Operazione pulizia

Operazione pulizia Operazione pulizia L'«orso» è tuttora dominante sul mercato borsistico nonostante le assicurazioni del ministro delle Finanze Visentini che, allo stato attuale delle cose e visto il caos che domina sovrano nel settore dei valori mobiliari, è impossibile pensare a sottoporre a tassazione gli utili derivanti da operazioni considerate speculative. Evidentemente il problema «fisco» è stato il fatto occasionale che ha provocato l'esplosione delle vendite, malamente assorbite da una nuova ondata di compratori insufficiente per permettere alla Borsa di continuare nella sua folle corsa rialzistica. Ora si stanno scontando gli eccessi con una serie di ribassi che hanno fatto perdere all'indice quasi il 30 per cento dai massimi, il che significa un taglio del 60 per cento dei guadagni dall'inizio di gennaio a maggio. Molti investitori si domandano sgomenti se ci troviamo di fronte a una reale inversione di tendenza e chiedono affannosamente consiglio agli esperti. Questi ultimi non sanno dare una risposta precisa e si limita no a dire che le quotazioni di parecchi valori erano molto al di sopra di una se rena valutazione e che una decisa correzione di prezzo era non solo da attendersi ma addirittura auspicabile: questo soprattutto per diversi finanziari e tutti gli as< sicurativi. Se però sul con cetto patrimoniale dovesse prevalere quello degli utili e della redditività, allora ne vedremmo delle belle! Per esempio la Ras capitalizzava ai massimi 150 volte gl utili: un multiplo da capo giro. In parecchi casi certi ribassi verticali non sono stati originati da cattive scelte societarie ma da un'insensata spinta speculativa che ha coinvolto tutta l'Italia. L'improvvisa. notevole diminuzione degli scambi ha eloquentemente dimostrato che i singoli operatori-investitori hanno piuttosto l'intenzione di sfrondare propri «giardinetti» che di mpegnarsi ulteriormente in nuove avventure e in questi casi la gragnuola di realizzi schiaccia gli interventi delle istituzioni, fondi comuni in testa. Inoltre diversi fondi hanno iniziato la loro attività proprio in maggio investendo una parte della liquidità in azioni a prezzi altissimi. Ora la valutazione del loro patrimonio è inferiore di alcuni punti a quella iniziale che è quasi sempre di 10 mila lire per quota. La massa dei risparmiatori non ha ancora molta dimestichezza con la Borsa e non si rende conto che quanto sta capitando fa parte delle regole del gioco e ciò non fa che aumentare la confusione e l'incertezza. Qualcosa di simile è avvenuto nel 1969 negli Stati Uniti ma poi, dopo un verticale ribasso, è ritornato l'equilibrio. Naturalmente è stato in quel momento che si sono fatti i conti. I titoli di punta che avevano capeggiato il rialzo in particolare le società conglomerate — non hanno però recuperato nulla rimanendo al loro effettivo valore che era pari a un quinto o addirittura a un decimo dei massimi, mentre i titoliguida hanno perduto molto meno toccando nuovi re cord negli anni seguenti quando si è aperta una nuova fase rialzistica. Osservando il listino di venerdì già si vedono i prodromi di una crisi che può coinvolgere valori controllati da Gruppi finanziari imnfiiì mio »"<' provvisati e fragili: sono stati sufficienti realizzi minimi per provocare ribassi paurosi. Nell'attuale situazione non è pensabile di poter sostenere il mercato mediante l'intervento di un solo grande gruppo affiancato da qualche fondo comune. La speculazione infatti ha dilagato negli ultimi mesi coinvolgendo tutto il listino e comprendendo valori di secondo piano e con scarsissima circolazione. Acquistare a occhi chiusi questi titoli non e nell'interesse dei possessori di «parti» di fondi. Prima di parlare di tendenza e indispensabile perciò che sia finita l'operazione «pulizia» e ciò comporterà qualche tensione e alcune sorprese. Poi si vedrà se il mercato italiano ha preso la fisionomia di quello giapponese e allora certe quotazioni, ritenute ancor oggi esagerate, terranno