Carlsson, la strategia dei piccoli passi

CaHsson, la strategia dei piccoli•passi Svezia: il nuovo leader guida con intelligenza la difficile fase del dopo-Palme CaHsson, la strategia dei piccoli•passi L'opposizione ha accettato un periodo di tregua - In autunno il pericoloso scoglio delle spese per la difesa NOSTRO SERVIZIO STOCCOLMA — Dopo 10 anni di polemiche, sull'energia nucleare e la politica estera, la difesa, i rapporti con l'Urss, e sul tema «Socialismo e libertà', la Svezia sembra sprofondata in uno stato di dormiveglia politico. In pochi mesi, molte cose sono cambiate. Nel dicembre scorso, ThorbjOrn Falldln, questo centrista campione della battaglia contro le centrali nucleari che nel '76 aveva scalzato dal potere i socialdemocratici, è rispedito nella sua fattoria nel Nord dai suoi stessi amici, che lo ritenevano responsabile dello scacco cocente del partito, tre mesi prima, alle legislative. Da allora, l'ex primo ministro è silenzioso. Amareggiato, non ha neanche partecipato alle assise nazionali dei centristi. Nella notte del 28 febbraio Olof Palme viene assassinato nel centro di Stoccolma all'uscita di un cinema e lassassi no o gli assassini sono tuttora ignoti. Ai primi di giugno il leader del partito conservato re, la più grande formazione «borghese», annuncia le sue dimissioni. Ulf Adelsohn si annoia all'opposizione, «dove non si possono realizzare mai le proprie idee-. Non ha più la sete del potere necessaria, ma l'assassinio di Palme non è estraneo al suo atteggiamento. Adelsohn e numerosi altri suol colleghi scoprono con inquietudine che la politica comporta dei rischi Anche in una Svezia che si credeva ingenuamente al riparo da qualsiasi pericolo. Gli svedesi si abituano a nuove facce... I principali attori si chiamano oggi Ingvar Carlsson, successore di Palme; Karin SOder, per 1 centristi; Bengt Westerberg, eletto appena due anni fa alla testa del partito liberale e protagonista dei sondaggi. Il futuro leader conservatore verrà designato in agosto. Per ora il favorito è Cari Bildt. Quanto al leader comunista, Lars Werner, diventato d'un colpo decano della classe politica, si chiede se tutti questi cambiamenti non siano di cattivo augurio... La bonaccia, alcuni dicono idillio, che caratterizza da tre mesi la vita politica svedese è anzitutto la conseguenza dello choc nazionale provocato dalla morte di Palme. L'ex primo ministro non aveva mai simboleggiato l'unità nazionale, al contrario dava fastidio a metà della popolazione, ma le tragiche circostanze della sua morte hanno scatenato un sorprendente consenso. Con le loro reazioni, gli svedesi hanno espresso il desiderio che i litigi inutili cessino e che il dibattito politico ritrovi toni più pacati. In questa situazione eccezionale, è escluso che l'opposizione, pena la condanna della grande maggioranza dell'opinione pubblica, parta di nuovo in guerra contro la sinistra. E viceversa... I grandi dibattiti parlamentari di primavera hanno confermato questa «distensione». Il viaggio ufficiale a Mosca di Ingvar Carlsson. che ha parlato «con franchezza- e ha affrontato il problema delle incursioni dei sommergibili negli arcipelaghi del Baltico, non è stato criticato dai conservatori, che invece accusavano Palme di «compiacenza- verso i sovietici. Il nuovo primo ministro gode di uno stato di grazia particolarmente lungo. La sua popolarità — oltre il 70 per cento di opinioni favorevoli — deve suscitare gelosie ovunque, e il suo partito dopo un balzo dell'8% nei sondaggi successivi alla morte di Palme, si trova in una situazione molto confortante, con circa il 477o delle intenzioni di voto. I conservatori, i liberali e i centristi più desiderosi di migliorare i loro rispettivi punti che di mettere a punto una piattaforma comune, hanno perso ogni speranza, o quasi, di sloggiare la sinistra dal potere nel 1988... Carlsson ha ispirato simpatia e fiducia e dà prova di autorità. L'uomo che per 20 anni ha lavorato all'ombra di Palme, si è imposto la calma e obiettivi limitati. Come il suo predecessore, intrattiene buoni rapporti con i sindacati, ma. quando prende la parola in un congresso della Federazione, «non c'è elettricità nell'aria- ci confessa un sin¬ dacalista. Non scalda l'uditorio, si tiene ai fatti e evita (per quanto tempo?) la demagogia. «Per ora è invulnerabile — dice un dirigente conservatore, Georg Danell —, non ci sono dibattiti in Parlamento e lui stesso non vuole il confronto politico-. Non parla molto, al contrario di Palme che su una catastrofe come quella di Cernobil avrebbe fatto fuoco e fiamme; lui. Carlsson. ne ha parlato una sola volta e per dire che lui non aveva motivo di mettere in dubbio le assicurazioni degli ecologisti dell'Istituto per la protezione Palme teneva gli occhi su tutto. Carlsson delega volentieri. Il caso Cernobil e le sue conseguenze sulla politica nucleare svedese sono stati trattati dal ministro per l'Energia Birgitta Dahl. «La politica svedese si è spoliticizzata- dice un deputato liberale. Ma se è vero che 1 conflitti sociali, frequenti in primavera, sono stati messi da parte e lunedi 16 giugno i novemila impiegati della sanità pubblica, tra cui duemila medici, in sciopero da tre settimane, hanno accettato di osservare una tregua estiva, le ostilità riprenderanno in autunno. Sul piano economico la caduta del dollaro e queila dei prezzi del petrolio rendono migliori le prospettive dell'economia, che rischiava di stagnare nel 1986; la disoccupazione è a livelli minimi (2,3%); l'industria prevede nuovi profitti record. Uomo dei «piccoli passi». Carlsson appartiene alla schiera dei «socialdemocratici grigi», politici riformatori e prudenti, realisti e pragmatici, ma inflessibili sul piano ideologico. Dopo una primavera calma, troppo calma, l'autunno potrebbe animarsi con la discussione sulle spese per la difesa nazionale: qui è netto il contrasto tra socialdemocratici e conservatori. Alain Debove Copyright -1 a- Monde» v per 1'llalia «La Stampa»

Luoghi citati: Mosca, Stoccolma, Svezia, Urss