Visentini ha già vinto il Giro

Le Dolomiti non hanno cambiato nulla: a Bolzano primo Da Silva, oggi conclusione a Merano Le Dolomiti non hanno cambiato nulla: a Bolzano primo Da Silva, oggi conclusione a Merano Visentini hq già vinto il Giro Saronni s'accontenta «Mi basta il 2°posto» La Maglia rosa ha controllato facilmente sulle Dolomiti i timidi tentativi di LeMond - Saronni, in difficoltà in salita, non ci si è nemmeno provato - Folla enorme su tutto il percorso calata in Val Badia attraversando Corvara e Colf osco, sul Gardena (m 2121), per il finale attraverso la Val Gardena su Bolzano. LA FOLLA — S'è fermata Palermo per la partenza del Giro, c'era folla enorme in tutta la Sicilia, e mai è diminuita man mano che risalivamo l'Italia. Nella cronometro da Piacenza a Cremona non c'era un metro di strada Ubero e l'altra domenica, a Sestriere e Sauze d'OuIx, saranno convenute duecentomila persone. Ieri però il fenomeno non è quantificabile. Prendiamo spizzichi di osservazione. Ricoperte di folla le rovine delle fortificazioni di Primolano, ovvero dalla pianura di Valsugana all'altopiano feltrino. Sulle rampe da Fiera di Primiero a San Martino di Castrozza, dieci squadre di allievi a farla da protagonisti con veloci sgroppate in salita e ritorni, pericolosi, in contromano. Sul Rolle i trampolini del salto trasformati in tribuna natural-artlflclale. Le tende In cima al Pordoi, dove tira sempre un vento maledetto, e dove la temperatura è scesa ieri notte soltanto a —5". Ovviamente neve tutto intorno e due sciatori in esibizione lungo un pendio ancora praticabile. Sul Campolongo e sul Gardena i piazzali riservati agli Impianti di risalita sono stati riempiti dalle auto, ed era prevedibile, ma anche da una quantità di pullman con le targhe delle province più lontane, Roma compresa, il fenomeno è qua si inesplicabile in queste dimensioni e anche con 1 costi che comporta. Fa sorridere l'affluenza a una partita di basket, ma risulta perdente anche il calcio del miracoli. LA FUGA — L'Iniziativa è partita da Thurau e Giuliani, gregari di Moser, con il compito di inasprire il ritmo e magari funzionare da punto d'appoggio se mai il capitano avesse trovato il destro per attaccare. Punto di partenza Moena, dove la valle da Flemme cambia nome in Fassa, e gli abitanti diventano di origine ladina. Ai due si aggiungono Mufloz lanciato alla conquista della maglia verde, Bernaudeau, Ruttimann, Cerln e Kuiper. Del componenti originali arriveranno al traguardo nelle posizioni di testa soltanto Ruttimann, Mufloz, Cerln e Thurau, ma 11 gruppetto cosi come perde uomini altri ne ritrova per strada. Sul Pordoi recupera Da Silva, in discesa Paganessl. Il gruppo perde un paio di volte all'indietro Saronni, ma il Beppe tenacemente recupera sul ritmo. Il vantaggio dei fuggitivi sale fino a 3'1S" sul Gardena, ma scende poi nella lunga galoppata fino a Bolza no, per 11 tenace inseguimento condotto nel gruppo dagli uomini della Gls, protesi a proteggere Giovannetti, minacciato oltre che da Da Silva, che lo avrebbe superato in classifica, anche da Mufloz e Ruttimann. In testa erano rimasti in quattro sul Gardena, con Cerln e Thurau a galleggiare in mezzo. Alla volata partecipava soltanto Ruttimann designato perdente contro un Da Silva che ha anche doti di sprinter. KEIRIN — n Giro chiude con la prova in circuito su giù da Mala Alta a Maia Bassa. Sembra qualcosa di molto slmile al «keirin» inventato per la pista dai giapponesi. Sicuramente non è una tappa molto seria. Bolzano. La Maglia rosa Visentini alla ruota di Moser durante la scalata al Passo Gardena (Tel.; di CARLO VALERI BOLZANO — «Mamma mia! se perdevo questa tappa sbattevo la testa contro 11 muro — ha detto Acacia Da Silva dopo l'arrivo — ho faticato tanto per sganciarmi sul Pordoi, quasi al culmine, quando mi sono accorto che quelli della classifica si controllavano; avrei potuto anche liberarmi del miei tre compagni di fuga, ma sapendo che ero il più veloce ho atteso lo sprint. Però Ruttimann è scattato all'ultimo chilometro: ho atteso un attimo che lo rincorressero gli altri due, ma per fortuna sono partito immediatamente perché l'ho acciuffato appena in tempo. Sarebbe stata una bella beffa perdere cosi». Greg LeMond avrebbe dovuto vincere il Giro: era il più atteso anche ieri nel tappane dolomitico ma ancora una volta è finito nel grigiore dopo qualche «sparato» a salve. L'americano però non se l'è presa: col consueto sorrisetto indi/ferente sulle labbra ha cosi giustificato la sua corsa: «Credevo che il tappane dolomitico fosse molto più duro: invece era uguale a quello dello scorso anno che già conoscevo. Ho provato ad attaccare due o tre volte, mi è anche saltata la catena. Ho però capito che non c'era niente da fare perché nessuno mi assecondava e Visentini rispondeva benissimo. Al Tour de France vedrete un altro LeMond». Saronni sconfitto o vincitore? Maglia rosa per metà corsa, superato per poco più di un minuto da Visentini, Beppe si considera come uno che il «suo» Giro l'ha vinto. In ef- fitti rispetto al Saronni degli ultimi anni si è rilevato un netto miglioramento. Ma perché si è rassegnato al lieve distacco non tentando le volate con gli abbuoni di questi ultimi giorni? «Riconfermo di essere più che contento del mio Giro — ha risposto Saronni —. Quanti avrebbero pensato che sarei stato ancora In Uzza per la vittoria fino agli ultimi giorni? E che sarei giunto secondo? Battersi per la vittoria significa essere in grado di vincere: In pratica, quindi, avere i mezzi atletici giusti. Ormai mi considero recuperato e guardo con fiducia al futuro. La tappa dove sono un po' mancato (lo ed anche la squadra) è quella di Foppolo: forse il Giro l'ho perduto li. E Moser? Ha detto Francesco: «Non spettava a me attaccare in montagna; ho perduto il Giro a Siena dove ho accusato una defaillance Imprevedibile che ancora non sono riuscito a spiegarmi. In ogni caso posso essere soddisfatto del mio rendimento e lo dimostrerò».