Poeti di trenta nazioni riuniti a San Miniato di Nico Orengo

Poeti di trenta nazioni riuniti a San Miniato IL NONO CONGRESSO MONDIALE Poeti di trenta nazioni riuniti a San Miniato DAL NOSTRO INVIATO FIRENZE — Dopo Manila, Baltimora. San Francisco, Marrakech. il IX Congresso Mondiale dei Poeti, si è raccolto a San Miniato al Monte, nelle basilica romanica dell'undicesimo secolo. Poeti di trenta nazioni, di Russia. Spagna. Israele. Nicaragua. America. Portogallo. Cile e Germania, si affacciano sulla città di Dante. Ci Brodskij. Lawrence Ferlinghetti e Rafael Alberti. Jannis Riczos e Yves Bonnefoy. Mario Luzi e Andrea Zanzotto. Hanno iniziato ieri a discutere sullo stato di salute della poesia e fino a giovedì 3 luglio, fra dibattiti e comunicazioni, cercheranno di stabilire affinità e differenze: una geografia mobile e vitale, intrecciata da quei fili all'apparenza fragili che sono i versi. I temi di avvio quest'anno sono tre: «L'invenzione dell'umano. La poesia nel Rinascimento», che terrà Czeslaw Milosz. «Eva. Lilith. la donna e la creazione poetica», di Maria Luisa Spaziarli e De Mello Breiner, «Poesia, ragio¬ ne e mistero», di Mario Luzi. Milosz, Nobel nell'80, poeta di una 'Europa sequestrata' nel suo intervento manifesterà i timori di una «terra lontana dall'uomo-, distanza che il poeta, con la sua sensibilità, dovrà ricucire. E perché la sua parola abbia peso, «in un'epoca in cui la tendenza egualitaria livella la conoscenza-, deve trovare la via della profondità, 'densità e forza di pensiero-. Il primato della filosofia per il poeta di lingua polacca «oogi è sconfitto, solo la poesia resiste alla battaglia del pensiero-. Ma la parola è anche inganno, e Milosz. lo sa. Sa che l'uomo ha bisogno -di favole e sogni-, e pur di averli è capace di dimenticare. Cosi una parola quale « Rinascimento-. dirà Milosz, ci appare oggi come una parola classica, una bella forma. Ma non è forse proprio da quella parola che la fiducia fra la -scienzae -l'arte dell'immaginazione» è venuta meno, e una sintesi perfetta si è spezzata? La scienza ha conquistato il mondo lasciandosi alle spalle arte e religiosità, -la scienza. dice Milosz. citando Monod. può essere una trappola, non conosce la forza etica-. Spetta al poeta, con il suo gesto lento, faticoso, uguale a cento anni fa, dello scrivere di comporre i frantumi della conoscenza, ricordare le •zone buie- dell'uomo, recuperare la sua religiosità, scavare nella dolorosa condizione umana. Un pensiero particolare verrà rivolto, durante queste giornate, a Borges, l'« Omero di Buenos Aires- il poeta argentino recentemente scomparso, che voleva anche lui rendere, qui a Firenze, un omaggio alla città di Dante. Nico Orengo Milosz usto da Levine (Copyright N.Y. R«view ot Boote. Opere Mundi e per l'Italia .La Stampa-) Cl Mil Iif eèps