Una famiglia molto americana ogni suo dramma sa di melassa
Una famiglia molto americana ogni suo dramma sa di melassa Su Canale 5 «Tutta una vita»: un concentrato di convenzioni Una famiglia molto americana ogni suo dramma sa di melassa E' cominciato ieri, proseguirà stasera e si concluderà domani su Canale 5 il miniserial americano Tutta una vita che potrebbe essere portato — in negativo o in positivo — come esempio tipico del genere. Tre puntate di due ore ciascuna; organizzazione tv e realizzazione cinematografica; sceneggiatura ricavata da un bestseller (con lo stesso titolo, autrice Belva Plain). La storia contiene scrupolosamente tutti, dico tutti, gli elementi tradizionali e convenzionali degli intrighi fabbricati dall'industria americana -per arrivare al cuore del pubblico-. Ecco un sommario elenco: 1) immigrazione principio secolo negli Stati Uniti dai Paesi poveri; 2) l'America vista come il ricco e generoso Paese che apre le braccia a tutti; 3) la giovane polacca ebrea Anna da operaia passa a cameriera in una casa di aristocratici ebrei miliardari; 4) naturalmente della bella cameriera si innamora il figlio dei padroni e ne nasce un amore ardente ma breve perché, naturalmente, il figlio dei padroni deve sposare una brut- ta figlia di altri padroni; 5) Anna singhiozzando ripiega su un bravo artigiano suo correligionario che la corteggiava; 6) il bravo artigiano fa una rapida fortuna incredibile, fortuna che si può fare soltanto ed esclusivamente in America; 7) tale fortuna è propiziata da un prestito dell'ex innamorato di Anna cui Anna, per agevolare il prestito medesimo sollecitato dal marito, si concede ancora e volentieri; 8) l'avvenente polacca, diventata una sofisticata signora della high society, sarà divisa tra i due uomini, il marito che rappresenta l'affetto e la sicurezza, l'amante che è simbolo di passione e trasgressione; imparzialmente avrà un maschio dal marito, e avrà dall'amante una femmina che appiopperà al marito; 9) c'era da giurarlo, l'ignaro marito si affeziona più alla femmina che al maschio... Potrei continuare, ma penso che basti. Sfilano nelle tre ampie puntate — ma sullo sfondo — rivolgimenti sociali ed economici (addirittura la grande crisi del '29 con disastri e suicidi), le difficoltà della condizione ebraica, le persecuzioni naziste, le guerre in Europa e in Israele, tuttavia la sostama è costituita dalla vicenda sentimentale e, al solito, dalla saga familiare (con gli inevitabili dissidi generazionali) che si snoda tra imprevisti, gioie, sventure e lutti nell'arco di cinquantanni. Un grosso film per la tv, certo, e però bisogna dire che qui il cinema, dopo avere cosi influemato con le sue strutture e i suoi modi la tv, ne viene a sua volta condizionato. Tutta una vita è un film che risente non solo del tono, dello spirito e della sbrigatività psicologica dei maxiserial o soap-opera da Dallas a Capitol, ma anche della tecni¬ ca: il regista Fielder Cook si guarda bene da qualsiasi estro e movimento di macchina, si limita a fotografare gli eventi e in suo racconto è calcolato e prevedibilmente mirato agli effetti come, appunto, una produzione televisiva da catena di montaggio o come una astuta pellicola hollywoodiana di serie B Anni 50. In questa sontuosa torta alla melassa spicca comunque un ingrediente genuino: linterpretazione di Leslsy Ann Warren, attrice emrgente e proveniente dall'esperienza teatrale di Broadway (caratterista superba in Victor Victoria, in Signori, il delitto è servito e in Choose me) che alla protagonista riesce a dare vigorosamente, al di là del melodramma, accenti di autentica intensità e since- rita- Ugo Bozzolai! m mLesley Ann Warren
Persone citate: Belva Plain, Cook, Victor Victoria
Luoghi citati: America, Capitol, Dallas, Europa, Israele, Stati Uniti
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