«Preparati a giocare ad oltranza»

«Preparati a giocare ad oltranza» «Preparati a giocare ad oltranza» II et Beckenbauer teme la Francia, ma confida nelle possibilità della sua squadra DAL NOSTRO INVIATO GUADALAJARA — Sono arrivati alla vigilia con due Fokker F27 ad elica. Sono sbarcati pieni di sorrisi e contano di riprendere la via del cielo subito dopo la partita, sperando che non ci siano i supplementari perché con il buio è Impossibile atterrare sulla striscia d'asfalto che viene spacciata come aeroporto di Queretaro. I tedeschi di Germania sono in missione lampo. La Francia e via, magari lasciando il segno come quattro anni fa in quel di Siviglia. Anche se Kaiser Franz Beckenbauer ha aperto e chiuso il discorso in dieci secondi, scrollando le spalle e dondolandosi sui preziosi talloni (una volta) con studiata eleganza: «Quale Siviglia? Non mi interessa. La sola cosa che conta è vincere. La Francia è più forte ed esperta di quattro anni fa, ha un ottimo portiere, una grande difesa ed un grandissimo Platini. Se va in vantaggio è difficile rimontarla. Dunque fate un po' voi». In verità è la Germania che deve fare. Gioco e gol soprattutto, finora abbiamo visto poco dell'uno e degli altri. «La Francia è favorita — ha continuato Beckenbauer — ma noi stiamo bene fisicamente e siamo preparati ad affrontare senza problemi i supplementari. L'incontro con 11 Messico ha dimostrato che possiamo reggere per 120 minuti». Niente di straordinario, ci aspettavamo dichiarazioni di questo tipo e non ci ha sorpreso il fatto che i tedeschi puntino le loro carte sull'efficienza fisica, cosa di cui peraltro dubitiamo. La sorpresa è venuta invece parlando di formazione. Chi sarà il capitano?, ha chiesto qualcuno. E Kaiser Franz, serafico come un angelo, ha risposto: •Rummenigge. E giocherà con Allofs». Un bel colpo di scena. Fino all'altro giorno Rummenigge era fuori, stanco e deluso, lui stesso aveva confessato di avere un'ora nelle gambe, altro che •supplementari. Invece Beckenbauer ha tolto II coniglio dal cilindro. Voeiler andrà in panchina e quasi certamente anche Littbarski che cederà il-suo posto a Rolff, Uomo di centrocampo e di fatica. Voeiler, che fiutava aria di rientro, non ha fatto storie. «Certo, ero convinto di giocare ma non ho alcuna Intenzione di crear problemi a Beckenbauer», ha detto l'attaccante del Werder Brema. Almeno lui. In verità Voeiler deve molto al tecnico, che qualche mese (a ha convinto l dirigenti di Brema a far operare il calciatore dal suo medico personale. «Spero però che la partita vada come dico io», ha aggiunto Voeiler. E cioè? «Che si sviluppi in modo tale da permettermi di entrare». La spiegazione è stata più sibillina della premessa, ma forse il tedesco si riferiva alla scarsa tenuta di Rummenigge e all'eventualità dei supplementari, graditissimi dai tedeschi visto che in porta c'è un certo Schumacher, specialista in parate dal dischetto. Il portiere, in realtà, è al centro di una piccola bufera. Sono riaffiorati alla mente di tutti, logico, i ricordi della sua terribile uscita su Battiston a Siviglia, alcuni denti rotti, ospedale, lesione alle vertebre cervicali, collare ortopedico, pace più o meno firmata il 18 aprile 1984 a Strasburgo con una partita amichevole vinta dalla Francia per 1-0, gol di Genghini al 79', per la cronaca. «Ho parlato con Battiston, mi sono scusato e ci siamo capiti — ha commentato Schumacher —; in quel momento pensavo solo a salvare il gol. non ho fatto calcoli. Forse ho detto qualche parola di troppo negli spogliatoi, questo si; ma è acqua passata». Negli spogliatoi Schumacher disse che Battiston non doveva far storie, che gli avrebbe comprato dei denti d'oro. Frase infelice. Ma evidentemente al portiere piace parlare e non sempre con rispetto degli altri. Durante la preparazione a Morella, ad un giornalista messicano che gli faceva notare che era diventato famoso per il calciane a Battiston, Schumacher rispose: «Lei si sbaglia, io ero già famoso: è Battiston che lo è diventato grazie a me». Schumacher ci ha dato l'impressione di essere molto sicuro di sé. E anche la Germania, tutto sommato, che gode del privilegio di non essere favorita e dunque non avverte il peso psicologico che questo comporta. L'obiettivo dichiarato è di aspettare i' francesi per colpirli di rimessa, se possibile. E di arrivare ai supplementari, come a Siviglia, fidando nelle paure e sfortune dei francesi. «Dopo la partita con 11 Messico mi sentivo sfinito, senza forze, stanco come non lo ero mai stato nella mia vita — ha detto Rummenigge — ma tre giorni di riposo mi hanno restituito entusiasmo e condizione. Non so se potrò reggere fino al termine. Però sento che non ce ne sarà bisogno, sento che la partita si deciderà prima dei supplementari», c. CO.