saldamente. Se invece prevarrà il modo di valutare statunitense, allora sarà necessario del tempo prima di considerare esaurito l'attuale periodo di forti perturbazioni e prevarrà una opportuna selezione fra valore e valore. Interessante sarà seguire l'iter di molti aumenti di capitale già in esecuzione o previsti per i prossimi mesi. Per ora quello della Fiat è stato soddisfacente nonostante la serie di riunioni negative che l'hanno accompagnato, ma già in giugno qualche operazione non era andata certo per il meglio. Altro punto importante sarà la disponibilità delle banche e altre istituzioni alla costituzione dei consorzi di garanzia che generalmente sono indispensabili per impostare nuove iniziative sul capitale delle società. Renato. Cantoni NOSTRO SERVIZIO MILANO — Settimana di Borsa all'insegna del ribasso che ha visto l'Indice fermarsi sotto quota 700 (la chiusura di venerdì è stata 653) e il volume degli affari ridursi di circa la metà. Complessivamente i prezzi hanno perso da un venerdì all'altro il 7,7 per cento che va ad aggiungersi al 4,4 per cento già perso la scorsa settimana. Il mercato sembra dunque intenzionato a proseguire nell'opera di aleggerimento e di smussamento delle posizioni prettamente speculative, ma in questo processo di consolidamento non sono mancate ancora punte di nervosismo con cali anche vistosi dei prezzi. Nella sola seduta di giovedì l'Indice Comit ha subito una decurtazione del 4.18 per cento. Ad eccezione di lunedi, ultimo giorno del ciclo di maggio, che ha visto 1 prezzi crescere in media del 2,16 per cento, 11 resto della settimana ha segnato una costante erosione delle quotazioni. Martedì, primo giorno del nuovo ciclo borsistico, il ribasso è stato contenuto In uno 0,92 per cento a fronte di un volume di contrattazioni di soli 187 miliardi. Il giorno successivo, mercoledì, 177 miliardi di titoli trattati, verosimilmente in offerta, erano sufficienti a deprimere l'indice del 4,18 per cento. Ma sono crolli che, dopo gli alti e bassi degli ultimi tempi, non fanno più sensazione, mentre la graduale contrazione del volume di scambi indica come molti operatori preferiscano mantenersi nella posizione di chi sta un po' a vedere quel che succede. Ad alimentare un ribasso cosi vistoso nella giornata di mercoledì hanno probabilmente contribuito voci di certe posizioni allo scoperto attribuite ad alcune finanziarie emerse lunedi scorso In occasione dei riporti. Indubbiamente la situazione del mercato si presenta adatta al giochi al ribasso, per cui voci come quelle diffusesl nell'arco della settimana e il perdurare di certe reazioni di panico da parte dei cosiddetti piccoli speculatori fanno si che il mercato stenti a trovare una sua stabilità. Gli investitori istituzionali e i fondi di investimento non sono intervenuti per ora a sostegno delle quotazioni se non marginalmente, né pare prossimo, secondo opinioni diffuse, un loro rientro consistente sul mercato. Passando in rassegna i vari comparti del listino alcuni assicurativi risultano ancora una volta vittime di sensibili penalizzazioni, mentre qualche titolo del settore indù striale è riuscito ad evitare un sacrificio troppo forte. e. col • LIRA PER CIECHI — I ciechi e gli ipovedenti chiedono che nel conlare nuova moneta metallica e nell'emettere nuove banconote siano adottati alcuni accorgimenti che consentano di rendere riconoscìbile la moneta. In una lettera a Goria, il presidente dell'Unione italiana dei ciechi, Tommaso Daniele, rilevando l'inutilità di ripetere l'esperimento della cifra In braille (che, secondo Daniele, «si è già dimostrato inefficace in Italia ed in altri Paesi europei»), sostiene che •è sufficiente differenziare le banconote per altezza e lun ghezza e la moneta metallica per forma aggiungendo a quella circolare le altre possibili forme geometriche (come quella esagonale, quadrata, ecc.) o altri modi di differenzazione.

Persone citate: Goria, Tommaso Daniele, Visentini

Luoghi citati: Italia, Milano, Stati Uniti