« Nella giuria c'è un amico »

« Nella giuria c'è un amico » « Nella giuria c'è un amico » (Segue dalla 1' pagina) snaturare il mio ruolo di giudice popolare». Ed è proprio questo il punto dell'intera vicenda: la Procura aveva il diritto ad intervenire cosi pesantemente sulla base di un semplice sospetto? C'è una dichiarazione dell'avvocato Alfredo Biondi, difensore di parte civile di Use Klinghoffer, la figlia del crocierista ammazzato. Fra l'altro dice che «si tratta di casi di coscienza su cui non mi pare sia ammissibile nessuna indagine, salvo ipotesi di responsabilità per collusione che dovrebbero essere provate e motivate e non presunte in anticipo». Ma intanto Ferrari ha abbandonato la Corte. Domani, tuttavia, sarà presente per il processo a quattro tedéschi militanti nell'estrema sinistra. Il presidente della Corte. Monteverde. sottolinea come dovesse accettare -la richiesta perché si può pervenire ad una decisione di rigetto solo se essa appaia chiaraTiiente pretestuosa». Ormai però, non c'erano dubbi che Ferrari non fosse più un giudice sereno. Il dottor Monteverde ha detto: «Ha dato prova in questi giorni di lavoro di una grande bravura e di equilibrio». Poi ha aggiunto: • La cosa ette deve necessariamente stare a cuore a tutti, e che ini tormenta personal¬ mente, è riuscire a condurre in porto, in queste acque tempestose, la navicella del processo. Speriamo di non fermarci come la nave di Calvino nelle Antille». E il partito comunista? C'è imbarazzo, anche se si cerca di dissimularlo. Il segretario regionale e membro della direzione nazionale, Roberto Speciale, parla di 'Stupore e preoccupazione. Ferrari In pratica è stato costretto a dimettersi». Poi aggiunge: «Olii siamo di fronte a un grosso e grave eqnlvrco da chiarire rapidamente oppure a una manovra non capiste se rivolta contro il pei o contro il processo. Ci accusano di avere rapporti con l'Olp, ma con questo vogliono dire che non si debbono avere? E' un messaggio solo per il partito comunista o deve arrivare a qualcun altro?». Vincenzo Tessandori di eventuali e strumentali condizionamenti, sostanziali e di immagine». Lo ha affermato Enrico Ferri, segretario dell'Associazione nazionale magistrati, in una dichiarazione fatta a Pontremoli nel corso del convegno sulla corte di Cassazione. Secondo Luciano Violante, responsabile del pei per i problemi della giustizia, «se si alimenta un clima di sospetto per cui un giudice deve astenersi o essere ricusato perché qualcuno potrebbe domani esercitare pressioni su di lui, consegnamo ai grandi poteri criminali la possibilità di liberarsi di qualsiasi giudice con una semplice minaccia». •E' gravissimo il fatto — ha precisato Violante — che V opinione politica di un giurato possa essere considerata motivo di astensione o di ricusazione». «Se la notizia è vera nei termini riferiti dalla stampa, siamo allo stravolgimento delle regole — ha detto Franco Ippolito, segretario nazionale di Magistratura democratica —. Se una delle parti processuali, compreso il procuratore della Repubblica, ha concreti motivi di dubitare della imparzialità di un giudice, può avvalersi dell'istituto della ricusazione. Non assumersi la responsabilità della ricusazione e ricorrere ad un invito alla astensione costituisce illegittima pressione

Persone citate: Alfredo Biondi, Calvino, Enrico Ferri, Franco Ippolito, Klinghoffer, Luciano Violante, Monteverde, Roberto Speciale, Vincenzo Tessandori

Luoghi citati: Pontremoli