Una rivelazione di Carbone preoccupa Janich di Claudio Giacchino
Una rivelazione di Carbone preoccupa Janich TOTONERO L'Ufficio Inchieste ha interrogato in gran segreto Rozzi per Ascoli-Perugia Una rivelazione di Carbone preoccupa Janich Marabotto ha fatto arrestare Salsiccia, portaborse di Dal Cin e amico di Allodi: la sua posizione si è aggravata TORINO — Costantino Rozzi, vulcanico presidente dell'Ascoli, interrogato in gran segreto da un inquirente dell'Ufficio Inchieste: è l'ultimo colpo di scena delle sempre più ramificate indagini sul colossale calcioscandalo. Rozzi e stato sentito ieri l'altro, nella sede della sua società, da Gianfranco Iadecola. magistrato della Procura della Repubblica di Teramo che da tempo è anche collaboratore di De Biase. La professionale «curiosità» del giudice verteva sulla partita Ascoli-Perugia, terza del girone di ritorno del campionato di serie B appena finito, terminata in parità: 1-1. La partita interessa la giustizia sportiva dopo le confessioni rese all'Ufficio Inchieste dal presidente del Perugia Spartaco Chini, dall'ex consigliere della società ros soblù Enrico Baglioni, dal braccio destro del presidente Carlo Dura e dall'attaccante Sauro Massi. Uno di essi avrebbe raccon tato che nell'intervallo di Ascoli-Perugia, con gli umbri in vantaggio grazie ad un'autorete di Perrone. Ghint o qualcuno del suo entourage avrebbe cercato di «addolcire» i padroni di casa: «Lasciateci vincere, tanto voi in A ci andate lo stesso. Per noi questi 2 punti sono oro, ci aiuteranno ad evitare la retrocessione in C (che invece non è stata evitata - ndr)». E tali discorsi sarebbero stati sentiti da Rozzi. Nel peggiore dei casi, il presidente bianconero potrebbe rischiare di essere deferito alla magistratura sportiva per omessa denuncia di tentativo d'illecito. Tentativo che. se pure fu compiuto, non dette esito: nel secondo tempo l'Ascoli dimostrò di non avere intenzione alcuna di favorire il Perugia, pareggia con il centravanti Barbuti e sfiorò la vittoria più volte. Il coinvolgimento di Rozzi non è l'unica sorpresa clamorosa dell'inchiesta sul calcioscandalo. Il sostituto procuratore della Repubblica di Torino. Giuseppe Marabotto, ha fatto arrestare Gianfranco Salsiccia, 32 anni, di Macerata. Ex portaborse di Franco Dal Cin quando questi era general manager dell'Udinese, amico di Italo Allodi col quale ha fondato una scuola per giovani calciatori a Mogliano (in provincia di Macerata) e di cui è direttore, molto introdotto nell'ambiente del Napoli, Salsiccia figurava già tra gli indiziati per associazione per delinquere. Le manette gli sono scattate ai polsi perché la sua posizione s'è aggravata dopo le confessioni degli altri accusati. Secondo queste confessioni e le intercettazioni telefoniche. Salsiccia fu il primo ad annunciare ad Armando Carbone: -Per Napoli-Udinese (il cui pareggio è molto chiacchierato ed è la fonte primaria di tutti i guai di Allodi, consulente personale del presidente del club partenopeo - ndr) c'è Italo che vuole incontrare il ds dei friulani Tito Corsi (anch'egll è indi ziato - ndr)». Salsiccia sarà interrogato la prossima settimana. Scontato che questo interrogatorio sia fondamentale per definire una volta per tutte, nel bene o nel male, la posizione di Allodi. Ieri, intanto, è stato di nuovo ascoltato il direttore sportivo del Bari Franco Janich. Difeso dal prof. Marcello Gallo, Janich ha negato, tranquillo e disinvolto, ogni accusa. In un verbale Guido Legrenzi, l'impresario di Brescia arrestato, ha dichiarato: Prima di Cesena-Bari m'incontrai a Crema con Carbone e con l'ex giocatore cesenate Battista Festa. Telefonammo a Janich per dirgli che in cambio di 140 milioni tre calciatori del Cesena erano disposti a lasciare vincere il Bari. Janich ci rispose testualmente: 'Con la metà della vostra cifra io mi compro la giacchetta'» (cioè, l'arbitro, che per quella partita fu Rosario Lo Bello). A Marabotto Janich ha detto: -Non ricordo di aver pronunciato quella frase-. Tra le confessioni di Carbone ce n'è una che, se risulterà vera, rischia di affondare Janich e il Bari. Riguarda un episodio inedito, coperto dal segreto istruttorio e quindi sconosciuto allo stesso Janich. Nell'apprenderlo il ds barese ha dimostrato sorpresa e preoccupazione, ha tentato di barcamenarsi. E' stato poi interrogato il maresciallo dei carabinieri Albino Spedicato, assistito dall'avv. Geo Dal Fiume. Il sottufficiale è inquisito per essersi dato da fare per aiutare la Cavese. Spedicato s'è difeso in questo modo ameno: -Ho agito per ragioni di servizio-. Claudio Giacchino
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