Chirac ringrazia Iran e Siria di Enrico Singer

Chini ringrazia Iran e Sirio A casa i 2 ostaggi liberati, ancora prigionieri in Libano 7 francesi Chini ringrazia Iran e Sirio H ruolo giocato dall'allontanamento degli oppositori di Khomeini e dal debito riconosciuto a Teheran - Resta il timore che il ricatto della Jihad continui - Rilasciati, su pressione di Arafat, due studenti ciprioti rapiti a Beirut PARIGI — i due ostaggi francesi liberati nella notte di venerdì a Beirut sono arrivati Ieri sera a Parigi. Aereo militare, riflettori delle tv, strette di mano del primo ministro Jacques Chlrac nella sala d'onore di Orly, interviste con il racconto dei tre mesi passati in mano a un gruppo di integralisti sciiti. Per Philippe Rochot e Georges Hansen, un giornalista e un cameramen di Antenne-2, l'incubo è finito. Ma in Francia la gioia per il loro rilascio è venata di delusione: altri sette ostaggi sono ancora in Libano. Quattro da più di un anno, prigionieri della Jihad islamica, la -guerra santa- filo-khomeinlsta. Cosi il ricatto continua e lascia prevedere nuove condizioni. Eppure, nelle ultime settimane, il governo francese aveva fatto di tutto per chiudere la partita. La «partenza volontaria» del leader dell'opposizione iraniana Massud Radjavi (che era in esilio a Parigi dall'81), un accordo di massima per restituire all'Iran un credito di un miliardo di dollari concesso ai tempi dello Scià per un progetto nucleare, trattative per acquistare petrolio da Teheran. Pur senza accogliere le richieste dirette dei rapitori (la scarcerazione di cinque terroristi mediorientali), la Francia aveva lanciato dei messaggi espliciti ed aveva avuto, anche, delle assicurazioni. Era stato il vice-premier iraniano Ali Re za Moayeri, durante una visita a Parigi il 20 maggio scorso, a promettere, in cambio del disgelo politico ed economico, un intervento positivo nella vicenda degli ostaggi. -Non abbiamo il controllo dei gruppi libanesi — aveva detto Moayeri — ma faremo pesare la nostra influenza-. Per ora, il risultato, due ostaggi liberi su nove, lascia l'amaro in bocca al go verno francese. E Chlrac, che ha vegliato fino all'una di sabato per attendere notizie da Beirut, non lo ha nascosto: In questo momento siamo divisi tra due sentimenti. La gioia e l'attesa-. Prigionieri in Libano restano altri due tecnici della rete televisiva Antenne-2 (Aurei Cornea e Jean-Louis Normandln rapiti con i loro colleghi l'8 marzo scorso), un anziano cittadino francese che viveva da anni a Beirut (Camille Sontag, sequestrato il 7 maggio), due diplomatici, un giornalista e un ricercatore. Il ricatto della -Jihad islamica- era cominciato con il rapimento dei due diplomatici (Marcel Fontaine e Marcel Carton) Il 22 marzo dell'85. Esattamente due mesi dopo erano stati sequestrati il giornalista Jean-Paul Kauff mann e il ricercatore Michel Seurat. Di quest'ultimo, alla vigilia delle elezioni francesi del 16 marzo, -guerra santa islamica- aveva annunciato .'«esecuzione.. Forse soltanto una macabra, messa in scena (il corpo di Michel Seurat non è stato mai trovato) unita a un'offensiva senza precedenti di attentati portata nel cuore stesso della Francia (bombe con cinque morti in negozi di Parigi). La vicenda degli ostaggi, insomma, era uscita dai confini del Libano e aveva dimostrato di fare parte di un gioco molto più grande con una posta che non era, certo, la scarcerazione di cinque terroristi. Adesso il governo francese spera che la «libertà con il contagocce» (come ha titolato Liberation) sia soltanto una tattica della Jihad islamica che non vuole, a suo modo, perdere la faccia. Conta sull'appoggio di Teheran che Chlrac ha ufficialmente ringraziato e, soprattutto, su quello di Damasco. La Sirla ha, almeno, il controllo militare del «santuario» degli integralisti sciiti (la valle libanese della Bekaa) e il presidente Assad ieri ha voluto sottolineare il suo ruolo nella liberazione degli ostaggi. Rochot e Hansen, da Beirut sono stati portati a Damasco e qui il Mystére-20 dell'aeronautica francese è andato a prenderli per portarli finalmente a casa. Le speranze che la vicenda degli ostaggi potrebbe essere arrivata a una svolta importante sono aumentate dopo la liberazione ieri di due studenti greco-ciprioti rapiti a Beirut 11 28 aprile. I due giovani, entrambi di 25 anni, frequentavano l'Università americana. Il governo di NIcosia ha annunciato che sono già rientrati In patria con un elicottero dell'esercito libanese e che sono stati rilasciati grazie alla -mediazione personale- del leader dell'Olp Arafat. Enrico Singer