L'Abi chiede più libertà sui tassi

L'Abi chiede più libertà sui tassi L'Abi chiede più libertà sui tassi ROMA — Check-up sul sistema bancario. Il ministro del Tesoro, il Governatore Ciampi, il presidente dell'Abi Parravicini, da tre angolazioni diverse secondo il proprio ruolo istituzionale, hanno affrontato i temi più scottanti del momento di fronte al Gotha dei banchieri italiani, riuniti nei saloni di Palazzo Altieri. L'occasione l'assemblea annuale dell'Abi, la potente associazione bancaria. Le banche non riducono adeguatamente il costo del denaro? Non è vero, risponde Parravicini, snocciolando le cifre che testimoniano come in Italia i tassi siano in linea con quelli degli altri Paesi industrializzati. E quale atteggiamento si dovrà assumere nei confronti dei nuovi intermediari finanziari spuntati come funghi a rastrellare risparmio negli ultimi anni? Goria. che a molti è apparso in polemica con la posizione assunta nelle scorse settimane dal collega delle Finanze Visentini. ha sostenuto una soluzione mediana: l'attività dei nuovi intermediari va disciplinata ma con regole non uniformi, riconoscendo comunque la necessità che i prezzi e le condizioni siano determinati dalle forze e dai meccanismi di mercato. Molto più cauto sull'argomento il Governatore della banca d'Italia il quale ha auspicato 'Controlli prudenziali, pur attenuati rispetto a quelli cui sono sottosposti gli enti creditizi, siano applicati anche agli operatori che vanno a collocarsi nei cerchi al margine estreno del sistema.'. Del resto — ha ricordato — la Banca d'Italia fin dal 1982 prospettò in Parlamento la necessità di una regolamentazione, ad esempio dei titoli atipici, e indicò le eventuali linee di intervento. Con la situazione politica determinatasi, sembra essere una discussione che subirà quanto meno una ulteriore pausa di riflessione. Il discorso di Goria è apparso spiazzato rispetto al momento politico e molti si seno guardati negli occhi un po' sorpresi quando ha contrapposto al 1986 il 1983. anno in cui «ani che il clima politico era lace- rato». La difesa delle banche è toccata ovviamente a Gian nino Parravicini che non ha lesinato risposte al tambu reggiamento cui dall'inizio dell'anno, presidente del Consiglio, socialisti, liberali, socialdemocratici e imprenditori, hanno sottoposto il mondo del credito. Egli ha af fermato che il costo del dena ro non è una variabile indi pendente del sistema: esso potrà scendere ancora solo se saranno rimossi i vincoli am ministrativi e legislativi che stringono il credito, se si riu scirà a ridurre il fabbisogno finanziario dello Stato. In termini reali — ha sottolineato Parravicini — il tasso primario è attualmente circa il 6,5 per cento, superiore di circa un punto a quello effettivo della Germania, di mezzo punto a quello degli Stati Uniti e della Francia e inferiore di altrettanto rispetto a quello della gran Bretagna. Lo stesso confronto può essere esteso al tasso attivo medio reale bancario. Goria ha voluto chiudere la polemica sui tassi afferman do che una ulteriore discesa si potrà avere solo con il prò gressivo consolidarsi delle at tese di bassa inflazione .ac centuando una spirale virtuosa tra alta offerta e bassa domanda di credito*, e. pa.

Persone citate: Altieri, Ciampi, Gian Nino Parravicini, Goria, Parravicini, Visentini

Luoghi citati: Francia, Germania, Italia, Roma, Stati Uniti