Francia-Germania, che tensione

Francia-Germania, che tensione Francia-Germania, che tensione I tricolori non hanno dimenticato la beffa di quattro anni fa in Spagna - Non c'è Rocheteau, gioca dall'inizio Rummenigge OAL NOSTRO INVIATO GUADALAJARA — Infinite volte, crediamo, i grandi di Francia devono aver rivissuto con dolorosa memoria gli attimi fuggenti della loro gloria mancata. Fu quattro anni fa in Spagna, l'8 luglio nella fatai Siviglia. Ricordiamo tutto, c'eravamo: il desolato stupore dei francesi, in vantaggio per 3-1 nei supplementari e raggiunti e poi battuti al rigori, la folle corsa di Schumacher contro Battiston, il difensore che usciva in barella con Platini che gli teneva stretta la mano, il pianto dei francesi e la felicità quasi incredula dei tedeschi. Fu una sfida bellissima e terribile per emozioni e tensioni. Scrivemmo allora, e ancora lo pensiamo, che la Francia perse la partita perché si illuse, ad un certo punto, che il calcio fosse solo un bel gioco. Da allora ogni sforzo, ogni gesto, ogni pensiero è stato rivolto a vendicare Siviglia e quel che Siviglia ha significato per il calcio francese. La storia, talora avara di occasioni di riscatto, ha voluto che Francia e Germania si ritrovassero di fronte qui a Guadalajara giusto quattro anni dopo, nelle stesse condizioni è con un arbitro. Gigi Agnolin, che rappresenta il calcio italiano: è la prima volta che capita, nelle vicende cosi alterne del calcio, che due squadre si ritrovino avversarie in semifinale quattro anni dopo, e la situazione inedita accentua in un certo senso l'Importanza anche psicologica di una partita che forse vaie la Coppa. Per questo i tedeschi sono allegri e paciosi a dispetto dei loro problemi in campo e 1 francesi stranamente sfuggenti malgrado le loro recenti folgoranti vittorie. La lezione di realismo ricevuta in Spagna in verità ha dato i suoi frutti. La Francia, fra Siviglia e Guadalajara, ha vinto i campionati europei, le Olimpiadi e pure la coppa intercontinentale per nazioni. E qui In Messico, oltre a Canada e Ungheria, ha battuto Italia e Brasile. «Ab¬ biamo eliminato due squadre tre volte campioni del mondo, ed ora ci tocca la Germania che ha conquistato due titoli: non è male, come cultura calcistica*, ha detto ieri Henri Michel con cuore gonfio di orgoglio. Siviglia dovrebbe essere dimenticata, superata dagli eventi e dalla storia. Però manca ancora un anello per chiudere la lunga catena, un ultimo balzo per saltare Siviglia e i suol dolorosi ricordi: la Germania di Kaiser Franz Beckenbauer. n resto poi verrà da solo. Non ci sono problemi nella nazionale di Francia, se non quelli fisici di Dominique Rocheteau, uno dei quattro moschettieri e quelli più sottili di confondere lo stadio Jalisco di Guadalajara con 11 Sanchez Pinzjuan di Siviglia. Ma Tigana ha detto: *Non temiamo il passato, semmai sarà uno stimolo in più per il futuro*. E Henri Michel ha aggiunto: «La rivincita non ci interessa, la vera rivincita è di andare in finale e solo a questo deve pensare la Francia*. I tedeschi, al contrario, ridacchiano al ricordo delle disgrazie altrui. Credono e sperano che l'arma della psicologia sarà di nuovo vincente, e a ben vedere non hanno molto altro cui aggrapparsi se dobbiamo fare un raffronto puramente tecnico fra le due squadre. La Francia è favorita perché gioca un calcio più bello e efficace. Ma nel Mundial, storia recente, non sempre vince la squadra migliore: la paura di vincere, talora, può essere più pericolosa e insinuante del timore di perdere, specie se insieme all'avversario c'è da battere anche 11 proprio passato. Nella Francia, dicevamo, sembra scomparso anche l'ultimo dubbio di formazione. Rocheteau soffre di una contrattura alla gamba destra, non giocherà salvo miracoli. Le soluzioni di ricambio sono due: Jean-Pierre Papln, il cavallo un po' imbolsito di Platini, o Bruno Bellone, italianlsslmo nome, che ci è parso nelle ultime partite più vivace e meno sciupone del giovane compagno. Michel ha sussurrato Papln, i giornalisti francesi hanno soffiato Bellone e noi lasciamo 11 dubbio pur mettendo il secondo in formazione. Rientrerà Invece Ayache dopo la squalifica, Tusseau In panchina. Sul tendini doloranti di Platini crediamo che tutto sia stato ormai scritto. Il guaio non è passato, ovvio, • ho solo voglia di riposare*. ha detto il re mentre il suo tecnico parlava di legion d'onore e di Mitterrand all'Azteca, se la Francia andrà In finale come la Francia tutta sogna e crede. La Germania, d'altro canto, ha dato un'altra setacciata alla formazione, quasi che Beckenbauer fosse all'affannosa e fortunata ricerca dell'oro. Giocherà Rummenigge. sorpresa, e non Voeiler. E Wolfgang Rolff prenderà il posto di Littbarski. Rolff marcò Platini ad Atene in Juventus-Amburgo, facile che Beckenbauer ripeta il giochetto anche se il compito di controllare la mezza punta avversarla è finora sempre toccato ad Eder. Ma il vero problema dal tedeschi, stando alle cifre, è quello del gol. La Germania In cinque partite ha segnato solo 4 reti e 4 ne ha incassate, senza ovviamente contare i rigori contro il Messico. La Francia Invece ha segnato 8 gol e ne ha subiti 2, rispettivamente 11 doppio e la metà della Germania. I francesi sono in forma splendida, reduci da un esaltante uno-due con Italia e Brasile, l tedeschi hanno sofferto il giusto e anche di più contro Marocco e Messico: tirate voi le somme, noi abbiamo visto troppe teste cadere per emettere un pronostico. Anche perché entrambe le squadre sono reduci dai supplementari e c'è l'incertezza sulla fatica: chi avrà saputo riprendersi più in fretta? Tutto chiaro invece su Agnolin, elogi da parte di tutti. « Un grande arbitro*, ha detto Michel. • Una garanzia*, ha fatto eco Beckenbauer. Come italiani ormai fuori e dimenticati dal Mundial ci sia consentito fare il tife per lui. Carlo Coscia é4 Esulteranno ancora i tedeschi con il loro et Beckenbauer come fanno Marthaeus, RolfTe Rummenigge dopo la vittoria col Messico?