Fumo: perché sì, perché no di Renato Rizzo

Fumo: perché sì, perché ne Le reazioni torinesi al progetto di legge del ministro Degan Fumo: perché sì, perché ne L'esercito dei non fumatori si fa sempre più folto, alimentato anche dalla schiera crescente dei pentiti della nicotina - A settembre partirà la campagna organizzata dal Comune «per informare e prevenire» -1 tabaccai protestano: «I polmoni subiscono ben altre e più serie aggressioni» Graffette all'orecchio, sedute di agopuntura, ricorso alla pranoterapia, ipnosi, psicoterapia di gruppo, bocchini con fori di diametro tendente allo zero, addirittura pratiche fra il certosino e il sadico come l'inserimento d'un capello in ogni sigaretta (dicono che 11 gusto repellente del fumo che ne deriva distoglierebbe dal vizio anche 11 turco del proverbio): l'esercito dei pentiti della nicotina e del condensato marcia, anche a Torino, a ranghi entusiasti e compatti verso l'affrancamento. E' composto da soldati che riemergono dall'emarginazione di decenni, fiduciosi nel disegno di legge Degan che attende d'essere esaminato dal Parlamento e che Impone restrizioni nella vendita di tabacco ai minori di 18 anni, proibizione del fumo negli uffici pubblici e privati, blocco della pubblicità anche Indiretta alle sigarette. Una fiducia confortata dalle statistiche che vedono 1 nonfumatori in progressiva risalita particolarmente negli Usa dove chi consuma sigarette, oggi, è out (negli States di questi tempi si dice: •Baciare una persona che I fuma è come leccare un por| tacenere sporco»). In una città piantata nel I cuore del regno dei fumatori (il 69,8 dei nicotinodlpendentl italiani vive nel Nord) la battaglia s'annuncia dura e impietosa anche se gli stessi fumatori, convinti al 70 per cento d'essere degni di condanna, sanno che, prima o poi, dovranno, specie In ufficio, ritagliarsi un'isola (il corridoio, l'angolo vicino alla finestra aperta, magari 11 bagno) dove sedare il desiderio di una nota. In attesa che le aziende, grandi e piccole, predispongano spazi riservati ai dipendenti fumatori o adeguino 1 propri impianti di condizionamento per evitare che i locali di lavoro diventino «camere a I gas» anche per chi detesta 11 I tabacco. A Torino le iniziative I spontanee per informare sul | danni derivanti dalla sigaretta, e, quindi, lmpllcita- mente, prevenire, s'intrecciano a quelle ufficiali. Da metà settembre, per esempio, partirà una campagna promossa dal Comune e organizzata da un comitato di cui fanno parte associazioni ecologiche, medici, rappresentanti della scuola e delle Forze Armate, tv private. L'iniziativa seguirà uno spirito soft: «Non una crociato basata su concetti terroristici — spiega 11 dott. Sbrana, che coordina il gruppo di lavoro —, ma un'informazione precisa sui problemi e i danni collegati al fumo. Assolutamente nessuna idea coercitiva: ognuno, una volta conosciuto il quadro generale, deve decidere da solo se continuare o smettere o incominciare». L'idea sponsorizzata dal Comune si riallaccia a un'esperienza che vede Torino all'avanguardia In Italia e che è concretizzata, sin dall'82, da un équipe medica del servizio di Pneumologla dell'ospedale Infantile diretto dal prof. Castello. In ac cordo con 11 Provveditorato agli Studi. I sanitari tengono in tutte le scuole medie di città e prima cintura, una serie di lezioni con proiezioni sui danni del fumo. Non terrorizzare, ma informare è anche il principio cui s'ispira la Lega italiana per la lotta contro fumi e rumori nata a Torino nel 1952 e diventata ente morale nel 59. Il presidente, prof. Berllncioni, guarda all'idea del ministro Degan di vietare le sigarette negli uffici come alla realizzazione d'un sogno che l'associazione culla da 31 anni: «Fin dal '55, infatti, avevamo invitato il governo a varare un decreto legge in cui si proibisse il fumo in ospedali, scuole, locali di spettacolo e uffici. Oggi, finalmente, siamo vicini al traguardo. Ma, secondo noi, sarebbe controproducente demonizzare oltre misura il tabacco. «Siamo d'accordo con l'idea di regolamentare il fumo, specie nei locali pubblici, ma, per carità, non lasciamoci prendere la mano». Alla Federazione Italiana Tabaccai di corso Re Umberto 30 temono che tutto questo diffuso ostracismo verso il fumo scateni una -caccia all'untore» nei confronti di chi vive vendendo sigarette e, contemporaneamente, conduca ad una sorta di emarginazione sociale chi le acquista. Ricordiamo al presidente del sindacato unitario, Gian Luigi Bonino, che in Germania esistono già birrerie in cui ci sono angoli molto accoglienti per non fumatori e altre zone meno curate (e dove si mangia peggio) riservate a chi fuma. ■•Ecco un comportamento che sfiora la lesione della libertà personale. Non diamo al tabacco la colpa di tutti i mali in una società dove i nostri polmoni subiscono di continuo aggressioni che vanno ben al di là di quelle delle sigarette nostre o altrui. Il problema, certo esiste, ma si può attenuare migliorando la qualità del prodotto. E, soprattutto, non battiamo le mani a certe iniziative solo per il gusto di batterle». Renato Rizzo

Persone citate: Degan, Gian Luigi Bonino

Luoghi citati: Germania, Italia, Torino, Usa