In carcere presidenti e amministratori dell'«Associazione generale» (psdi) di Giuseppe Zaccaria

Napoli, 10 arresti per la truffa delle Coop In carcere presidenti e amministratori deir«Associazione generale» (psdi) Napoli, 10 arresti per la truffa delle Coop Mandato di cattura per un boss camorrista (già in carcere) - Nell'obiettivo del giudice anche le «centrali» de e pei NAPOLI — Per quasi quattro anni, a Napoli, è stato come se su ogni foglia raccolta nei parchi pubblici, ogni monumento da ripulire, ogni manifesto abusivo staccato dai muri, qualcuno pagasse una «tangente». Erano lavori affidati agli ex detenuti, riuniti in cooperative che si dividevano gli appalti esattamente come si lottizzano le assunzioni in un ente pubblico. Da ieri, dodici ordini di cattura costituiscono 11 primo risultato di un'inchiesta che si sviluppava da mesi: per ora, sono state colpite le cooperative socialdemocratiche, seguiranno fra breve le «centrali» democristiana e comunista. I provvedimenti, firmati dal sostituti Diego Marmo e Franco Oreco, parlano di truffa al danni di enti pubblici (Il Comune e la Provincia di Napoli, attraverso cui 1 miliardi alle «coop» sono stati erogati) e associazione per delinquere a carattere mafioso. Presidenti e amministratori dell'«Associazione generale cooperative» sono stati arrestati insieme con uomini del «clan» Giuliano — quello dei padroni di Forcella — secondo un diagramma ormai Immutabile: miliardi dello Stato, truffa del faccendieri, «protezione» della camorra. Il tutto, imparzialmente ripartito fra tre centrali (l'« Associazione», controllata dal psdi, la «Lega», divisa fra socialisti e comunisti, e la «Confederazione», tutta de mocristiana) articolate eia scuna in quattro gruppi. Giancarlo Stani, giornalista col gusto della ricerca, si ac cingeva a scrivere proprio di questo quando, nel settembre scorso, qualcuno decise di farlo ammazzare: di lui però nell'indagine sulle cooperative non si parla ancora. Le inchieste rimangono distinte, si continuano a smontare pezzo per pezzo i meccanismi dell'imbroglio. Sullo sfondo, restano ancora quel portaborse che sulle «coop», e sul serbatolo di voti rappresentato da 4600 Iscritti, hanno fondato le proprie piccole fortune politiche. Ma anche questo è tema che si svilupperà più avanti: le comunicazioni giudiziarie sono già 63. Ieri mattina, i carabinieri hanno intanto eseguito la prima di una serie di arresti che si prevede possa raggiungere* 11 centinaio. Il primo a finire in carcere è stato Antonio Chiarella, 63 anni, tre lauree, una lunga carriera passata alle dogane, come direttore. Una volta in pensio¬ ne, era diventato presidente provinciale dell'.Associazione». Con lui sono stati arrestati Pasquale Luongo, già responsabile della sezione servizi; Diodato Liquori, succedutogli nello stesso incarico; Umberto Fiore, delegato alle organizzazioni degli ex detenuti, e poi ancora Antonio Dalmazio, Teresa Esposito, un'impiegata. Salvatore Giuliano, uno dei capi del «clan» camorrista, è stato raggiunto in carcere da un ordine di cattura e da tre probabili componenti 11 suo •clan». Una persone è riuscita a fuggire. A chiudere l'elenco del catturati è Giorgio Rubolino, figlio di un magistrato di Cassazione e già coinvolto, per una storia di appoggi promessi o millantati, nell'inchiesta sul «clan» Misso. Rubolino viveva a Torre Annunziata, la città di Stani: forse anche da lui ci si aspettano lumi. I meccanismi della truffa? I più elementari: da una parte, elenchi di iscritti «gonfiati» per ottenere maggiori contributi, dall'altra false fatturazioni sull'impiego del mezzi tecnici (dal camion all'attrezzatura più costosa) presi in affitto per compiere i diversi lavori. «Esattamente non siamo ancora in grado di dire — spiega il dottor Marmo — quali somme siano state sottratte con questi sistemi*. Già evidente però appare 11 fatto che nessuno, in quattro anni, aveva saputo controllare a dovere i bilanci delle cooperative. Dal primi dell'82 ad oggi, al sostegno e al recupero degli ex detenuti riuniti In gruppi di lavoro, lo Stato, solo nella provincia di Napoli, ha destinato 380 miliardi. Giuseppe Zaccaria

Luoghi citati: Napoli, Torre Annunziata