In attesa di buone occasioni di Renato Cantoni

In attesa di buone occasioni In attesa di buone occasioni In Borsa continua la gelata: fin dalla prima riunione del ciclo di luglio, martedì 17 giugno, gli affari si sono drasticamente ridotti e le riunioni sono terminate a tempo di record. Dinanzi a un sospiro di sollievo degli operatori, precedentemente sommersi da un'alluvione di attività e da un insopportabile carico amministrativo, si contrappongono considerazioni di più largo respiro: è cambiato qualcosa di importante? vi sarà ancora qualche fiammata e il ritorno in massa dei compratori? Per avanzare qualche ipotesi concreta occorre esaminare la cquailità» degli scambi delle ultime due settimane. Il lavoro è concentrato su una limitatissima rosa di titoli, meno di una decina, e cinque di essi (sempre gli stessi: Fiat, Assicurazioni Generali. Montedison. Ras. Olivetti) rappresentano in valore oltre il 50% del totale e in qualche giornata anche il 60có. Il maggior attivismo ha avuto origine dal gruppo Montedison, che in diverse occasioni ha evitato nuovi sensibili ribassi; adesso si è aggiunta la Fiat, in pieno aumento di capitale, per la quale è assai importante l'andamento del diritto d'opzione legato a grosse acquisizioni di azioni di risparmio da parte di consorzi finanziari statunitensi ed europei. Ciò dimostra che la grande massa di investitori, dopo i crolli di giugno, è rimasta come fulminata e attende impressionata lo svolgimento degli eventi nei prossimi mesi prima di prendere qualche decisione: si tratta di centinaia di migliaia, se non di milioni, di mini-operatori che con i loro interventi quasi quotidiani avevano impresso alla Borsa quella spinta frenetica che in aprile e maggio aveva frantumato qualsiasi intervento calmieratore e fatto salire le quotazio.ni a livelli senza alcun rapporto con la realtà. Ora sono ancora presenti sul campo grossi operatori italiani e stranieri e i Fondi Comuni, ma questi effettuano interventi su predeterminati titoli mediante acquisti concentrati ritirandosi prontamente quando il mercato accenna a impennarsi nuovamente e ciò impedisce il ritorno del «toro» sulla scena. Pensare che i Fondi Comuni possano operare in modo da rilanciare a tutta velocità la Borsa non ha senso. Come si è detto più volte, i gestori devono fare soprattutto l'interesse dei sottoscrittori di «parti». Ma allora i bei tempi della minuta speculazione sono dietro le nostre spalle? Non propriamente. Basii osservare le offerte di nuove azioni che si susseguono a ritmo incalzante e che si concludono rapidamente e con splendidi successi. Questo vuol dire che i risparmiatori non mancano di intervenire quando si profila all'orizzonte qualche novità che in certi casi rappresenta anche una buona occasione di impiego. I recentissimi episodi della Comau. della Benetton e del Banco di Napoli ne sono una esauriente conferma. A dire il vero, secondo alcuni sperimentati analisti non si tratta sempre di «buone occasioni» per certe esagerazioni di prezzo da parte dell'emittente. Ora però sono da mettere nel conto anche le incertezze politiche. Nel passato la Borsa dava quasi sempre scarso peso alle crisi di governo quando la tendenza era al rialzo e mostrava un rallentamento dei già scarsi affari quando era in fase di stanca o al ribasso. Oggi può darsi che le dimissioni di Craxi siano accolte con malumore in quanto vi erano diversi provvedimenti in fase di perfezionamento e l'eventualità di una crisi lunga o di un governo balneare non sono prospettive rallegranti. Per contro la situazione economico-finanziaria è generalmente buona e psicologicamente i risparmiatori sono ancora portati all'ottimismo; qualche danno può emergere dagli operatori stranieri, più sensibili alle vicissitudini politiche. Ben diversa si presenterebbe la situazione se alla erisi facesse seguito una profonda spaccatura fra i componenti del pentapartito che ha finora composto la maggioranza perché ciò potrebbe inceppare il lavoro legislativo con grave danno per il mercato. Renato Cantoni

Persone citate: Craxi