita Hack, la più nota astronoma italiana. «Ho giocato anch'io, da ragazzina.» «I calciatori italiani li vorrei eccezionali, chiedo troppo?», afferma Esmeralda Ruspoli. «Non voglio essere delusa» Racconta Carmen Moravia: «Nel pieno della battaglia, si sentivano quei gol». «Vedo il calcio come un balletto». «Mi piace Platini» VENEZIA — .Ci fosse stato Dino Zoff sarebbe stato diverso. Ho letto proprio in questi giorni il capitolo che gli ha de■ Oleato Mario Soldati, nel suo libro Ah! Il Mundial!, e mi sono convinta che doveva essere davvero il miglior portiere del mondo. Invece il nostro Galli guardava il pallone che entrava in rete, forse era ipnotizzato da Maradona, certo è stata una figuraccia. Ne ho parlato al telefono con il mio ex marito, Gian Carlo Sbragia, io a Venezia, lui a Siracusa, "Non è stata una bella partita questa con l'Argentina" dicevamo, ci siamo trovati d'accordo. Cosi ho preso le forbici e ho incominciato a tagliare la Gazzetta dello Sport che ha un rosa che va bene come fondo per i miei collages-. La voce di Esmeralda Ruspoli mentre parla di calcio ha nuove vibrazioni. Siamo a casa sua, nel palazzotto Volpi al Frari. Esmeralda nasce da Marina Volpi, figlia del conte Volpi, il patron di Venezia in tempi memorabili, e dal principe Ruspoli. E' stata sposata con l'attore Sbragia (ora è divorziata), ha tre figli. Mattia, anche lui attore (ha appena terminato di lavorare nel film su Moro dove ha la parte di un brigatista), Ottavio, che sta finendo il corso di direttore d'orchestra a Madrid, e Viola, che si occupa di teatro. In casa c'è la gatta Paca, figlia di una gatta di Luchino Visconti, poi Ona, una cagnetta wippet, e tre canarini. Esmeralda Ruspoli si divide tra Pan area e Venezia, adesso è in partenza per Parigi e Londra, ma presto andrà nella sua isola folli. E a Beirut mi sembrava ancor più folle che la gente continuasse a seguire le partite, nonostante la guerra. Nella notte attraverso le finestre si vedevano i bagliori della tv. L'unica'partita che ho seguito ]pto a lungo è iì&W^lla-Ttà. Italia e Argentina, ma ero già a Damasco, in casa di amici. Ho sentito il primo gol: un arabo mi ha lanciato un urlo, dal quale ho avvertito che l'Italia era in vantaggio; ma non ho capito altro. Ero accanto ad una matrona araba, una bambina, e altre due persone. A metà partita ho lasciato perdere-. Ora è a Sabaudi», nella casa dietro le dune dove ha'conosciuto lo scrittore che ha sposato ormai da qualche mese. Riposa serena, e nonostante il tempo non sia tra i più favorevoli fa lunghi bagni in mare, uscendone infreddolita ma felice e ridente. E qui, Carmen Llera non segue con Moravia i Mondiali? -No, perché non abbiamo il televisore-, risponde allegra. • Per la verità non l'abbiamo nemmeno a Roma, c'è soltanto un apparecchio nella stanza della cameriera: Ma se nella finalissima arrivasse la Spagna o l'Italia? Neanche allora vedrebbe la partita? Risponde ancora ridendo, gli occhi vivi e luminosi, mentre asciuga i lunghi capelli: 'Per la verità non ho un grande amore per la Spagna, semmai più per l'Italia. Ma non riesco a seguire le nazioni. Mi piacciono i personaggi, mi piace Platini, amo le figure eleganti, che siano spagnoli o brasiliani o italiani poco importa. Vedo il calcio come un balletto, delle figure che si muovono armonicamente, e questo mi piace; ma per il resto delle Lipari, soprattutto per lavorare. Ha appena finito una stupenda mostra di collages alla libreria La Soglia, accanto al ponte della Donna Onesta, che anch'io ho ammirato. Forbici e colla sono le materie prime della sua' arte e, ovviamente, tante immagini colorate che lei ritaglia e sistema in un nuovo ordine piuttosto magico. Anche lei è una maga, si veste sempre con abiti lunghi, come una dogaressa, in casa e fuori. Il poeta Raffaele Carrieri scrisse per lei adolescente una poesia, dove esaltava la sua bellezza e la gran massa dei suoi capelli nerissimi. Ora sono bianchi, ma Esmeralda non adopera tinture, li ostenta tranquilla. Del resto è sempre giovane, il suo entusiasmo per la vita non ha limiti. .Venga a trovarmi-, mi ha detto. .Ma prima vado in terraferma, al Tronchetto a scaricare molta roba che mi serve, poi stiamo insieme, poi mi accompagna alla mostra che devo smontare-. Cosi abbiamo discusso anche di Italia-Argentina. .Lo sa che il mio cane precedente, lo ricorda?, si chiamava Spezzatino, era un trovatello, giocava al pallone con la gatta Paca. Erano pieni di armonia cane e gatta alle prese con il calcio. Del resto a me i giocatori piacciono quando giocano bene. Amo lo sport, da bambina facevo equitazione, D'Inzeo padre è stato mio