In otto con poesia e polvere di vetro

In otto con poesia e polvere di vetro ARTE IN GALLERIA In otto con poesia e polvere di vetro La poetica dell'immagine è il titolo suggestivo della, mostra offerta in questi giorni dalla «Davico» in Galleria Subalpina. Otto gli autori di queste immagini e non figure (come Franco Solmi tiene giustamente a precisare) rivendicando quindi il ruolo di un'immaginazione capace di dar subito il senso non_| più d'una caratterizzante declinazione della realtà, ma piuttosto delle diverse sue devianze. Si fa posto infatti al lucido onirismo di Tonelll e all'iperrealismo plastico delle Nature morte di Ventrone per passare alla metafisica «posa» della Rosa di Randal Morgan; dalle sensitive atmosfere e dalle luci filtranti in cui si confrontano Fallani e Madiai all'estenuata finzione della resa più minuzioss ottenuta da Peter Sorrel (in Pilgrim Position) con l'uso delle sole matite colorate, al naturalismo appena sfiorato da un sospetto metafisico nel Nudino di Riccardo Tommasi Ferroni a quello che nella Donna al bagno di Bcrgomi potrebbe ancora apparire una ripresa neo-veristica. ' Vincenzo Fiorito («Helicon», via Mazzini 20) nato a Eboli nel 1952, è risalito lungo la Penisola sino ad Orvieto (dove si è occupato di ricerche sulla ceramica medioevale) e quindi a Torino dove vive dal '71. Le opere esposte riflettono in particolar modo la sua esperienza di scenografo teatrale, con quadri anche grandi nei quali cu suine particolare evidenza l'organizzazione compositiva dello spazio perseguita attraverso una precisa scansione cromatica. Con Immersioni, di Luca-Luciano Cappellari, Io «Studio Laboratorio» di corso G. Lanza 105 conclude la propria stagione espositiva. Le opere sono frutto di tecniche piuttosto complesse che associano l'incisione del supporto e la tempera dilavata, tra velature con polvere di vetro ed impronte di sabbia. L'effetto dominante dell'immersione è dovuto al «nero» o al «bianco» dei fondi intesi come presenze primordiali, «ora marina, ora atmosferica, ora tellurica» che si direbbero filtrate attraverso la memoria, con i loro segni e i loro simboli-colori. * * Fascino della Pittura Piemontese («Arteincornice», via Vanchiglia 11). Mostra anch'essa conclusiva, con una ventina di «nomi». Tra i più noti apre la serie Baretta, autore di sciolte notazioni figurative e Corbelli che ha serbato un accento espressionista, con la Martellini, Da Milano ed Emprin, Canno e Donatella Merlo e Stroppa accanto alle ope.-e dì alcuni scomparsi, da Deabate e Micheletti a Valinotti, Quaglino e Vellan. an. dra.

Luoghi citati: Eboli, Orvieto, Torino