Pupi Avati alla corte dei mostri

Pupi Averti alla corte dei mastri Dal 26 su Raiuno «Hamburger Serenarle»: 12 puntate con i vinti della risata Pupi Averti alla corte dei mastri RIMINI — Ha la faccia da clown e 1 muscoli da fenomeno di baraccone: Davide Randello è un tipo cosi, capace però di tirare un'auto con le orecchie e di sospirare: • Ho lavorato S anni per niente, mai neanche un titolino sui giornali, ma dopo Pupi mi lancio-. Come lui Pupi Avati ne ha trovati altri 57 che vogliono lanciarsi. Fate attenzione, il giovedì sera, alle 20.30 su Raiuno, li vedrete tutti 11 ad Hamburger Serenade, a partire dal 26 giugno, per dodici appuntamenti. 81 potrà ridere, ma non c'è solo da scherzare. Quello che ha messo in piedi Pupi Avati è il panorama stravagante e tenero del mondo dei vinti, di tutti quelli che allargano il sorriso senza ottenerne in cambio mai niente, di tutti quelli che sono arrivati sempre ultimi, è la nostra provincia dai ritmi lenti e dai sogni metropolitani, cosi convulsi ed eccitati, pieni di luci sfavillanti. E" un monumento alla follia, dice Avati. E aggiunge, chissà quanto serio o quanto sincero: .L'intento è di divertire sema fare vittime, sema lasciare cadaveri alle spalle. La risata non sarà mai cattiva, ma affettuosa, perché l'affetto è il sentimento che accompagna questo programma. Io faccio il tifo per loro». Freddy Copertone, posteggiatore romano nella vita di tutti i giorni, cantante col frac in questo sogno un po' folle da mezza estate, fa cenno di si col suo viso tondo. Lui. che prova a cantare Fred Astaire senza azzeccare mai una nota, ci crede. E ci crede pure Altiero Toppetti, infermiere della Usi di Assisi che stavolta fa il presentatore, sempre esageratamente garbato, sempre con la dentiera al vento, sempre col vestito nuovo della festa. A Gianni Cavina (autore dei testi assieme a Pupi e Antonio Avati) continua a ripetere: «Se il prossimo festival di Sanremo 10 faccio io, tu mi accompagni? Mi potrai dare qualche consiglio...: Il difficile è proprio questo, spiegare e capire i confini tra 11 surreale e la verità, la follia e l'autoironla. L'atmosfera tutt'attorno è quella di tanti film di Pupi, c'è il clarino che prova le note, e il jazz padano che riempe l'aria, c'è la provincia che dorme sotto il sole, sogni, dolcezze e sconfitte che si mischiano insieme. Non c'è Carlo Dalie Piane, ma c'è Nick Novecento e c'è Gianni Cavina, attori che ritornano sovente nei lavori del regista bolognese. Poi ci sono queste facce di gente comune, questi 58 personaggi scovati dopo 980 provini e raccolti alla Bandiera Gialla di Bibi Ballandi, uno dei templi sacri del divertimentificio di Rimini. L'infermiere presentatore, il posteggiatore che canta, il parapsicologo da ricoverare subito, lo stilista di Casalecchio di Reno che somiglia più a un portuale che a Versace, e tanti altri come loro. Ma dietro l'atmosfera cara a Pupi, dietro questa provincia della Bassa, dietro questa Italietta «con la sua voglia di esibirsi e la sua generosità persino ridicola-, dietro queste facce e queste storie da niente, c'è davvero il mondo dei vinti e la sua dignità, il sapore di cose passate che ci riscaldano la memoria. E allora non scherziamo troppo. Bisogna tenerli stretti questi volti, dice Pupi Avati, 'perché la stravaganza è in estinzione, ma lo stravagante è un po' utopico, ottimista, è una dimensione buona-. Va bene, crediamo a Pupi, al suo amore per quelli che vivono senza vincere mai, alla sua voglia di credere in questa gente senza futuro e senza passato. -Noi siamo un approdo per chi ha navigato per tanto tempo e per tutto il tempo sema vedere terra-. Cosi dice Pupi. p. gap. Il regista ha riunito fenomeni da baraccone imitatori inattendibili infermieri con voglia di presentatore. L'intento è divertire «ma senza far vittime». Un viaggio tra assurdo e verità con Nick Novecento e Gianni Cavina Sul set di Pupi Avati: Gianfranco Agus, Beatrice Macola, Nick Novecento, Alfiero Toppetti

Luoghi citati: Assisi, Casalecchio Di Reno, Rimini, Sanremo