Perché Mosca vuole parlare con la Cee
Perché Mosca vuole parlare con la Cee Perché Mosca vuole parlare con la Cee Dopo U sì a futuri rapporti diplomatici di ALDO RIZZO , In un momento di toni aspri verso il resto del mondo, l'Unione Sovietica ha lanciato un segnale distensivo verso l'Europa occidentale. Venerdì, a Bruxelles, è stato reso noto che il governo di Mosca, in una lettera di quattro giorni prima, si è dichiarato pronto a instaurare rapporti diplomatici formali con la Comunità europea. E' una notizia importante, se riferita a quella che è stata, finora, la storia dei rapporti tra l'Urss e la Cee. Quando nacque il Mercato comune, quasi trent'anni fa, il giudizio sovietico, echeggiato dai comunisti francesi e italiani, fu molto severo. Si parlò addirittura di «piani criminali di scissione dell'umanità», di «un'iniziativa politico-militare voluta dal capitalismo americano e patrocinata dal Vaticano». In altre parole. Mosca mostrava di temere una riorganizzazione su basi più solide dell'intero blocco economico-politico occidentale; all'interno di questa riorganizzazione, diffidava anche della prospettiva di un'integrazione strettamente europea, che avrebbe fatalmente allentato la possibilità d'influire sui singoli Paesi, per cercare di allontanarli dall'America e di accostarli all'Urss. La politica estera di De Gaulle, il suo rifiuto di associare la Francia a un reale processo d'integrazione politica, e i suoi contemporanei gesti d'indipendenza dall'America, ridiedero a Mosca un margine di manovra. Nacque l'«asse» franco-sovietico, sullo sfondo di un «europeismo» diverso, gradito anche al Cremlino: quello che prefigurava in qualche modo un'entità europea, una politica europea, «dall'Atlantico agli Urali». Formula quanto mai vaga e ambigua, che teneva conto dei dati geografici, ma non di quelli politici e ideologici, e dava all'Urss, massima potenza dell'area, uri ruolo di contraltare a quello della grande, ma lontana America. Questo confuso miraggio paneuropeo durò pressappoco fino alla conferenza di Helsinki del 1975, per poi cedere il posto a una più realistica valutazione dei distinti interessi delle due Europe (in Italia, questa valutazione fu fatta propria an che dal pei, che sposò quasi senza riserve la causa della Cee). In realtà, nelle circostanze storiche date, l'unico europeismo concepibile era ed è quello che punta all'unione del l'Europa occidentale, per garantirle una maggiore autonomia dall'alleato americano e, nello stesso tempo, una forza sufficiente per resistere alle pressioni dell'Urss. La mossa successiva di Mosca fu quella di cercare un dialogo «istituzionalizzato» tra il blocco economico dell'Est (il Comecon) e la Comunità europea; ma sul piano strettamente commerciale, ignorando quella che, almeno in teoria, è la prospettiva politica sovrannazionale della Cee. Non solo, ma tentando di far si che lo stesso dialogo commerciale con i vari Paesi dell'Est passasse per l'Urss, annullando o comprimendo la possibilità di scambi diretti, potenzialmente sottratti al controllo «imperiale». Il «no» della Cee, a quelle condizioni, potrebbe ayer condotto definitivamente l'Unione Sovietica sulla via del realismo. Ora l'ipotesi 4 che i singoli Paesi del Comecon, e l'Urss con essi, riconoscano la Cee come una realtà politico-diplomatica, e non solo come un'area di libero scambio. Per gli alleati di Mosca, questo significa la possibilità di rapporti direni, almeno in una qualche misura. Per Mosca, può essere qualcosa di più: l'accettazione del fatto che gli europei occidentali intendono costruirsi un destino comune ed autònomo. Naturalmente, non tutto è cosi chiaro. A parte che resta da accertare la reale portata del passo sovietico, è evidente che fra i suoi motivi c'è quello di sfruttare ogni possibile divaricazione politica tra la nuova, o futura, realtà europeo-occidentale e l'America. E, a questo punto, sta agli europei occidentali cogliere quanto di positivo, anche storicamente, c'è nel passo sovietico, senza incoraggiare nuove illusioni (cioè vecchie illusioni sotto nuova forma). V
Persone citate: De Gaulle
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