Per chi giura il medico oggi

 Per chi giura il medico oggi Torino, incontro all'Accademia Per chi giura il medico oggi A 2400 anni dalla sua formulazione. Che.COSa del giuramento di Ippocrate, solenne e nobilissima dichiarazione di morale e deontologia medica? Curioso cimelio da scaffale di bilioteca, inaggiustabile anticaglia da buttar via: oppure eterna verità, sia pur messa a disagio dai tempi e dagli uomini? Venerdì sera il prof. Giacomo Mottura — illustre patologo e cultore di razionalismo scientifico — è stato chiamato all'Accademia di Medicina di Torino (presidente C. Colombo) a commentare il suo recentissimo saggio su «Il giuramento di Ippocrate. Doveri del medico nella storia» (Editori Riuniti, Roma 1986). Nei secoli, a dispetto di tutto, il giuramento ippocratico — nato come sacrale impegno di casta legato al culto di Esculapio — è sopravvissuto ai tempi, col giusto peso di un'idea che non muore, nonostante la sua ormai anacronistica impronta corporativa e nonostante il suo sempre più inestricabile conflitto con la realtà scientifica, sociale e politico-sanitaria del mondo d'oggi. Siamo alle prese, da una parte, con problemi più grandi di noi sulla «buona» o «cattiva» morte, sull'eutanasia di questo quel tipo, sul diritto alla «dignità di morire» senza troppi accanimenti terapeutici, sui vantaggi-complica- zioni delle biotecnologie manipolazioni genetiche, sui rischi totali ambientali e su tanti altri irruenti figli del progresso scientifico, della mentalità e della cultura d'oggi. Dall'altra — accanto alla indubbia spersonalizzazione e quasi disumanizzazione della figura del medico fioriscono Pultraspecializzazlone e il perfezionismo. E' ancora possibile, e come, aggiornare e ravvivare la deontologia medica? Certo non basta riesumare, cosi com'è, il giuramento ippocra tico, semplicemente sosti tuendo il nome dell'Onnipo tente — o, per lui, dell'auto rità civile o sanitaria — in quella che era l'originaria invocazione ad Apollo. E' la realtà progredita che ci porta sempre più lontano da un giuramento che Ippocrate < la sua scuola neppur immaginavano dovesse incontrare tante storiche difficoltà f tanti moderni dilemmi. A splendidi esempi di ippo cratico comportamento e fede — dal dr. Schweitzer a miss Nlghtlngale a H. Du rand e tanti altri — si contrappongono gli Illlch esecratori della supermedicalizzazlone della vita e abolizionisti della professione medica. In tempi di «normative», di «contratti di categoria», di prevalenza di ideologie politi che, al di sopra del medico e del malato si è inserito un «terzo colloquiarne* che ha nome medicina di Stato, medicina assicurativa e altri an cora imperativi sovrani, cosi il malato — che da sempre chiede solo diritto alle cure e alla salute — rimane alla finestra, del tutto escluso come «contraente». .Questo è momento difficile dell'etica medica — ha commentato il prof. Mottura — con più diffidenza che fiducia nel rapporto medico-malato-. Varianti e aggiornamenti del «giuramento»? nonostante ogni buona intenzione .svaniscono le dichiarazioni di principio basate sulla ra zionalità e prevale il legali smo: Anche le più recenti «dichiarazioni» (vedi quella di Ginevra del '48-'49) peccano obbligatoriamente — di f ron te all'incalzare del singoli problemi tecnologici — di asettiche moltiplicazioni di norme e codici professionali Tramonto, ormai, avanzato, di ogni coerenza di comportamento medico? L'obbedienza ad Ippocrate non si è spenta e, a dispetto di tutto, — e persin di certe negative apparenze — il giuramento sta scritto e parla In mille e mille anonimi atti quotidiani di chi si dedica alla salute degli altri. Ezio Rimetto

Persone citate: Ezio Rimetto, Giacomo Mottura, Mottura, Schweitzer

Luoghi citati: Ginevra, Ippocrate, Roma, Torino