«Non speravamo nella finale»

«Non speravamo nella finale Francesi silenziosi, tedeschi euforici (Beckenbauer: «Siamo stati fortunati») «Non speravamo nella finale DAL NOSTRO INVIATO GUADALAJARA — In mancanza di ti/osi brasiliani disperati, nonché pronti a quasi tutto, da arginare con le buone e soprattutto con le cattive, la polizia messicana, nel dopo-partita di ieri allo stadio Jalisco di Guadalajara, st è dedicata soprattutto ai giornalisti. Fermati due tedeschi, malmenato un brasiliano, trattati male un po' tutti, insomma reso difficilissimo il lavoro per avere qualche dichiarazione dai protagonisti. Relativamente calma è stata soltanto la conferenza stampa dei due allenatori, Franz Beckenbauer per i tedeschi ed Henri Micìiel per i francesi, Beckenbauer ha cominciato la sua 'Orazione' ufficiale parlando benissimo della Francia: .Grande squadra, grande avversaria per una grande partita. Nel secondo tempo loro sono stati più forti di noi, e ammetto che ci è venuta in soccorso la fortuna, la stessa fortuna che per altro ci era mancata nel primo tempo, anzi era stata dalla parte dei francesi». Afesso di fronte al suo pessimismo della vigilia. Beckenbauer ha avuto perlomeno il coraggio di smentire se stesso: «Effettivamente non pensavo di poter arrivare alla finale, anche se non è vero, come hanno riportato alcuni giornali, che avevo pronosticato per la mia squadra un Mundial povero. Adesso, comunque, non obbligatemi a fare penitenze, e lasciatemi essere felice». Domanda difficile per Beckenbauer: non pensa di avere impoverito lo spettacolo, adibendo suoi uomini alla marcatura anche spietata di Platini? «Assolutamente no, lo spettacolo è venuto fuori comunque, su un tono atletico superiore a quello di ogni altro match di questo Mundial. Credo sia stata la più bella partita che avete visto, e dunque non si parli di calcio ostruzionistico. La mia Germania gioca in maniera diversissima dal Brasile, che ha tali risorse di talento e di fantasia da potersi permettere di ignorare il talento e la fantasia altrui. Noi abbiamo un'organizzazione di gioco, ed anche una mentalità individuale e collettiva, che ci porta all'esercizio spietato del controllo di chi può farci in qualche modo del male. Si tenga però presente che non ci siamo limitati a marcare rigidamente Platini, ma abbiamo mandato nostri gendarmi un po' su tutti». Henri Michel, il francese, ha respinto un'ipotesi di scusa, di alibi, legata al terreno pesante per le grosse piogge cadute nella notte su Guadalajara: «E' possibile che ci fosse da faticare ancora più del solito, è possibile che un po' di bagnato abbia avvantaggiato i tedeschi, ma non mi pare assolutamente questa la chiave del match. Si dica piuttosto che noi abbiamo pagato i de-] biti con la buona sorte accumulati nella partita col Brasile. Allora fummo fortunati, questa volta siamo stati sfortunati, il che significa eliminati». Domanda a Michel: esistei'a un piano per bloccare il gioco tedesco, magari rinunciando ad una piccola parte del gioco sbrigliato, .libero- dei francesi? «In linea di massima noi siamo contrari a subire il gioco altrui e ad opporci ad esso: preferiamo prendere l'iniziati¬ va. Però ammetto che questa | volta avevamo in mente alcuni dispositivi tattici, e scusatemi se li ho tenuti segreti, per fare un minimo di pratiche difensivistiche, opportunistiche. Il gol iniziale dei tedeschi ci ha però costretti ad un inseguimento ed ha mandato a monte quel poco di strategia speciale, inusuale per noi. che avevamo preparato». Poverissime le .voci» dei giocatori. I francesi sono saliti sul loro pullman in silenzio, Platini ha semplicemente detto che non c'era nulla da dire, neanche tre quarti d'ora dopo la fine della partita allo stadio era rimasto il solo Battiston. per cure mediche. Fra i tedeschi tre interventi, preziosissimi per tanta stampa mondiale affamata. Berthold, che non ha giocalo per squalifica ma che è rimasto in campo, in mezzo ai suoi compagni panchinari, per tutta la durata della partita, ha detto: «Sono felicissimo, avevo dei rimorsi nei riguardi di una Germania privata del mio apporto, ora posso anche dire che. con una squadra cosi temo di non avere più posto, considerando come hanno giocato bene tutti i miei compagni». L'autore del primo gol tedesco, Brehme, ha detto: «Importa vincere, e mi pare che la Germania abbia fatto la partita giusta per conseguire il successo. Noi siamo in crescendo, abbiamo disputato la nostra migliore partita. Non so francamente come si è comportato Bats in occasione del mio tiro per l'uno a zero: ho guardato la palla, ho messo nel piede più forza che potevo, poi ho chiuso gli occhi». Infine Rolff, il controllore di Platini: «Nessuna novità per me nell'eseguire il compito di marcatura del giocatore francese: l'avevo già fatto ad Atene, in finale di Coppa dei Campioni. Platini ha giocato una bella partita, penso che nessuno mi possa accusare di gioco pesante od ostruzionistico, io sono riuscito a limitare la sua azione e a dare il mio apporto alla manovra collettiva. Insomma, lasciatemi essere ancora animiratore di Platini, e intanto essere più che soddisfatto di me stesso». Gian Paolo Orraezzano

Luoghi citati: Atene, Brasile, Francia, Germania, Guadalajara