Vince Yamani ma l'Opec si spacca deciso l'aumento della produzione
Vince Yamani ma l'Opec si spacca deciso l'aumento della produzione Accordo tra 10 Paesi deirorganizzazione, contestato da Iran, Libia e Algeria Vince Yamani ma l'Opec si spacca deciso l'aumento della produzione Da 16,7 a 17,6 milioni di barili il giorno (ma già se ne estraggono 19 milioni) - Ora si litiga sulle quote di ciascun membr BRIONI — Un primo, parziale accordo è stato raggiunto ieri fra 10 dei 13 Paesi della conferenza Opec in corso nell'isola iugoslava di Brioni; gli altri 3 membri dell'organizzazione lo contestano. L'annuncio è stato dato dal ministro del petrolio nigeriano. Rilwanu Lukman. nominato nel giorni scorsi presidente dell'Opec. che ha però rifiutato di scendere nei dettagli. Si sa comunque che l'intesa prevede di portare il tetto produttivo ufficiale dagli attuali 16.7 milioni di barili il giorno a 17,6 milioni di barili per tutto l'86 e di puntare ad un obiettivo-prezzi di 17-19 dollari il barile, contro i 12-14 attuali. La decisione accoglie la tesi del ministro saudita Yamani. secondo il quale l'aumento della produzione servirà ad ampliare la quota di mercato dell'Opec a svantaggio dei produttori non Opec e in definitiva a costringere questi ultimi ad accettare di discutere una strategia comune per fa risalire i prezzi. L'accordo viene contestato da Iran. Libia e Algeria, che invece vogliono tagli produttivi drastici (14 milioni di barili il giorno) per un recupero più consistente dei prezzi. cdnmnsitses che dovrebbero risalire gradualmente a 28 dollari. Lukman ha dichiarato che nella seduta di ieri si è cominciato a parlare di quote nazionali, ma che poi i lavori sono stati sospesi ed è stato incaricato il ministro del petrolio indonesiano Subroto di studiare a fondo la questione e preparare un rapporto da sottoporre ai colleghi. Secondo il presidente dell'Opec è probabile che Subroto impieghi un paio di giorni per approfondire il problema. -Tutto dipenderà da come procederà il lavoro di Subroto-, ha risposto Lukman a chi gli chiedeva quando la conferenza tornerà a riunirsi. Secondo una fonte Opec, non è comunque detto che sulle quote nazionali si prenda una decisione finale già a Brioni: è possibile cioè un rinvio a una nuova riunione da convocare in tempi brevi. Dettagli sull'accordo sono forniti dalla rivista specializzata Middle East economie survey. secondo la quale il livello produttivo globale di 17.6 milioni di barili il giorno tiene conto di ..contributi» di esportatori non Opec sotto forma di riduzioni di produzione che verrebbero negoziate una volta che il cartello abbia definito il quadro delle proprie quote nazionali. Secondo alcune fonti, i «contributi» dei produttori indipendenti dovrebbero aggirarsi fra i 500 mila e i 700 mila barili il giorno di produzione in meno. Per i tre Paesi dissidenti ha parlato il ministro algerino Belkacem Nabi; questi in una intervista al giornale radicale Al Watan del Kuwait ha detto polemicamente che l'accordo è «più lontano che mai». In sintonia con le dichiarazioni attribuite a Nabi sono quelle rilasciate a Brioni dal ministro del petrolio iraniano Aqazadeh il quale ha detto di non credere che l'Iran e altri Paesi non specificati possano raggiungere una intesa con la maggioranza dell'Opec su un tetto produttivo. Riferendosi a un tetto di 17,6 milioni di barili il giorno, il ministro ha detto: -Non abbiamo alcuna speranza che con questo tetto si possa risolvere il problema dei pressi-. Il ministro iraniano ha attaccato pesantemente l'Arabia Saudita accusandola di fare il gioco di «potenze criminali». r_ e- s< Il barile ha toccato il fondo Quote Opec e non-Opec in % sul totale mondiale 11 t % pi p^hnnn ni i 1977 79 '81 '83 '85 Opec '77 '79 '81 '83 '85 Paesi comunisti '77 '79 '81 '83 '85 Resto del mondo
Persone citate: Belkacem, Brioni, Lukman, Rilwanu Lukman, Yamani
Luoghi citati: Algeria, Arabia Saudita, Iran, Kuwait, Libia
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