Salvati i bilanci dei Comuni

Salvati i bilanci dei Comuni Il governo in extremis rimedia alla bocciatura dei franchi tiratori Salvati i bilanci dei Comuni DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — La falla aperta dai «franchi tiratori» e stata chiusa dal governo, prima di dimettersi, con un nuovo decreto per la finanza locale. In caso contrario i Comuni non avrebbero più potuto approvare i loro bilanci: parecchi Consigli comunali erano già convocati per compiere questo adempimento entro il 30 giugno. Senza bilanci, i Comuni si trovano in una sorta di esercizio provvisorio: ogni mese, hanno disponibili fondi pari a un dodicesimo di ciascuna voce del bilancio dell'anno precedente. Cosi, dimissioni o no, occorreva provvedere: .Un atto dovuto nei confronti del sistema delle autonomie locali, ha dichiarato ieri sera il ministro degli Interni, Oscar Luigi Scalfaro, al quale toccava l'iniziativa. Il nuovo decreto consen¬ te di trasferire agli enti locali i «fondi ordinari» per il 1986. Ripresentare uguale, subito, un decreto bocciato non è possibile, ragion per cui il governo si è limitato alla parte di maggiore urgenza. Si tratta, in tutto, del quarto successivo decreto sulla finanza locale nel 1986. «Atto dovuto» è stata anche l'approvazione del «bilancio di assestamento» presentato dal ministro del Tesoro, Giovanni Goria; occorreva farlo entro il 30 giugno. L'«assestamento» del bilancio dello Stato interviene, a metà anno, per correggere le cifre stabilite inizialmente con il bilancio e con la legge finanziaria. Ma le variazioni si compensano, e il deficit di cassa previsto per quest'anno re sta fermo a 110.000 miliardi di lire. Anzi. Goria è riuscito a far risultare un migliora¬ mento contabile nelle cifre «di competenza»: se le spese sono superiori al previsto di 4723 miliardi, le entrate lo sono di una cifra più alta, 5885: cosicché il «saldo netto da finanziare», la cifra-spauracchio fissata nell'articolo 1 della legge finanziaria, diminuisce di 1162 miliardi. Non è stato discusso invece il «documento finanziario programmatico» per il 1987, che in origine doveva essere il punto più importante all'ordine del giorno del Consiglio dei ministri di ieri. Goria, che aveva pronto questo spesso fascicolo di oltre 100 pagine, lo ha riportato via con sé perché un governo che non c'è più, ovviamente, non può discutere programmi per il futuro. Per l'anno prossimo, si prevedeva inflazione al 4% o poco meno e sviluppo al 3 | per cento o poco più.

Persone citate: Giovanni Goria, Goria, Oscar Luigi Scalfaro

Luoghi citati: Roma