Murphy, il nemico dei classici danza a Spoleto Thomas Mann

Murphy, il nemico dei classici danza a Spoleto Thomas Mann Questa sera al festival la Sydney Dance Company e i video danesi Murphy, il nemico dei classici danza a Spoleto Thomas Mann DAL NOSTRO INVIATO SPOLETO — L'Australia e la Danimarca sono oggi di scena al festival dei Due Mondi, e si tratta di due presenze, a vario titolo, significative. L'Australia approda stasera con la Sydney Dance Company, diretta da Graeme Murphy. un coreografo la cui originalità, espressiva è stata consacrata l'anno scorso dal difficile pubblico e dalla esigente critica newyorkese. Murphy è uno dei rappresentanti di quella «new wawe». di quella nuova ondata australiana che da metà Anni Settanta s'è imposta al mondo nei varii settori della creatività artistica: cinema (Peter Weir, Bruce Beresford. George Miller), musica poprock (Nick Cave e i Men at Work) e persino narrativa (la McCullough di Uccelli di rovo). Ha studiato a Melbourne e a New York, però ha preferito creare le sue prime coreografie nell'immensa periferia della ex «nuova colonia», e vi ha trovato un pubblico che s'accendeva d'entusiasmo alle sue riletture -irregolari, dei classici, intrise spesso di richiami solenni alla comune «estraneità» d'origine (in Daplinis et Cloe di Ravel Cupido arrivava volando su uno skateboard, «direttamente dall'Australia»). Nominato direttore della Sydney Dance Company, Murphy dal 76 ad oggi ha preferito in trionfali tournée all'estero (è stato nell'80 anche in Italia) coreografie che, a detta degli esperti, propongono «un misto esemplare fra preparazione e immaginazione, livelli tecnici assolutamente prestigiosi e visioni assolutamente eccentriche*. A Spoleto la Sydney Dance Company propone due programmi. Some Rooms, un itinerario in alcune stanze di un appartamento vuoto, metafora trasparente di un viaggio nel subconscio individuale, e After Vertice, una rivisitazione della Morte a Venezia di Mann, con tanto di adagio malheriano, che qui, su una città che predilige Visconti, si colorerà di inedite risonanze. Ma la venuta della giovane compagine australiana è il primo .tocco di vernice», come direbbe un critico d'arte, all'imminente festival dei Tre Mondi, che verrà accolto tra i grattacieli, il fiume maestoso, i vastissimi parchi di Melbourne dal 19 settembre al 4 ottobre prossimi. Ne abbiamo avuto il programma in via riservata: tre opere (la Butterfly nella polemica versione di Ken Russell, vista a Spoleto neli'83, La Medium e II telefono di Menotti nella regia dell'autore), quattro prime mondiali di prosa (Il morto al mondo di Michael Gurr, Penombre d'estate di Richard Beynon, II pioniere di Darryl Emmerson, tutti e tre celebri drammaturghi au¬ «ci». straliani, per noi illustri sconosciuti, più i7 banchetto del lupo del francese Raymond Cousse), tre spettacoli di danza con la Sydney Dance Company appunto, il Nikolais Dance Theatre, e il balletto nazionale di Spagna. Menotti a parte, cui è anche riservata un'imponente serata concertistica, alla Concert Hall di Melbourne (la messa O pulchritudo, il Concerto a tre, e il Concerto per piano e orchestra in la), l'Italia fa per ora un po' la parte della cenerentola: ci sono le marionette dei bravissimi Colla, e varie mostre d'arti visive, ma nel teatro e nella danza non godiamo per ora di una grande rappresentanza. Dicevamo della Danimarca: un colosso degli audiovisivi, la Bang e Olufsen, ha finanziato, realizzato e inaugurato ieri la prima nastroteca del festival, a palazzo Zacchei-Travaglinl. in pieno centro storico. In una serie di salette bianche, su modernissime poltroncine danesi, dinnanzi a visori d'una strumentazione sbalorditiva per finezza tecnologica, si potranno rivedere per svago, ma, quel che più conta, per studio, a livello universitario e oltre, i più importanti spettacoli della rassegna spoletina. da quando almeno la Rai o il festival stesso hanno cominciato a registrarli. Con una particolare commozione, ad esempio, abbiamo rivisto e riascoltato Thomas Schippers alia direzione del Requiem di Brahms (1972): ma pensiamo ai numerosi giovani che potranno venir qui, da vari atenei italiani, a studiare da vicino, ad esemplo, le celebri messinscena d'opera di Visconti. Guido Davico Bonino SPOLETO FESTIVAL