Dopo lo scandalo degli 007 israeliani il governo ha cambiato il procuratore di Giorgio Romano

Dopo lo scandalo degli 007 israeliani il governo ha cambiato il procuratore Dopo lo scandalo degli 007 israeliani il governo ha cambiato il procuratore TEL AVIV — Ieri mattina il Consiglio dei ministri ha nominato un nuovo procuratore generale della Repubblica (o, come si dice qui, un consigliere giuridico) nella persona del sessantatreenne giudice Yoseph Harif che prende 11 posto del professor Itzhak Zamlr che qualche mese fa aveva annunciato la sua intenzione di ritirarsi. La procedura appare alquanto disinvolta dato che avviene proprio nel bel mezzo di una controversia che ha messo di fronte il procuratore generale — che chiedeva un'indagine della polizia sull'operato del capo del Shin Betti o Shabak (servizio di sicurezza nazionale) e il capo del governo che vi si opponeva per ragioni di sicurezza. La faccenda ha un'origine che risale all'aprile del 1984 quando quattro terroristi avevano dirottato un auto¬ ocata dalle infiltraz •un alto funzionario-. La rivelazione dell'identità da parte della rete tv americana •ABC. ha prodotto una ■ bomba». Difficile ricostruire la vicenda perché almeno una parte è ancora coperta dal segreto; si ritiene poi generalmente che si vuol coprire, oltre al capo dei servizi segreti, anche alcuni collaboratori e, soprattutto, il funzionamento dell'ufficio. La tesi del capo del governo e della maggioranza dei ministri del gabinetto ristretto è questa: tutto ciò che riguarda la sicurezza deve prevalere su considerazioni puramente legalistiche, mentre il procuratore dello Stato sostiene che non si può ammettere nessuna prevaricazione del diritto. Probabilmente ci sono stati degli irrigidimenti da entrambe le parti e ci son state troppe rivelazioni. Si era anche bus che da Tel Aviv si recava ad Ashkalon e due di essi erano stati uccisi nel combattimento in cui erano periti anche israeliani; gli altri due furono catturati e poi torturati perché parlassero, morirono in un secondo tempo. Giornalisti e fotografi presenti hanno documentato il fatto e successivamente sono state aperte ben tre inchieste su chi avesse dato l'ordine di sparare. Durante le indagini, alcuni del testimoni hanno mentito per coprire un loro superiore. Il capo del Shin Betti, generale Abraham Shalom, giudicato dal procuratore generale Zamir responsabile dell'accaduto, ha sostenuto doversi aprire un'inchiesta. Ne è nato un caso complicato da molti punti di vista, anche perché nei primi giorni In Israele non si era fatto il nome delinquisi to e si era parlato di azioni di atrazina dei diserbanti nell parlato dell'istituzione di una commissione d'inchiesta presieduta da un membro della Corte supreme, e che questa decidesse del caso senza che un'indagine della polizia finisse col render pubblico quello che doveva restare segreto. Occorre appena dire che nella faccenda hanno giocato personalismi e antipatie individuali, nonché il desiderio di alcuni di limitare i poteri del consigliere giuridico. n nuovo procuratore generale — che ultimamente era giudice distrettuale a Tel Aviv e assumerà le sue funzioni mercoledì — dovrà cominciare il nuovo compito risolvendo uno dei più delicati casi che abbia conosciuto la giustizia del Paese: trovare una soluzione soddifacente per svolgere efficacemente un'investigazione senza danneggiare i servizi segreti. Giorgio Romano e falde acquifere della Lombardia

Persone citate: Abraham Shalom, Shin Betti, Yoseph Harif, Zamir

Luoghi citati: Ashkalon, Israele, Lombardia, Tel Aviv