Sud Africa, arduo test per l'Europa «inglese» di Fabio Galvano

Sud Africa, arduo test per l'Europa «inglese» Londra sta per assumere la presidenza Cee Sud Africa, arduo test per l'Europa «inglese» DAL NOSTRO INVIATO LONDRA — «La lesione della crisi libica è stata che la cooperatone politica dei Dodici non è efficace come avremmo potuto desiderare. Ma le cose stanno migliorando'. L'ottimismo che 11 ministro degli Esteri britannico Sir Geoffrey Howe esprime incontrando un gruppo di giornalisti europel, si scontra con la realtà di una non meno preoccupante impasse europea — in parte causata dall'Inghilterra — di fronte alla crisi del Sud Africa; ma fa parte di una ben programmata immagine con cui, alla vigilia del vertice europeo dell'Aia che concluderà la presidenza olandese della Cee, Londra si prepara a guidare, dal 1° luglio, l dodici Paesi della Comunità. Questo senso di pianificazione massiccia emerge nei saloni ministeriali di Whitehall, a una breve indagine sul futuro prossimo della Comunità. Suo simbolo è l'anticipo di sei mesi con cui si è completato il modernissimo centro per le conferenze — fra Big Ben e l'abbazia di Westminster — intitolato alla regina Elisabetta, e che la sovrana inaugurerà martedì; ma la sua espressione concreta sta nel laborioso impegno di ogni dicastero della signora Thatcher per raccogliere il plauso dei partner e, dichiaratamente, per sfruttare la presidenza nel convincere dei benefici europei — la lotta comune alla disoccupazione, per esempio — un'opinione pubblica ancora sorda ai richiami di Bruxelles. Se 11 ministro Howe parla a lungo di Sud Africa, ribadendo la determinazione britannica a -distruggere l'apartheid e non l'economia sudafricana' ed esprimendo quindi la disponibilità a -misure economiche* contro Pretoria ma non a un -boicottaggio totale-, è perché oggi l'argomento domina la politica internazionale. Ma sottolinea altresì, nel suo splendido e storico ufficio al Foreign Office, -l'ampio grado di continuità fra presidenze-: di avere lavorato a stretto contatto con gli amici olandesi- (di qui l'assenza di remore a parlare del ruolo britannico quando ancora non si e concluso quello dei Paesi Bassi), e di essere disposto a un analogo contatto con la futura presidenza belga. Si tratta, secondo Howe, «di assicurarsi che al passaggio delle consegne non si verifichi alcun rallentamento di ritmo-. La Gran Bretagna non nasconde che suo obiettivo principale sarà -proseguire verso il completamento del mercato interno-. -I nostri cittadini — dice Sir Geoffrey — possono comprensibilmente domandarsi perché, dopo 29 anni, non sia ancora completa la libertà di movimento delle merci, dei lavoratori e dei servisi. Possono anche domandarsi perché si continui a permettere l'esistenza di cartelli, come quello delle tariffe aeree, negando loro i vantaggi della concorrenza. Noi crediamo che un progresso nel completamento di un autentico mercato comune sia il maggior contributo per combattere il flagello della disoccupazione (...) e per porre le nostre industrie in una posizione più favorevole per fare fronte alla sfida degli Usa e del Giappone-. Mercato intemo, quindi ma ani -e un deciso tentati vo di risolvere il problema della disoccupazione che colpisce oggi 16 milioni di europei e che si riflette — come aveva notato In precedenza Lord Young, maggiore animatore britannico di una «Strategia per gli Anni Novanta, messa a punto con Italia e Irlanda nella realtà di -due milioni di posti di lavoro persi in Europa mentre 22 milioni sono stati creati negli Usa-. E non solo disoccupazione: fra le priorità britanniche, di cui già si discuterà giovedì all'Aia, ci sono il dirompente tema dei rapporti commerciali con Washington — Londra sostiene gli sforzi della Commissione Cee per -risolvere sensatamente- le divergenze — e 11 sempre controverso capitolo della politica agricola comunitaria. «Non è immorale avere troppo, ma è immorale non sapere che cosa farne-, mi aveva detto John Gummer, ministro di Stato per l'Agricoltura. E' il problema dei surplus, del costi di stoccaggio che assorbono oltre la metà del bilancio agricolo comunitario. «Ci aspettiamo che continui il dibattito sulla modifica della politica agricola-, osserva Howe: «Quello attuale non è il miglior modo di aiutare gli agricoltori-. E' prevedibile quindi un maggior rigore, già evidenziato dall'accordo di aprile sui prezzi agricoli. Non sarà un'Impresa facile; come non sarà facile risolvere l'impasse del bilancio comunitario, farlo uscire dal bisticcio di competenze fra Dodici ed Europarlamento su cui il 3 luglio si pronuncerà la Corte di Lussemburgo. Londra spera di varare entro fine luglio il nuovo bilancio, parallela mente a quello supplementare già rivelatosi indispensabile per far fronte agli impegni dell'anno in corso. Senza dimenticare la cooperazione politica. « Vogliamo che l'Europa parli con una voce forte e unita negli affari mondiali-, dice Howe. Fabio Galvano

Persone citate: Elisabetta, Geoffrey Howe, Howe, John Gummer, Lord Young, Thatcher