Addio ciminiere viva i computer

Addio ciminiere/ viva I computer Milano, quale sarà il ruolo delle grandi aree abbandonate dall'industria Addio ciminiere/ viva I computer Il sindaco socialista Tognoli: «Il futuro è nel terziario» - La de non si sbilancia - «Servono anche quartieri residenziali e zone verdi» dice l'assessore psi all'edilizia Milani - I comunisti si oppongono - Tra discussioni e mancanza di mezzi i progetti rischiano di restare sulla carta MILANO — Alla Triennale sono esposti 1 progetti vincitori del concorso per la trasformazione della Bicocca, un quartiere industriale alla periferia Nord della citta, In un polo di tecnologia avanzata. Informatica, telematica. Via le ciminiere inquinanti e antiestetiche, via i muri di cinta, via 1 binari ferroviari, gli edifici grigi e anonimi delle fabbriche: al loro posto dovrebbero sorgere laboratori, sedi universitarie, uffici, il tutto In mezzo al verde, In un'atmosfera rilassata e razionale. Ma il progetto potrebbe anche restare sulla carta, perché i responsabili della gestione del territorio milanese (politici, amministratori, imprenditori) sono impegnati in un dibattito il cui esito non è per nulla scontato. C'è il rischio che 11 progetto Bicocca ed altri simili che stanno prèndendo forma decadano per motivi economici (viene a mancare il supporto finanziario) o per quelli politici. La posta in gioco è alta, comunque: si tratta di decidere quale sarà il ruolo delle grandi aree Industriali che compongono la cintura mila nese (più o meno a ridosso dell'anello ferroviario). All'inizio del secolo queste aree costituivano il punto di forza dell'economia cittadina, poi dopo la seconda guerra mondiale l'industria si è trasferita verso i comuni dell'hinterland: il caso dell'Alfa Romeo, che se n'è andata ad Arese, è quello più evidente, ma anche Pirelli, Montedlson, Falde, Breda, e tanti altri nomi storici dell'industria italiana hanno lasciato la città. Secondo le previsioni dei pianificatori urbani, entro pochi anni numerose altre aziende lasceranno Milano, rendendo in tal modo disponibili aree per complessivi 3,2 milioni di metri quadrati. Interi quartieri. Bicocca,- Bovisa. Ticinese, sono destinati a cambiare aspetto. Che fare? Potrebbe essere l'occasione per ridisegnare la pianta di una città che, come spiega Giuliano Mussati, docente di politica industriale alla Bocconi, -à la grande me¬ tropoli europea nella quale coincidono il centro commerciale, quello storico e quelle finanziario, con tassi di affollamento incredibili». E allora, perché non utilizzare le aree lasciate libere dalle industrie per decongestionare il centro, creando il polo finanziario nella zona delle ex Varesine, quello tecnologico alla Bicocca e quello commerciale nell'area del Portello? Perché non seguire l'esempio della Montedison, che trasferirà il quartier generale da Foro Buonaparte verso Linate? Perché non privilegiare il ruolo commerciale e di servizi di Milano, che ha perso ormai da tempo la vocazione industriale? In questa direzione spinge il sindaco socialista Carlo Tognoli: .11 futuro di Milano è nel tereiario — ci dice Tognoli — eia città deve fare il possibile per agevolarne l'inse¬ diamento, anche nelle zone che l'industria ha già abbandonato o lascerà quanto prima.. Favorevoli sono anche le grandi aziende, che trarreobero profitti dalla vendita di aree periferiche a prezzi da centro direzionale, nonché alcuni audaci immmobiliaristi (è molto attivo Salvatore Ligresti) che hanno fiutato la possibilità di concludere grossi affari. La delibera comunale approvata nel 1976. in un'epoca in cui il fenomeno non era ancora molto chiaro, riservava all'industria una metà di queste aree, l'altra metà al settore commerciale. «Afa è una delibera che non è mai stata applicata — afferma l'assessore all'edilizia Gian Stefano Milani — occorre pensare invece alla vera destinazione del patrimonio che dovremo gestire. Sviluppare il terziario va bene, ma occorre anche creare quartieri residenziali, per non appesantire il movimento dei pendolari, e zone di verde per migliorare la città.. I socialisti milanesi sono a favore dei centri direzionali, uffici e infrastrutture nelle aree che si renderanno disponibili. I comunisti, invece, non vedono molto di buon occhio la scomparsa o comunque il drastico ridimensionamento dei ceti produttivi urbani e sollecitano dibattiti sia in consiglio comunale e persino in quello regionale. Secondo Pio Galli, che ha mandato a questo proposito una lettera al presidente della Regione Guzzetti, a Milano si stanno prendendo proprio su questi problemi decisioni importanti senza che l'amministrazione regionale intervenga o faccia sentire in qualche modo la propria voce. I democristiani sono su posizioni di estrema prudenza, non si capisce bene se perché non condividono 1 progetti dei loro esuberanti alleati di governo, 1 socialisti, oppure perché non hanno anche le idee molto chiare in proposito. L'assessore all'urbanistica, Radice Fossati, pupillo di Roberto Mazzotta, non si sbilancia. •Si è assunto il principio che l'industria se ne deve andare da Milano quasi per evento naturale per essere sostituita dal terziario — afferma Graziella Marcotti, che per conto del Piano Intercomunale Milanese ha effettuato una ricerca sul problema delle aree ex industriali ma quale terziario, quello delle agenzie di pubbliche relazioni, dei consulenti fiscali della Borsa, dei commerci? Questo non è terziario avanzato, bensi parassitario, che perde il contatto con l'alta tecnologia, che non produce idee, che mortifica il rapporto con l'industria^ Si insiste sul fatto che i centri direzionali che dovrebbero sorgere nelle zone periferiche non posseggono le infrastrutture necessarie per decollare, che per Milanofio ri, li complesso voluto da Giuseppe Cabassi alla periferia Sud della città, è indispensabile la metropolitana, e che la stessa Bicocca potrà partire soltanto quando verrà realizzata la Gronda Nord, la contestata autostrada urbana che dovrebbe collegare l'Est e l'Ovest di Milano. ' Forse la questione delle aree ex industriali si risolverà da sola per mancanza di mezzi; ad esempio, per il Portello ci sono progetti che pre vedono un grande centro congressi, un albergo, parcheggi e zone espositive per la Fiera di Milano. Ma man eano i 400 miliardi per la loro realizzazione. E anche . la Grónda'wNbrd (costo Drenato 800/900 triflferdi) viene 'cohtèV stata per la spesa e per motivi ecologici. I giochi sono tutti da concludere, sul filo dei miliardi che nessuno vuole sborsare. Gianfranco Modo-Io PAVAROTTI, FRESCO COL VENTILATORE Pechino. Il tenore Luciano Pavarotti, in Cina per due concerti, si rinfresca con un ventilatore