Thatcher meno tenera con Pretoria di Paolo Patruno

Thatcher meno tenera con Pretoria Torna rinviato anglicano Waite e denuncia la scomparsa di centinaia di persone Thatcher meno tenera con Pretoria A Londra Tambo, leader dell'Àfrican National Congress: dopo i veti, autorizzato l'incontro con un ministro DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — Anche la Gran Bretagna ha deciso di muoversi, ha bruscamente accelerato la cadenza dei cambiamenti radicali alla sua politica verso il Sud Africa, ancorata finora a una moderazione e a un attendismo poco comprensibili alla luce di quanto sta avvenendo nei ghetti neri. C'è voluta, forse, la durissima requisitoria pronunciata ieri mattina, al rientro da un agitato soggiorno a Johannesburg, da Terry Waite, inviato speciale della Chiesa anglicana in Sud Africa (e già utilizzato per missioni umanitarie anche in Libano e Libia), per smuovere 11 governo Thatcher dal suo immobilismo. Fatto sta che poco dopo il rientro a Londra di Waite, il Foreign Office ha annunciato che un ministro di Sua Maestà è ormai pronto a incontrare il leader deU'African National Congress, Oliver Tambo, finora definito dalle fonti britanniche come il capo di un pericoloso e sanguinario movimento terrori¬ stico con il quale il governo inglese non voleva avere nulla a che fare. Anzi, fino a una esplicita e pubblica ripulsa della violenza, Londra non intendeva avere nessun contatto con VAnc. Questa pubblica ritrattazione dei metodi di lotta dell'i4/rican National Congress non c'è stata, ma in realtà qualche contatto ufficioso la Gran Bretagna l'aveva già avuto lo scorso febbraio, quando un emissario del Foreign Office era stato inviato a Lusaka, lontano da occhi indiscreti. Ma questo invito ufficiale formulato ieri per far incontrare Tambo con il sottosegretario agli Esteri Lynda Chalker è davvero una svolta importante. Tambo è già a Londra, ufficialmente per un intervento pronunciato ieri nel quadro del Commonwealth e per incon trare i parlamentari e gli ani matori delle campagne con-1 tro 1'apartfteid. Incontrandosi con i giornalisti. 11 leader dell'ine (che ha sostituito il "capo carismatico Nelson Mandela incarcerato da anni) ha detto che s'aspetta dalla Gran Bretagna che assuma la guida della lotta politica contro il regime razzista di Pretoria. .Se la signora Thatcher invece non farà nulla, non approverà le sanzioni — ha affermato Tambo — allora dovremo considerarla alleata del razzismo sudafricano, complice di un ulteriore spargimento di sangue-. Ha aggiunto che se gli europei non riusciranno a convincere Pretoria a porre fine all'apartheid, i neri son pronti «a combattere fino all'ultimo-. Tambo si è rivolto direttamente alla regina, come capo del Commonwealth per premere sulla signora Thatcher a favore delle sanzioni. Ma il governo Thatcher oggi è pronto ad approvare quelle sanzioni finora osteggiate, ufficialmente perché «non efficaci-? Alla vigilia del vertice della Cee all'Aia, l'atteggiamento di Londra appare mutato, nella sostanza, come anche nel lessico usato dai diplomatici del Foreign Office che hanno rispolverato il termine fin qui bandito di .sanzioni» sostituendo le insignificanti e meno impegnative .misure.. Dunque, la giornata di ieri ha messo agli atti, oltre all'invito a Tambo, anche una disponibilità inglese a uniformarsi sopra .limitate sanzioni» della Cee verso il regime sudafricano (in pratica il bando di frutta e verdure provenienti dal Paese in crisi) per dimostrare la sua preoccupazione. E' questa l'indicazione emersa ieri da un consiglio ristretto riunitosi attorno alla signora Thatcher a Douming Street con la partecipazione del ministro degli Esteri Howe. Questa misura consentirebbe a Londra di sfuggire a un pericoloso isolamento in seno alla Cee durante il prossimo vertice, che precede di pochi giorni l'assunzione da parte inglese della presidenza a rotazione della Comunità. E lascerebbe le mani libere al governo per impegnare Howe in un tentativo di mediazione a Pretoria sulla quale Londra punta adesso tutto il suo credito. Resta naturalmente da ve¬ dere quali spazi di manovra può ormai avere questo eventuale tentativo diplomatico. L'inviato dell'arcivescovo di Canterbury, Terry Waite, ha lanciato ieri una clamorosa denuncia contro «fa scomparsa di centinaia di persone-; ha letto poi brani di una lettera uscita clandestinamente da un carcere sudafricano nella quale si parla dei diritti dei prigionieri calpestati, degli scioperi della fame di protesta e ha ricordato ancora l'imprigionamento del vicevescovo di Johannesburg. Ndwande. oggetto di pesanti intimidazioni. ••Quello che ho visto è il completo fallimento del governo — ha aggiunto Waite —, spetta ai Paesi della Comunità internazionale operare affinché i diritti umani di base siano rispettati, perché le violenze commesse dalle forze di sicurezza hanno raggiunto proporzioni senza precedenti; sono stati arrestati anche quei leader sostenitori della riconciliazione nel Paese. Paolo Patruno