Quando Cavallero seminava terrore di Ezio Mascarino

Quando Cavaliere seminava terrore Quando Cavaliere seminava terrore 22 gennaio 1964. Quel mattino, tre banditi, mascherati con sciarpe e cerotti, bloccarono l'agenzia del Credito Italiano di piazza Rivoli. Scattò la sirena di allarme, 1 rapinatori spararono, un proiettile raggiunse al capo una giovane impiegata. Giovanna Freccino, 22 anni. Un ex voto alla Consolata ricorda la sua guarigione, dopo lunghi mesi di sofferenza. I banditi fuggirono con 4 milioni. Era l'esordio della •banda Cavallero». Seguirono cinque anni di terrore. Torino si confrontava con realtà nuove: l'immigrazione crescente che «gonfiò» enormemente la città, tensioni sociali, che neppure il boom economico riusciva a mascherare. La «banda Cavallero» compi altre 18 rapine, in città, a Cine, a Rivarolo, a Milano, seminando morti (5 persone, anche uno studente di 17 anni) e feriti (29, tra forze dell'ordine e passanti). La città, polizia e carabinieri erano impreparati a quella delinquenza, violenta, decisa, che usava anche mezzi nuovi per la «mala» di quegli anni: armi e auto potenti, per spostamenti rapidi, in pochi minuti. Il 16 gennaio '67 la «banda Cavallero» compi due rapine, in meno di un'ora: la prima a Ciriè, all'Istituto San Paolo, poi ad Alpigiano, una decina di chilometri di distanza, alla Cassa di Risparmio. A Ciriè fu ucciso il medico condotto del paese, Giuseppe Calottino, 67 anni: aveva infilato una mano in tasca per prendere il fazzoletto. La banda (era formata da Insospettati, «incensurati» come dicono le forze dell'ordine) fini le sue gesta a Milano: una sanguinosa rapina In Largo Zandonai. un conflitto a fuoco con le forze dell'ordine. Tragico bilancio: 4 morti, 19 feriti, tra cui un bimbo di 5 anni. Dopo la cattura dei banditi (Pietro Cavallero. il •capo», fu bloccato con 11 suo luogotenente, Sante Notarnicola, all'interno di un casello ferroviario abbandonato sulla linea tra Casale e Alessandria), una parentesi di calma. I soliti furti, le «bande del buco», qualche rapina isolata. Sul finire degli Anni 60, l'arrivo del marsigliesi, il formarsi di bande di calabresi, palermitani, catanesi. E tornò la guerra. Tra i clan che In quegli anni (oramai all'inizio del '70) volevano controllare la prostituzione, le prime bische clandestine. Una lunga serie di rapine, scontri tra bande rivali, delitti (alcuni ancora oggi impuniti) per regolamenti di conti. In piazza Carlina, una notte, un drammatico conflitto a fuoco tra gang: pistole, fucili a canne mozze, mitra, persino bombe a mano. Poi arrivarono gli anni angosciosi del terrorismo: anco ra morti e feriti. E nuove guerre di bande rivali per spartirsi 11 colossale business della droga. Ma 11 ricordo della banda Cavallero (ispirò anche un film di Lizzani, «Banditi a Milano») è rimasto vivo in molti. L'assalto di Ieri in piazza Rebaudengo ci riporta a quel tragici giorni. Oggi le statistiche parlano di 1612 rapine a Torino nell'84, 1856 lo scorso anno, 475 in questi primi quattro mesi. Cronaca quotidiana: assalti a banche, uffici postali, portavalori. E a passanti, spesso anziani, aggrediti per strada: 2144 nell'84, 2558 lo scorso anno. Aride cifre, dietro alle quali c'è l'immagine di una città che ha paura. Ezio Mascarino

Persone citate: Cavallero, Giovanna Freccino, Giuseppe Calottino, Lizzani, Pietro Cavallero, Sante Notarnicola