Cattivi Pensieri di Luigi Firpo

Cattivi Pensieri di Luigi Firpo Cattivi Pensieri di Luigi Firpo C'era una volta, come nelle favole, la questione morale. C'è ancora qualcuno che se ne ricordi? Stiamo toccando nella vita pubblica come in quella privata livelli di assuefazione al malfare ancora pochi anni fa non immaginabili. Travolto dal cinismo e dal fatalismo, il corpo sociale sembra diventato insensibile, inerte: ognuno arraffa come può, conta sulle connivenze e le omertà, gioca sul fatto che il ladro, il prevaricatore, godono sotto sotto di un'mdulgenza complice, quasi dell'inconfessata ammirazione per il «dritto», il furbo, il trionfatore. Qualcuno versa lacrime sulla caduta dei valori, sul fatto che il Settimo comandamento non fa più paura a nessuno, e auspica un ritorno alla religiosità più austera. Altri rileva che appropriazioni, rapine e traffici illeciti furono presenti in tutte le epoche della storia umana e che semmai fu la morale calvinista e borghese a esaltare la scrupolosità, il lavoro duro e il sudato guadagno. Il borghese genuino del buon tempo antico poteva lucrare sulle basse mercedi dei sottoposti e magari speculare in Borsa, ma saldava i conti al centesimo e, se falliva, si sparava un colpo di pistola alla tempia. Era lecito e nobile dedicare l'intera vita al guadagno, ma non si concepiva di poter sopravvivere al disonore. Questa parola ha ancora un senso? Il successo ne ha preso il posto, facendo stingere pian piano l'onore, rendendolo obsoleto, persino buffo, come il cappello a tuba o le ghette. Da che mondo è mondo certi agenti tributari hanno lucrato su concordati troppo benevoli, professori hanno concesso promozioni con manica larga, amministratori hanno preteso tangenti sugli appalti. Ma perlomeno rischiavano in proprio e, se scoperti, non solo finivano in carcere, ma perdevano la faccia, sulle loro famiglie ricadeva una cocente vergogna. Adesso l'abuso è diventato una norma, solo qualche brontolone si stupisce e si indigna. Fra poco fermeremo l'occhio solo su titoli scandalistici come: «Assessore impazzito rifiuta una mazzetta», «Autentico mutilato scoperto fra gli invalidi assunti dal ministero», «Lavoratore vaneggiarne restituisce portafoglio smarrito». Per dare un piccolo saggio di ciò che ci passa quotidianamente sotto gli occhi, provo a sfogliare i quotidiani di ieri, sabato 21 giugno. Scoperto un contrabbando d'argento per un valore presunto di 700 miliardi. Società prestanome fornivano i documenti falsi: come passassero la dogana quei Tir carichi di prezioso metallo resta un mistero. Il ministro Zamberletti denuncia la presenza in Italia di 3500 discariche abusive inquinanti: se tante ne risultano a Roma, saranno almeno il doppio; mi sono chiesto tante volte perché, invece di seguire i bidoni velenosi abbandonati abusivamente a casaccio, non si fa un bell'inventario delle imprese che producono scorie micidiali e non si verifica se hanno adeguati impianti di filtraggio e trasformazione. Dieci anni di reclusione irrogati a un assessore della Regione Puglia e a tre complici per un appalto truccato del '76. Tangenti fino a dieci milioni pagate a Napoli a beneficio di faccendieri e camorristi per ottenere un posto di lavoro. Un carabiniere riceve in consegna gli effetti personali di un imputato chiamato a interrogatorio e gli sottrae 700 mila lire dal borsello: i sedici mesi di reclusione cui viene condannato laveranno forse la sua colpa, non certo la macchia inferta al presti¬ gio dell'Arma benemerita. Tre finiscono in carcere a Venezia per aver preso soldi onde evitare che l'ufficio delle Imposte dirette calcasse la mano su qualche loro protetto. Nel clamoroso scandalo dell'Istituto per le case popolari di Torino si apprende che i sindaci da tre anni denunciavano irregolarità amministrative, ma l'assessore regionale, pur ricevendo ben 770 rilievi, non mosse dito. Sono trentadue i rinviati a giudizio (ma è solo un primo scaglione) coinvolti nel mercimonio dei falsi certificati di invalidità distribuiti fra Napoli e Caserta alla vigilia delle elezioni dell'83; ne furono rilasciati 500 in un solo giorno; i più moderati se ne servivano per guadagnare scalini nelle graduatorie o per rientrare nei contingenti riservati; gli altri passavano direttamente a chiedere la pensione. Un imputato per la truffa dei petroli dove cerca rifugio per sfuggire al mandato di cattura? Ma che domanda: ovviamente in casa di un generale della Finanza. Ultimo tocco: un magistrato finisce in carcere in Liguria sotto l'accusa di aver preso quattrini per ottenere la libertà provvisoria a certi imputati di traffico di droga. Per un giorno soltanto la lista può bastare, perché il lezzo che ne esala prende alla gola. Fa sorridere allora quel padre amoroso che attrezza un camioncino con tcletrasmittentc e si apposta presso l'Istituto dove suo figlio sostiene lo scritto della maturità per fornirgli via radio la soluzione. Che tenerezza d'amor paterno! E che dire di quell'altro padre, che a Trapani violenta abitualmente una sua bambina decenne, un figlioletto di otto anni, e trova giusto chiamare a prender parte a quell'orrore ben tre suoi fratelli? Qui almeno si può tentare una spiegazione: l'abisso dell'ignoranza, la miseria, la cicca sessualità, la bestia che ancora ringhia in noi. Ma gli altri no. Gli altri sono semplici ladri, spregevoli ladri, parassiti schifosi di ogni lavoratore onesto. Dobbiamo metterli al bando, o ci succideranno il sangue fino all'ultima goccia. Che noia la questione morale f

Persone citate: Cattivi Pensieri, Luigi Firpo, Zamberletti

Luoghi citati: Caserta, Italia, Liguria, Napoli, Puglia, Roma, Torino, Trapani, Venezia