New York, cabaret proibito per 17 mila jazzisti

New York, cabaret proibito per 17 mila Jazzisti Il sindacato chiede l'abrogazione della legge che regola l'attività dei musicisti nei locali pubblici New York, cabaret proibito per 17 mila Jazzisti NEW YORK — I musicisti di jazz e la città di New York sono in guerra aperta. Il più potente tra 1 sindacati di musicisti, con 1 suol 17 mila iscritti, ha infatti Intrapreso un'azione legale alla Corte Suprema dello Stato per ottenere l'abrogazione della cosiddetta «Legge del cabaret», in vigore da anni a New York e che regola 11 tipo di musica da suonare nei vati locali pubblici e ristoranti della città: una settimana fa vi è stata la prima udienza. Applicata per la pi ima volta nel 1928, la legge dispone che un locale pubblico è autorizzato ad offrire uno spettacolo di musica dal vivo solo se in regola con la licenza di cabaret. Se ne è sprovvisto, può diffondere soltanto musica registrata con juke-box o mangianastri, o al più musica dal vivo, purché eseguita da non più di tre musicisti contemporaneamente. Comunque, senza licenza sono vietati tutti gli strumenti a percussione, gli ottoni e ogni altro strumento a flato. Disposizioni particolarmente sfavorevoli all'esecuzione del jazz, dal momento che tuttora a New York del 1500 locali che offrono spettacoli musicali appena 200 dispongono della licenza di cabaret. Più che giustificato il risentimento dei jazzisti, che vedono sfumare numerosissime occasioni di lavoro'a cau sa di restrizioni imposte da quella che definiscono una legge antiquata e discriminatoria concepita negli anni del proibizionismo, quando il jazz veniva giudicato dai benpensanti una musica cacofonica e corruttrice. L'attuale disputa tra sindacato musicisti e autorità municipali non è che il più recente episodio di una guerra sotterranea che si protrae da vari decenni. Difficilmente praticabile, quanto meno alle condizioni attuali, la pretesa deU'&nunlnistrazione del sindaco Koch che un maggior! numero di locali si metta in regola con la licenza di cabaret, che costa relativamente poco in sé (circa 800 dollari) ma che comporta ulteriori spese estremamente onerose (tra i 25.000 e i 50.000 dollari) per far fronte alle severissime norme antincendio. Uno strano rapporto di odio-amore quello tra New York e 1 musicisti di jazz. Furono proprio i primi jazzisti ad affibbiare alla città il soprannome «la grande mela» per sottolineare che arrivare a suonare a New York ere l'evento più ricco di opportunità nella carriera di un musicista. Ciò era particolarmente vero in passato. In locali come il Cotton Club o da Minton's ad Harlem dove sul finire degli Anni Quaranta nasceva 11 blbop, o alla 529* Strada, con tanti locali uno accanto all'altro, soprannominata 'Swing Street-, o nel Lofts e nei caffé del Greenwich Village. Gli Anni 70 e 80 non sono stati altrettanto generosi col jazz, tuttavia alcuni club ancore oggi godono di grande prestigio, come il Village Vanguarde, il Blue Note, Sweet Basii, il Village Gate. Per fortuna tutti In regola con la «legge dei cabaret Ma numerosi altri locali non lo sono e hanno cominciato a cancellare i contratti. La vittima più illustre è 11 West End Caie: sprovvisto di licenza, è stato costretto a sospendere i suoi affollati concerti. Come finirà? E' ancora troppo presto per fare previsioni. Per il momento e come ogni anno in questa stagione, tantissimi musicisti fanno musica nelle strade di New York. r. s.

Persone citate: Cotton, Koch, Sweet Basii

Luoghi citati: Greenwich Village, New York