maestro a Roma, dove sono nata; poi nella villa veneta di Maser, mi esercitavo al giavellotto e all'arco: d'inverno andavo a sciare con mio padre a St-Moritz e a Cortina. Che anni meravigliosi. I giocatori italiani del Mundial li vorrei eccezionali, chiedo troppo? Insomma non voglio essere delusa-. DAL NOSTRO INVIATO SABAUDIA — E' DAL NOSTRO INVIATO vitò a fare una partita, a provare qualche calcio con lui. Si chiamava Aldo. Fu una partita d'inizio, diciamo, una buona partita. Infatti ci siamo poi sposati e ora è mio marito.. Pensa che sia impossibile convogliare un cosi forte interesse, tanta passione come avviene per il calcio, verso qualche cosa di più elevato, come può esserlo un fatto scientifico? .Non si può pretendere di interessare tutti a tutto. Ci vuole ovviamente la scienza e ci vuole anche lo svago, in questo caso il cai ciò, giocato o visto giocare, che tocca grandi masse popolari. La scienza è studio, ricerca, appassiona e impegna coloro che se ne sentono attratti per vocazione-. Se, per una domanda fantascientifica, azzardassimo a domandarci se in qualche parte del l'universo potrebbe esserci un pianeta abitato dove qualcuno gioca al pallone» .Uno scienziato ragiona su dati, su calcoli. Non ho mai escluso che una forma di vita possa esistere lontano da noi, in altre galassie, l'ho già detto spesso, ma supporre esseri simili a noi sino al punto da giocare al calcio, suvvia...-. Amica delle stelle, ma ben ancorata alla terra per quanto concerne la realtà scientifica, Margherita Hack difende «la porta» della sua privacy dai 'tiri» degli ossessionanti avvistatori di Ufo che cosi spesso vorrebbero metterla a parte delie loro «esperienze.. Preferisce di gran lunga gli sportivi, il relax davanti alla tv sperando che gli azzurri non deludano. In caso contrario le stelle sono a portata di mano per consolarla. TRIESTE — Studiosa delle stelle, direttore dell'osservatorio di Trieste, docente di astrosfisica, Margherita Hack è la più nota astronoma italiana. Che rapporti ha Margherita Hack con lo sport, con il calcio? Segue il Mundial, se ne sente coinvolta? • Ho visto le partite e le sto vedendo tutte, comprendo quindi chi fa come me. A me lo sport piace, è sempre piaciuto, fin da giovanissima. Ho fatto atletica a livello professionale, ho un buon ricordo del salto in alto-. Guardare le partite alla tv può dirsi essere sportivi? •Diciamo che è uno dei modi di interesse per molti, di relax, un divertimento che nel corso della giornata ci vuole-. E se lo sport degenera in violenza? .Allora siamo alla pazzia assurda, come a Bruxelles, e diventa inconcepibile. Lo sport è fenomeno di attrazione, soprattutto per i giovani, ma dev'essere formativo, con l'intento di spingerli alla generosità, alla lealtà sul campo, con se stessi e con gli avversari. In tale prospettiva trova la propria parte anche la donna che è partecipe dello spettacolo-gioco e non se ne sente affatto estraniata-. Ha mai giocato al pallone? -Da ragazzina sì. Me ne andavo ai giardini con la mia palla nuova e aspettavo paziente che qualcuno m'invitasse a giocare. Ero un po' un monellaccio. Un giorno, finalmente, trovai un ragazzo che m'in¬ appena tornata da un viaggio in Libano. Carmen Mera, sorridente signora Moravia, ha un rapporto tutto particolare tanto con il calcio quanto con la tv, e racconta che il suo incontro con i Mondiali lo ha avuto a Beirut. Un impatto strano, violento e fascinoso, nella città più tormentata del mondo. •Ero li, tra i bombardamenti, e vedevo la luce dei televisori filtrare da ogni finestra: tutta la gente di Beirut seguiva i Mondiali di calcio. Uno scenario pazzesco, surreale, che mi ha impressionato molto. Nel pieno delle mostruose battaglie tra drusi, sciiti, palestinesi e tutti gli altri, nella notte si sentivano questi gol, più forti dei cannoni-. Lei però, dalla febbre messicana che ha contagiato anche l'infuocato Medio Oriente, non si è lasciata prendere più di tanto. -Ho colto qualche frammento: un po' d'Italia, forse la Spagna, la Francia quando ha vinto. Ma non ricordo bene, e non saprei raccontare, perché non seguo le partite-. Non ama il calcio? 'Mi piace come movimento, lo vedo come una grande scena dove si muovono molti attori. Ma non posso andare allo stadio perché soffro di claustrofobia, e detesto ogni manifestazione di massa. Il gioco in sé mi sembra molto bello, alcuni calciatori mi piacciono particolarmente: Platini si muove con grande eleganza-. Dei Mondiali visti dal Libano, dunque, Carmen Moravia non ha molto da raccontare. -Ho visto pezzi di partita, ma in situazioni Milena Milani Gianni Pennacchi Renzo Rossotti