II mistero che è venuto dall'Est

GRUPPO C: stasera, a Irapuato, l'atteso esordio di Unione Sovietica e Ungheria GRUPPO C: stasera, a Irapuato, l'atteso esordio di Unione Sovietica e Ungheria II mistero che è venuto dall'Est Le due squadre, dal nostro Inviato IRAPUATO — E' arrivato il momento, inevitabile, che Unione Sovietica e Ungheria, dopo tante fatiche, non possono ptù nascondersi. A meno che non decidano, è una battuta, di giocare la partita a porte chiuse, sema pubblico e giornalisti, tutte spie, come hanno fatto finora celandosi il più possibile agli occhi del mondo. La segretezza è stata la parola d'ordine, e le conferenze stampa, chiamiamole cosi, si sono limitate a un puro atto formale, frasi fatte e spiega «rioni di comodo, niente di niente. Le domande piccanti sono state addirittura ignorate, osi sono perse nei meandri anche più segreti di traduzioni e contro traduzioni, un muro di silenzio più alto di quello di Berlino. Valéry Lobanovski, il tecnico dell'Unione Sovietica e della Dinamo Kiev, messo a capo della squadra dopo la rivoluzione di maggio, in pratica non ha mai parlato, nel senso di dire qualcosa. A un certo punto, forse per pudore, ha delegato il suo vice Yuri Mas sarov a rappresentarlo du rante gli incontri con la stampa, e vi lasciamo immaginare il sommo piacere nostro. La risposta più vivace, in tanti giorni di muto dialogo, è stata una domanda. Perché non fa giocare Protasov, cannoniere della Dinamo Kiev e del campionato sovietico?, gli hanno chiesto. «E Il torneo estivo finora, si sono sem Esordio anche per Agnolin Beaxzot, perché non fa giocare Pruszo?», è stata la risposta. Punto e a capo. Pare però che Protasov abbia problemi fisici. Pare, perché nessuno dice nulla. Dolori addominali, problemi d'altura, affaticamento forse impediranno all'attaccante di giocare contro l'Ungheria. Forse mancherà anche Chivadze, leggermente infortunato, ma sono solo impressioni nostre: alla parola formazione Lobanovski si è semplicemente girato dall'altra parte. Ma dovrebbero essere ben 8, in campo fin dall'inizio, i gioca¬ o vale il record ne pre nascoste: allena Stadia URSS U(maglia rossa. pantaloAcini inasi. caUettont rossi) 1 DASSAIEV 2 BESSONOV 5 DEMIANENKO 3 CHIVADZE 10 KUZNETSOV 21 RATS 19 BELANOV 7 YAREMCHUK 8 YAKOVENKO 13 LITOVCHENKO 11 BLOCHIN Arbitro.- AGNOAllenaLOBANOVSKI | In panchina 16 Chanov, 15 Larionov, 6 Bubnov, 12 Bai, 9 Zavarov TV: ore 22 (differite) Ital tori della Dinamo Kiev che tanto sono piaciuti nella finale di Coppa Coppe vìnta a Lione contro l'Atletico Madrid. Compreso Oleg Blochin, vecchio, ma sempre valido guerriero d'area. Oyorgy Mezey, il tecnico dell'Ungheria, in verità è stato più loquace. Almeno all'inizio della preparazione, quando rispondeva a tutte le domande, anche le più banali, e diceva che l'Ungheria è fortissima e gioca a tutto campo, senza ruoli come la grande Olanda ma purtropp anche sema i suoi campioni. Detari gativo d'incasso (8 menti lontani dagli a Irapuato, ore 20 iialiane UNGHERIA imaglia. rosso, pantaloncini branch!. calm Mont verdi) 1 DISZTL 2 SALLAI 4 VARGA 3 ROTH 5 KAROOS 6 G ARAB A 7 KIPRICH 8 NAGY 11 ESTERHAZY 10 DETARI 19 BOGNAR LIN (Italia) tori MEZEY 18 Zsendrei, 13 L. Disztl, 17 Bure sa, 9 Day ka, 20 Kovacs i - RADIO: ore 20 Radio2 e Gamba a parte, che sono un po' le stelle di questa giovane Ungheria votata al collettivo. Poi, di colpo, anche Mezey si è nasconsto ai cronisti. Ha avuto problemi con la stampa ungherese, aggravati da un intervento un po' ruvido della polizia contro un gruppetto di poveracci che cercavano di assistere all'allenamento (segreto) dall'alto di un terrazzino. E cosi ieri, vigilia di partita e conferenza stampa inevitabile, Mezey ha fatto la seguente storica dichiarazione: «La squadra la tengo per me. non vedo 69 paganti) a Sa li occhi indiscreti, nes perché dovrebbe interessarvi. In ogni caso posso dire che conosciamo bene la nazionale sovietica, molto bene. E che la nazionale sovietica conosce molto bene noi». Per la cronaca Ungheria e Unione Sovietica si sono finora incontrate 17 volte, con 4 vittorie dei magiari, 5 pareggi e 8 sconfitte. Dunque il vento dell'Est soffierà oggi nello stadio di Irapuato, la città delle fragole, e valutando il valore delle due squadre e la loro rivalità c'è da giurare che sarà un vento caldo. Esiste persino un problema di divisa, visto che entrambe le nazionali giocano solitamente con la maglia rossa. Al proposito il regolamento prevede che sarà il commissario di campo dell'Uefa, 40' prima dell'inizio, a decidere chi dovrà cambiar casacca. Lo farà sema consultare le squadre e l'arbitro, e sceglierà come gli pare: sperando che anche questo non sia motivo di polemica, tutto è motivo di polemica di questi tempi per Ungheria e Unione Sovietica. Stando alle voci, più che alle notizie, i sovietici sembrano più degli ungheresi soffrire la calura umida di Irapuato. Un guaio.perché il gioco della Dinamo Kiev, che serve come punto di riferimento, è fatto di manovre larghe e tutto campo, scatti, lunghe fughe sulle fasce e negli spazi vuoti. Al contrario dell'Ungheria, che sa tenere il campo con geometrica abilità e meglio degli avversari sem- n Siro e pochi spet suna intervista bra possedere le qualità per una manovra corta e fitta e dunque meno dispendiosa sul piano fisico. Siamo comunque dell'opinione, a dispetto dei segreti che poi tali non sono mai nel calcio, che sarà una buona partita, fra due squadre che possono con un po' di fortuna diventare le sorprese del Mundial. L'arbitro invece non ha segreti, almeno per noi II compito di dirigere la grande sfida dell'Est toccherà a Gigi Agnolin, il rappresentante dei nostri fischietti al Mundial. La partita è fascinosa, viva, e pure complicata sotto il profilo tecnico e spicologico. Il fatto che sia stata affidata ad Agnolin.sta a significare la considerazione di cui gode l'arbitro italiano: il quale, crediamo, non poteva sperare di meglio per esordire nel suo personalissimo e (augurio) glorioso Mundial. c, co. Oscar simpatia alla Danimarca QUERETARO — Simpatia: la Danimarca è già campione di simpatia. Ha conquistato la gente con la grande disponibili»)» dei suoi giocatori. Inoltre, un gruppo di danesi, residenti a Los Angeles, e giunto a Queretaro per dare il suo appoggio alla Nazionale. Una allegra brigate che, nelle serate di attesa e di bisboccia, lancia U suo canto di guerra: «I nostri sono rossi, i nostri sono bianchi (colori della bandiera danese), I nostri sono dinamite, I nostri sono i migliori». tatori di più (2204