In Provincia: sì al bilancio '86
In Provincia: sì al bilancio '86 Passa il documento preventivo In Provincia: sì al bilancio '86 Il pentapartito resta solo, gli altri escono Approvazione all'unanimità per il bilancio preventivo 1986 della Provincia: non perché tutti gli 11 gruppi fossero per una volta d'accordo, ma perché la minoranza ha abbandonato compatta l'aula, contestando la legittimità del documento dopo la bocciatura alla Camera del decreto sulla finanza locale, base per il bilancio. Cosi i 23 del pentapartito, il minimo per il numero legale, hanno votato la sequela dei capitoli, letti dal segretario generale come una rapidissima litanìa. D'altra parte ragioni tattico-pratiche consigliavano a non far slittare la votazione alla prossima settimana, come chiedeva l'opposizione per attendere un chiarimento a livello di governo. Ieri il pentapartito era insolitamente al completo: era presente anche il liberale Arrigo, decano del Consiglio e reduce da un intervento chirurgico, che pur con le grucce non ha voluto sottrarsi al suo dovere. Il rinvio presentava dei rischi per la maggioranza. Le ostilità sulla legittimità del bilancio sono state aperte dal missino on. Boetti che ha fatto rilevare già in sede di riunione dei capigruppo che si votava su un documento privo di base giuridica, non sapendo quante possano essere le risorse • a disposizione, elemento legato al decreto (bocciato) sulla finanza locale. I comunisti si sono messi sulla medesima linea e Bolzoni ha chiesto alla maggioranza di riflettere: -Non è un atto con credibilità e base giuridica». II pri Lombardi ha invece difeso la regolarità della procedura affermando che sono possibili modifiche successive e che, in ogni caso, il decreto vale per 60 giorni. Nella discussione sono intervenuti tutti i gruppi. Poi, a maggioranza, si è deciso di votare in ogni caso. Dopo le repliche dell'assessore Trovati e della presidente Casiraghi, accorata nella sua denuncia dei limiti delle autonomie locali e dell'obbligatorietà dei conti economici, l'opposizione ha chiesto una breve sospensione. Rientrando, Bolzoni, capogruppo pei, ha detto: -Non intendiamo, con la nostra presema, dare avallo ad una procedura di dubbia legittimità e politicamente arrogante, sulla quale pesa il ricatto di alcune forse politiche che strumentalmente hanno assunto il ruolo di gendarme di questa maggioranza». Sulla linea di abbandonare l'aula si sono schierati anche Boetti (msi), Gardiol (dp), Berrutq (verde), Laudi Levi (verde civica) e Gremmo (Plemont), tutti concordi nel criticare l'atteggiamento arrogante e scarsamente democratico della maggioranza. Alle 19,20 l'opposizione ha lasciato l'aula, 40 minuti dopo il rito del bilancio era concluso.
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