Una disfida al tramonto per don Camillo di Pierangelo Sapegno

Una disfida al tramonto per don Camillo Si farà in piazza a Busseto il confronto sul valore di Guareschi scrittore Una disfida al tramonto per don Camillo DAL NOSTRO INVIATO BUSSETO — Ci sono già i manifesti appesi. La disfida di Busseto avrà luogo dopo metà settembre, quando il sole, qui nella Bassa, avrà smesso di cuocere le teste e di bruciare i campi, e le nebbie saranno ancora lontane. E' il periodo migliore. Difensori e accusatori si siederanno attorno a un tavolo, in mezzo alla gente, e litigheranno come fanno da queste parti, forse per finta o per amore. Litigheranno per Giovannino Guareschi credendo di prendere sul serio tutto, questa landa assolata che è la Padania, le caricature di Peppone e Don Camillo, le offese che qualcuno ha rivolto allo scrittore di Busseto. Questa è una storia d'Emilia, una vignetta da incorniciare. E guarda caso nasce e cresce attorno a lui. attorno a Guareschi. C'è un consigliere regionale repubbHcano che chiede: come mai non si organizzano commemorazioni per il ventennale della morte di Guareschi. nell'88? E c'è la risposta scritta dell'assessore alla Cultura, Giuseppe Corticelli, pei: perché è un «inventore più fortunato che meritorio» con «un marcato spirito di parte, nettamente di destra», e la sua opera narrativa •sembra piuttosto un prodotto dei cantieri milanesi della Rizzoli che non dell'humus emiliano, non essendo peculiarmente legata alle tradizioni sociali e culturali della nostra regione». Si scatena il putiferio, da Busseto a Parma è tutto un sollevarsi di bandiere: Guareschi non si tocca. E i difensori organizzano un dibattito pubblico: venga Corticelli, ne parliamo in mezzo alla gente e vediamo cosa succede. Alberto Bevilacqua commenta: •£' uno scrittore che va valutato come un umorista, in un filone preciso del 900 italiano. £' un autore di burattini, ma ha il suo peso che non va sottovalutato. E poi era persona di coerenza e coraggio. Corticelli s'è sbagliato-. Per il resto i toni sono da guerra fredda («/'assessore dourebbe leggere, prima di parlare-, accusa Vittoria Guareschi, la figlia di Giovanni), anche se l'atmosfera è da sagra paesana: questa è l'Emilia, -la mia strada del Texas» come la chiamava Guareschi. E magari si spiega cosi perché qualcuno vuol starne alla larga (•Non mi metta in mezzo a questa storia, non mi riguarda-, brontola Luigi Malerba: «poi, qualsiasi cosa dico succede l'inferno»). In fondo, sembra un'occasione di festa o per continuare la festa. Stasera a Busseto si chiude il Concorso Verdiano di voci nuove e c'è gran fermento nella piazza grande. Più in giù c'è la mostra •Tutto il mondo di Guareschi», vignette, scritti, lettere. Ci sono anche i manifesti che annunciano la disfida di Busseto. E non crediate che da qui a settembre la polemica sbollisca. Un po' perché questa è una vicenda che si trascina da decenni, quasi da sempre (non per niente L'Unità scrisse già subito dopo la scomparsa di Guareschi: «£' morto io scrittore che non era mai nato-). E poi perché qui, dove il mondo è piccolo e immobile sotto il sole o nella cappa di nebbia, il duello e la disputa sembrano 'quasi far parte del paesaggio. Si litiga, ma con saggezza padana, come a voler far passare il tempo. Guareschi scriveva di suo padre e sua madre che. non andando d'accordo, erano riusciti ad essere -la sintesi di un accordo perfetto. Che possano litigare in pace per sempre/» E allora ecco la disfida di Busseto, un'occasione per litigare in pace, e parlare tutti insieme di Emilia, delle neb- bie che sono dolci e pure belle, dei campi che oggi danno ricchezza, di politica e di Peppone e don Camillo. Porse è quel che vorrebbe Corrado Mingardi. organizzatore della mostra su Guareschi; lui dice che Corticelli sbaglia ma in fondo gli è simpatico: -Almeno ha parlato chiaro, ha detto come la pensa, non ha dato la solita risposta anodina che danno i politici. Poi staremo a vedere come andrà il dibattito pubblico, se lui come assessore alla cultura ci rimetterà la faccia». Difficile che accada. Fa parte del gioco, la disputa di Busseto in fondo è torse più una sfida politica che altro, perché cosi è fatta la Bassa. Come scriveva Guareschi, con un po' di bonaria cattiveria: •Qui la passione politica arriva spesso ad un'intensità preoccupante. Deve estere il sole, un sole maledetto che martella i cervelli durante l'estate». Pierangelo Sapegno